Il caro energia “morde” anche tra le imprese della provincia

La conferma arriva dalle associazioni di categoria Confcommercio e Confartigianato

Il caro bollette si fa sentire anche sulle imprese artigiane e del commercio della Lunigiana e della Riviera Apuana. E mentre le associazioni di categoria si preparano per una mobilitazione unitaria fissata per lunedì 14 novembre a Firenze per chiedere azioni per le piccole e medie imprese alle prese con la crisi energetica e l’esplosione dei costi delle materie prime, abbiamo provato a fare il punto della situazione sul territorio provinciale con i responsabili di Confcommercio e Confartigianato. A pagare maggiormente l’aumento del costo dell’energia, confermano sia Sara Giovannini, direttrice di Confcommercio Lucca-Massa Carrara, sia Gabriele Mascardi, direttore di Confartigianato Massa Carrara, sono le imprese della panificazione, che sommano l’aumento del costo dell’energia e quello della farina. Una condizione non dissimile riguarda gli operatori della ristorazione e della ricezione alberghiera. Alberghi e ristoranti hanno subito rincari delle bollette anche del 300%. «Ma è tutto il mondo del commercio a soffrire – sottolinea Giovannini – La spirale inflazionistica che si è determinata in quest’ultimo anno sta limitando i consumi delle famiglie, soprattutto nei settori dei beni voluttuari, come ad esempio l’abbigliamento, sebbene il caro bollette lambisca queste categorie in modo tutto sommato trascurabile». Anche a livello di artigianato alcune categorie patiscono non solo il caro energia, ma anche gli aumenti dei costi delle materie prime: «è il caso delle falegnamerie alle prese con l’aumento del costo del legno» evidenzia Mascardi; in altri casi l’aumento dei costi si è abbattuto su settori che scontavano difficoltà proprie, «come i laboratori artistici del marmo o le segherie, o anche i frantoi, che subiscono l’aumento dei costi energetici in un anno in cui la produzione olivicola è stata ridotta dalla siccità». è ancora presto per fare i conti delle chiusure. «è appena terminata la stagione estiva e le imprese del commercio in maggiore difficoltà stanno valutando il da farsi, in alcuni casi dandosi un’ultima chance con la stagione natalizia» afferma Giovannini, che indica però come in tanti settori si sia già corsi ai ripari per limitare i costi: «stiamo osservando tanti alberghi che hanno chiuso anzitempo la stagione, paradossalmente nell’anno che ha concesso un inusuale prolungamento d’estate a tutto ottobre. È un fenomeno che non riguarda solo la Riviera, ma anche la Lunigiana, dove insistono le strutture ricettive più piccole, quelle che non hanno vie intermedie tra tenere aperto o chiudere. Vi sono poi ristoranti che hanno cominciato a servire pasti solo alla sera, altri che limitano l’apertura al fine settimana». Mentre i centri servizi delle associazioni di categoria si adoperano nella consulenza agli associati – Confcommercio ad esempio si sta impegnando molto nella consulenza per l’ottenimento dei crediti di imposta riservati alle imprese energivore e non energivore – la fine dell’anno dirà quanto l’attuale congiuntura sarà costata in termini di occupazione all’interno di aziende piccole, che mediamente occupano 2,5 dipendenti, e che effetti avrà la fine del mercato elettrico a maggior tutela, fissata per la fine di dicembre, che copriva ancora una quota degli operatori di commercio e artigianato.

(Davide Tondani)

La sede della falegnameria Bertolini
La sede della falegnameria Bertolini

La falegnameria Bertolini a Pontremoli
Boom di richieste di infissi e manufatti in legno grazie ai bonus

Alla falegnameria pontremolese Bertolini nell’area artigianale di Santa Giustina si lavora a pieno ritmo, ma anche nella ben nota e apprezzata impresa a gestione familiare i problemi non mancano e sono legati soprattutto al costo delle materie prime. “L’aumento più grande lo abbiamo registrato relativamente ai vetri il cui costo è raddoppiato – spiega Angelo Bertolini – ma una crescita dei costi si registra anche per la ferramenta necessaria per porte e finestre e anche per il legname”. Per il momento, invece, nessun particolare aumento legato alla fornitura di energia elettrica, utilizzata in grande quantità per il funzionamento dei macchinari; questo anche grazie ai contratti che erano stati stipulati nel passato.
Così, al momento, tutte le energie sono rivolte alla produzione, perché il lavoro non manca e i tre addetti sono impegnati quotidianamente per soddisfare al meglio una committenza che si trova di fronte alle pratiche e ai tempi imposti dai numerosi bonus fiscali a disposizione di coloro che intendono ristrutturare un immobile.
Una politica, quella degli incentivi, che ha fatto ripartire tutto il comparto dell’edilizia, falegnamerie comprese: “il lavoro è tanto – spiega ancora l’artigiano – ma dipende soprattutto dagli incentivi; i tempi spesso sono stretti e ci stiamo impegnando per realizzare e consegnare quanto ci viene richiesto; l’impressione è che tutto possa andare bene fino a quando questi bonus rimarranno, ma subito dopo il futuro potrebbe tornare ad essere davvero molto incerto”. (p.biss.)
 

Bagnone: la Falegnameria Albericci di Corlaga, buona la ripresa ma c’è bisogno di certezze per il futuro

Un momento di lavoro alla falegnameria Albericci di Corlaga di Bagnone
Un momento di lavoro alla falegnameria Albericci di Corlaga di Bagnone

Della Falegnameria Albericci di Roberto ed Emilio S.n.c., con sede in Corlaga, il nostro settimanale aveva già parlato qualche anno fa per mettere in risalto la partecipazione del laboratorio bagnonese alla ristrutturazione della reggia di Venaria (TO). Da quel tempo, tanto altro lavoro è stato realizzato dalla ditta e tanto è cambiato dal punto di vista dell’economia in generale. Per questo abbiamo cercato di capire qual è la situazione, sia per quanto riguarda gli ordini che per la dolente nota delle bollette, soprattutto quella elettrica.
Il sig. Albericci evidenzia una buona ripresa del lavoro, dopo le incertezze degli anni segnati dal Covid-19: “Con i bonus per le ristrutturazioni delle case il lavoro è ripreso molto bene anche per noi, che siamo legati all’andamento del settore edile. Si lavora per la nostra zona ma molto anche per le province limitrofe (Parma…)”. Il periodo di maggiore diffusione della pandemia ha comportato l’utilizzo della cassa integrazione ed è stato caratterizzato anche dagli aiuti stanziati dal governo a sostegno delle attività produttive: “Ora la ripresa c’è e, addirittura, ci sarebbe bisogno di manodopera, difficile da reperire sia che la si cerchi già formata, sia che si prospetti un periodo di formazione prima dell’inserimento in azienda”.
Per il momento, l’azienda non ha risentito più di tanto dei rincari dei costi per l’energia elettrica “perché fino al 31 di dicembre abbiamo i prezzi calmierati in base al contratto con il fornitore. Gli aumenti ci sono stati 8anche fino al raddoppio) ma non nella misura di cui si sente dire da più parti. Resta l’incertezza sul futuro, quando dovremo rinnovare il contratto”.
C’è molta attesa per le misure promesse dal governo riguardo agli aiuti in favore di imprese e famiglie per i pagamenti delle bollette di luce e gas: solo così le attività produttive potranno continuare a restare competitive e a garantire i posti di lavoro. a.r.