
Dal gelo di gennaio al solleone e dal secco di ottobre al diluvio di dicembre. Rigido e ventoso gennaio seguito da un febbraio mite e piovoso. Primavera con tepori precoci a marzo e ritorni di freddo tra aprile e maggio. Estate asciutta e molto calda. Contrasti autunnali con ripresa della siccità in ottobre dopo un settembre fresco e piovoso. Dicembre bagnatissimo con visita della neve.
Il 2017, in poche parole, si potrebbe definire caldo, asciutto e molto soleggiato se si prendesse in esame l’anno meteorologico dal 1° dicembre al 30 novembre. Il dicembre 2016, infatti, è uno dei più secchi che si ricordino, mentre il dicembre 2017 è trascorso decisamente piovoso, il che ha attenuato le caratteristiche dianzi accennate per quanto attiene all’anno civile (da gennaio a dicembre) che qui si considera, in particolare la pluviometria, che nel giro di poche settimane ha recuperato posizioni su posizioni.

L’andamento termico del 2017, in media annuale, prosegue il trend lievemente in calo dopo il record del 2014; nella serie storica di ormai 90 anni di misure, il 2017 conquista la decima posizione fra gli anni più caldi. Le anomalie sotto norma riguardano i mesi di gennaio (scarto -0,7°C), settembre (-1,0°C) e dicembre (-0,7°C), mentre i mesi in surplus vanno oltre anche di più di 2°C; gli scarti più sensibili si notano in febbraio (+2,7°C), in marzo (+3,1°C, secondo marzo più mite dopo quello del 2012), in giugno (+2,3°C) e in agosto (+2,1°C). La temperatura media annuale (13,3°C) supera di 0,9°C quella di riferimento del trentennio 1981-2010; il contributo è venuto quasi interamente dai valori massimi (in eccesso di 1,6°C) a fronte di quelli minimi, per contro quasi allineati alle attese (scarto +0,2°C). I massimi assoluti hanno raggiunto picchi di rilievo il 31 luglio (36,1°C) e per diversi giorni della 1^ decade di agosto (culmine della canicola i 37,4°C del 1° agosto, 36,9°C il 5, 36,8°C il 3 e 36,4°C il 2). Il minimo assoluto di -9,4°C, realizzatosi il 7 gennaio, è la temperatura più rigida rilevata in gennaio dal 2002 e, in generale, la più bassa dal 2010.

Le precipitazioni non si sono ‘sforzate’ più di tanto in nessuna stagione, salvo il rush finale dicembrino. Più piovosi del normale si notano febbraio e settembre, a precedere il settimo dicembre più bagnato dal 1877. Scarsa l’acqua scesa nel trimestre estivo, ma ancor più sorprendente è il minimo apporto di ottobre, risultato il secondo più secco in 140 anni. Il totale annuo, dopo aver viaggiato fino a novembre con deficit marcato, ha raggiunto quota 1.427,2 mm, pari all’83% del totale normale secolare. La frequenza dei giorni con precipitazioni pari o superiori a 1mm si ferma a 86, cioè ben 21 meno dei 107 attesi. La durata annua complessiva della pioggia (516 ore) è inferiore alla media ricavata da 25 anni di confronto (685 ore). Ben più a lungo si è mostrato il sole, in totale per 2.404 ore, che pongono il 2017 al secondo posto (dopo il 2011, che ne può vantare addirittura 2.580) nell’elenco degli anni più radiosi. L’eliofania, in effetti, si è tenuta su livelli mediocri solo in febbraio e in settembre e ha rispettato abbastanza i canoni in novembre e dicembre. Il 20 giugno, alla vigilia del solstizio estivo, il sole ha bruciato la cartina esposta sull’eliofanografo per 13 ore e mezza grazie al sereno perfetto e alla trasparenza atmosferica. Lo stato del cielo, ovviamente, vede una frequenza ragguardevole di giorni sereni (133), opposta al minore impatto dei giorni di cielo coperto (88); i giorni dal cielo misto ascendono a 150.
L’umidità relativa, nella sua media annua (69,6%), è un poco inferiore ai canoni climatici nostrani. Mesi più umidi sono novembre e dicembre, tallonati da febbraio e settembre; la minore umidità in media mensile spetta ad agosto e a gennaio. Il giorno mediamente più umido, il 31 gennaio, reso estremamente cupo da nubi basse, pioviggine, nebbia e foschie, gli igrometri si sono tenuti in media sul 99%. Nel giorno più asciutto, il 6 gennaio, in avvio dell’ondata gelida, l’umidità relativa si era invece assestata mediamente sul 28%. Il foehn del 20 aprile ha disseccato l’aria in maniera drastica e la punta minima assoluta dell’anno (9%) si è registrata tra le 15:44 e le 16:07 di tale giorno. La pressione atmosferica presenta una media annuale appena superiore al livello barico tipico del nostro clima. Il minimo delle medie mensili cade in giugno e luglio anziché in aprile; il massimo spetta a gennaio, ma ottobre è di poco inferiore. I barometri giungono, la notte del 6 dicembre, fino a 1.037,1 hPa, lettura barica più alta dell’anno. Sul finire dello stesso mese, la situazione si ribalta e si ha una profonda depressione con minimo di 986,9 hPa la notte del 28.

Il vento ha una media annuale della velocità coerente con la climatologia. Ottobre conquista la palma di mese meno ventilato dell’anno, mentre spetta a gennaio la posizione la qualifica di mese più agitato. Curioso notare che il 17, 18 e 19 gennaio, ad opera di una impetuosissima tramontana, si sono avute in successione, rispettivamente, la raffica di vento più violenta (90 km/h), la giornata mediamente più ventosa (29,9 km/h) e la velocità massima oraria più sostenuta (36 km). Il 24 novembre si è distinto come giorno più tranquillo e di pressoché calma piatta (velocità media del vento 0,4 km/h). Si contano 46 giorni con vento forte e 13 di calma (velocità media <2 km/h). Infine, ecco la frequenza dei diversi fenomeni osservati durante il 2017. La neve si è limitata a due visite domenicali: la comparsa coreografica senza accumulo del 15 gennaio e l’imbiancata di 3 cm del 10 dicembre, fenomeno che ha preceduto la pioggia dirotta caduta fino alla notte del 12 e che ha visto accumularsi l’apporto (record per un giorno di dicembre) di 203,8 mm nel corso del giorno 11. Dei 26 temporali dispensati dall’anno in esame, si ricorda in particolare quello del 28 giugno con 36,4 mm e raffiche turbinose fino a 62 km/h; tuttavia, rovesci temporaleschi di una certa intensità hanno risparmiato Pontremoli, mentre va rilevato piuttosto il persistere di precipitazioni ardite (da 5 a 10-15 mm/h per 38 ore consecutive) fra il pomeriggio del 10 e la notte del 12 dicembre (max 16 mm la sera dell’11 dalle h 22 alle h 23), evento che ha causato le maggiori piene fluviali del 2017. Due in tutto e deboli gli episodi di grandine (3 febbraio e 28 aprile). La nebbia è comparsa molto di rado, giusto in 5 occasioni: si è trattato di nebbia d’avvezione il 30, 31 gennaio e il 1° febbraio, di nebbia da irraggiamento il 18 marzo e il 13 settembre. I giorni con gelo sono stati 44 e 49 quelli con brina. Altri dati e curiosità sono riportati nello specchietto ‘dei più e dei meno’.
Maurizio Ratti – responsabile dell’osservatorio