La rabbia del sindaco Bellesi “una decisione sensa senso” . Ed annuncia il ricorso
“Una pronuncia ingiusta, irragionevole, per questo abbiamo deciso subito di impugnarla e di fare ricorso”. è decisamente alterato il sindaco di Villafranca, Filippo Bellesi, che rigetta senza mezzi termini la pronuncia della Corte dei Conti, sezione Toscana che ha dichiarato il dissesto finanziario del comune. In particolare, nella parte finale della pronuncia della Corte dei Conti, si legge che “le iniziative per il risanamento non hanno conseguito il risultato atteso, proseguendo la patologica generazione di disavanzo nel corso degli anni, con la conseguente irreversibilità della situazione di disequilibrio finanziario maturato”. Del resto bilancio del Comune di Villafranca si trovava sotto la lente di ingrandimento della Corte dei Conti già da diversi anni, sin da quando erano state accertate “gravi irregolarità nelle annualità 2010-2012” con un disavanzo che si aggirava attorno ai cinque milioni di euro.
Ma Bellesi non ci sta e rivendica di come nei suoi nove anni di amministrazione si sia lavorato in maniera corretta per riuscire a far fronte a questo fardello economico sulle spalle. “Partiamo da un dato – sottolinea il sindaco – il disavanzo al 1 Gennaio 2015 era di 5.168.959,61 euro, il disavanzo al 31 Dicembre 2023 è di 3.136.674,92 euro. Vogliono dire oltre 2 milioni di euro di disavanzo recuperati in 8 anni di amministrazione grazie alla nostra capacità, al nostro impegno e soprattutto al nostro senso di responsabilità. Una situazione ereditata di grave pre dissesto finanziario ci ha imposto di amministrare il comune in condizioni di estrema difficoltà e nonostante tutto e tutti i controlli subiti, abbiamo garantito ogni servizio ai cittadini di Villafranca ripagandoli della loro fiducia con investimenti sul territorio”. La rabbia di Bellesi è quindi legata “all’assurdità di questo provvedimento, dopo che stiamo facendo tutto il possibile per riuscire a ripianare i conti con senso di responsabilità e spirito di collaborazione. Tenendo conto che ci sono tutte le condizioni per arrivare al pareggio di bilancio nel 2026”.
Ma il primo cittadino è indispettito anche dalla tempistica “la pronuncia si è tenuta il 18 aprile, ovvero una decina di giorni prima della scadenza (il 30 aprile) per la presentazione consuntivo 2023. Ci hanno chiesto, in cinque giorni, di presentare una sorta di pre-consuntivo, documento contabile che in realtà non esiste, ma è stato impossibile. E ho chiesto quindi di posticipare la pronuncia a dopo la presentazione del consuntivo, anche perchè i numeri sembravano, e poi lo sono stati con un avanzo per le casse comunali di 500 mila euro, molto positivi. Non c’è stato niente da fare. E poi ho nuovamente chiesto alla Corte di rivedere la pronuncia visti i dati economici del 2023. Anche in questo caso risposta negativa. Per questo ho ritenuto giusto impugnare la sentenza e fare ricorso”. Ricorso che sarà esaminato dalla sede centrale di Roma della Corte dei Conti, e per avere una risposta bisognerà attendere con ogni probabilità la fine dell’estate. Il sindaco ritorna quindi alla carica evidenziando come “noi non siamo un comune in dissesto. Un comune in dissesto è ente paralizzato non più in grado di garantire i servizi ai cittadini. Non è assolutamente questa la situazione di Villafranca. E poi sottolinea come “non vedo cosa possa fare un liquidatore (il tecnico che interviene per il controllo dei bilanci in caso di dissesto) più di quanto abbiamo già fatto. Non abbiamo acceso mutui, abbiamo risparmiato con le utenze il più possibile, abbiamo dovuto, per forza di cosa, rinunciare a diverse iniziative”.
(Riccardo Sordi)
La minoranza all’attacco “troppe bugie”
Ovviamente di tutt’altro avviso rispetto al sindaco, la minoranza che va invece all’attacco sottolineando come “nel piano di recupero presentato dall’attuale amministrazione nel 2016 sono stati inseriti come condizioni indispensabili i due progetti del golf e delle piscine. Peccato che nessuno dei due sia stato realizzato generando così il non raggiungimento degli obiettivo previsti. Negli anni si sarebbe potuto rimodulrae il piano cercando un’alternativa ma nulla è stato fatto Eppure era evidente che non si sarebbe potuto tenere in piedi il bilancio”. Secondo l’opposizione sono tante le irregolarità commesse “e rilevate dalla Corte dei conti, come tante sono state le bugie raccontate ai cittadini”. (r.s.)