Una viabilità difficile tra le frazioni di Molinello e Casalina

Buche ed avvallamenti lungo la Provinciale 42 del Cirone 

Un tratto della strada Provinciale 42 tra Molinello e Casalina
Un tratto della strada Provinciale 42 tra Molinello e Casalina

Ci sono circa due km tra la frazione di Molinello e quella di Casalina. Eppure in quel breve tratto di strada della Provinciale 42 del Cirone, bisogna affrontare un percorso talmente dissestato con gincane, dossi ed avvallamenti che crediamo poco avrebbe da invidiare alle famigerate buche di Roma. In particolare sono due le situazioni che vanno oltre al “disagio” e si segnalano come veri e propri potenziali pericoli: il primo si trova più o meno a metà strada tra le due frazioni, tra l’altro in piena curva, con la carreggiata che si affaccia anche su un pericoloso strapiombo che è sprofondato di circa una decina di centimetri rispetto alla sede stradale che costeggia l’altro lato della Provinciale. Continuando verso Casalina c’è un secondo punto pericoloso (anche se meno del precedente) con buche, dossi ed avvallamenti che richiedono particolare prudenza, specie da chi affronta la strada in discesa, tenendo conto che in quel tratto c’è anche una pendenza significativa.

Poche centinaia di metri dopo un'altra situazione di disagio per la viabilità
Poche centinaia di metri dopo un’altra situazione di disagio per la viabilità

Una situazione che può essere esemplificativa di tante strade del territorio: del resto, come tutte le strade montane, anche quelle della Lunigiana subiscono un degrado maggiore che quelle di pianura. Oltre al normale traffico stradale, devono subire il dissesto delle acquate primaverili e invernali, gli effetti del gelo, frane e smottamenti, caduta massi soprattutto dove non ci si cura più dei muri di contenimento delle scarpate. In questo caso, però, la situazione è particolarmente significativa perché su questa strada si è intervenuto pochi anni fa con importanti lavori di ristrutturazione. E per chi ne ha voglia, basta fare una visita virtuale su Google Maps, (che testimonia come si presentava la strada al giugno 2011) per vedere la strada liscia come un biliardo. Eppure oggi la strada si ripresenta, dopo pochi anni, nella stessa situazione di prima dei lavori con evidenti disagi per gli abitanti delle frazioni come per chiunque vi transiti.

L'assessore ai lavori pubblici di Pontremoli, Gianmarco Corchia
L’assessore ai lavori pubblici di Pontremoli, Gianmarco Corchia

Una situazione che il Comune, come ci racconta l’assessore ai lavori pubblici Gianmarco Corchia, ha segnalato alla Provincia “abbiamo sollecitato diverse volte la questione all’amministrazione provinciale. A breve invieremo una Pec per chiedere che almeno ci sia un controllo della situazione dopo l’episodio alluvionale avvenuto nelle scorse settimane”. Secondo l’assessore la causa dei danni alla strada potrebbe essere legata ad infiltrazioni d’acqua nel terreno per cui sarebbero necessari lavori di regimazione delle acque, ovvero interventi tecnici allo scopo di ridurre al minimo la possibilità di attivare processi erosivi da parte delle acque. “Comunque sono valutazioni che competono ai tecnici della Provincia che sollecitiamo perché intervengano al più presto per risolvere questa ed altre situazioni di disagio nella viabilità”. Un appello accorato che però, temiamo, difficilmente sarà accolto da Palazzo Ducale. Perchè se è vero che tra le competenze che restano alle Province (dopo la rivoluzione targata Graziano Delrio) c’è proprio la manutenzione stradale, non sono però rimasti i soldi. Basta vedere com’è la situazione a livello nazionale con le Provincie che gestiscono 130 mila km di strade e 30 mila ponti e viadotti ma i fondi per la manutenzione sono scesi dai quasi 2 miliardi del 2009 ai 700 milioni del 2017. Eppure di lavori da fare ce ne sono tanti, sulle 5.931 opere analizzate circa un terzo ha bisogno di interventi urgenti che richiederebbero finanziamenti per 2,5 milioni di euro. E non facendo manutenzione e con gli eventi meteorologici sempre più violenti, oltre all’abbandono di ampie fette di territorio, soprattutto nelle zone montane, si presentano grossi problemi che si accumulano e a cui nessuno sembra in grado di dare risposta. Con la sensazione che, come troppo spesso accade, si intervenga solo quando capita l’emergenza. (r.s.)