
Accolte dal Comune le osservazioni della Regione

“Tra poco, entro la prossima primavera, il Poc sarà pronto per essere approvato dal consiglio comunale. Ci siamo incontrati dopo Natale con gli architetti che stanno definendo gli ultimi aggiustamenti e poi il Piano sarà operativo”. Queste le parole di Piercamillo Cocchi, già assessore all’urbanistica, che ha seguito passo passo l’evoluzione della vicenda in quanto tutt’ora delegato alla materia. Del resto il Poc, acronimo di Piano Operativo Comunale, è divenuto ormai famoso (famigerato?) per chi segue gli sviluppi della vita amministrativa pontremolese. Si tratta in pratica, semplificando un po’ i termini, del vecchio regolamento urbanistico, quindi un atto di grande importanza per il futuro della città, visto è lo strumento che, assieme al piano strutturale, andrà a disciplinare la conservazione, lo sviluppo e la riqualificazione di Pontremoli per i prossimi vent’anni. Un argomento importante e complesso, che vede in ballo il nuovo regolamento urbanistico cittadino ormai dal lontano 2003 (coinvolgendo, quindi, nella compilazione ben tre amministrazioni), quando iniziò l’iter per la realizzazione del Piano Strutturale di cui il Poc è un fondamentale derivato. Quest’ultimo è stato approvato, uno degli ultimi atti della prima amministrazione Baracchini, nello scorso febbraio ma è stato poi “bloccato” dalla Regione che ha presentato delle osservazioni piuttosto stringenti. In particolare, da Firenze si evidenzia, tra le altre cose, “una mancata chiarezza in relazione ai criteri di individuazione del perimetro del territorio urbanizzato” e il fatto che “si è rilevato che taluni ambiti classificati dal Piano Strutturale come aree a prevalente funzione agricola” siano in realtà ricondotte “all’interno del perimetro del centro abitato dalle tavole del Poc”. Una mancata chiarezza per la quale la Regione ha ritienuto necessario avvisare che “non sono consentite funzioni residenziali esterne al perimetro del territorio urbanizzato” e che quindi una tale previsione costituisce “contrasto di legge”. Un concetto che trova riscontro, sostengono, nella legge regionale che vuole favorire il recupero del patrimonio edilizio esistente, evitando nuove edificazioni, soprattutto all’esterno del perimetro urbano. Il sindaco Lucia Baracchini aveva evidenziato che questa distanza era soprattutto legata al cambio della legge regionale di riferimento nel lungo iter di approvazione del Piano Strutturale prima e del Poc poi. E che la legge vigente era stata pensata soprattutto per realtà ampiamente urbanizzate e non per contesti più agricoli e montani come quello pontremolese. È iniziato, quindi un braccio di ferro con Firenze che, dopo alcuni mesi, sembra ora vedere il Comune costretto a cedere: “Rimaniamo perplessi – evidenzia Cocchi -ma abbiamo dovuto accettare le

osservazioni che si sono pervenute dalla Regione che non ha valuto ascoltare le nostre ragioni”. Quindi, ormai si può dire che il Poc sia in dirittura d’arrivo; sembra perciò sorpassata l’offerta di aiuto giunta dai banchi dell’opposizione di “Open Pontremoli” con l’ipotesi di un confronto per velocizzare la pratica perché “il POC è la priorità assoluta per il nostro Comune: per le imprese, per i tecnici, per il recupero e la valorizzazione del territorio, ma soprattutto per i privati che intendono realizzare interventi edilizi” Del resto la città ha bisogno più che mai di buona urbanistica, attenta ai problemi reali del paesaggio e dei cittadini; in questo contesto è di fondamentale importanza destinare più risorse a favore di progetti dedicati a sviluppare un’urbanistica più sostenibile ed accessibile. E tutto questo deve essere accompagnato da una politica di governo capace di far convergere tutti gli aspetti del vivere comune con il contributo di tutti gli attori in campo. Altrimenti anche il miglior Poc del mondo non riuscirà a ridare linfa vitale ad una città che sembra sempre più placidamente addormentata. (Riccardo Sordi)