Colletta “pro Terra Sancta”: il sostegno ai cristiani oppressi dalla guerra

pro_terra_sanctaQuando il prossimo Venerdì Santo, come ogni anno, il sacerdote ci inviterà a donare un’offerta per la “Colletta per la Terra Santa”, dovremo sforzarci di richiamare alla mente le condizioni in cui da anni vivono i cristiani che abitano quei territori.
Una realtà, quella del Medio Oriente in generale, in cui le comunità cristiane ogni giorno fanno esperienza dell’ecumenismo del sangue e dove i singoli fedeli devono lottare ogni giorno contro la tentazione di abbandonare la propria terra o addirittura la propria fede. Il sostegno che possiamo dare a quelle Chiese va nel senso di un contributo al raggiungimento della pace nella regione che è stata testimone della vita terrena di Cristo.
La colletta diventa così, nello stesso tempo, la fonte principale per il sostentamento della vita che si svolge intorno ai Luoghi Santi e anche lo strumento che la Chiesa si dà per mettersi a fianco delle comunità del Medio Oriente.
Essa nasce dalla volontà dei Papi di mantenere forte il legame tra tutti i cristiani del mondo e i Luoghi Santi ed è stata avviata in modo ufficiale da Paolo VI attraverso l’Esortazione Apostolica ‘Nobis in Animo’ del 1974. In una lettera indirizzata a tutti i vescovi per promuovere la Colletta, il card. Leonardo Sandri e mons. Cyril Vasil’, prefetto e segretario della Congregazione per le Chiese orientali, ricordano che l’iniziativa esprime “il legame di fraternità che unisce la Chiesa universale alla Chiesa madre di Gerusalemme”.
“Vivere oggi la fede cristiana in Medio Oriente, lo sappiamo, non è affatto facile – evidenziano Sandri e Vasil’ -. Non lo è specialmente in Iraq, in Siria e in Egitto, ma non lo è nemmeno negli altri Paesi della Regione, dove spesso i cristiani si trovano sottoposti a forme di oppressione e di discriminazione che minano giorno dopo giorno le loro condizioni di vita”. Perciò, “tenere viva la speranza in questi contesti è davvero difficile ed è al tempo stesso importantissimo”.
La colletta, quindi, al di là del valore economico, è un forte segno di vicinanza alla piccola presenza cristiana in Medio Oriente. Grazie ad essa, “le comunità cattoliche di Terra Santa, quella latina della diocesi patriarcale di Gerusalemme, della custodia francescana e delle altre circoscrizioni, come quelle orientali con le famiglie religiose e gli organismi di ogni genere, potranno continuare, a loro volta, ad aiutare concretamente i poveri e i sofferenti di ogni etnia e di ogni fede, senza distinzione”.