Il partito della Presidente del Consiglio è primo con il 25,0%, ma il PD incalza da vicino (24,7%) ed è il primo partito in tutti i comuni della Costa. Bene Forza Italia (15,6%), trascinata anche “dall’effetto Ferri” che si fa sentire soprattutto in Lunigiana dove è il primo partito sfiorando il 30%. Si difende la Lega (7,7%) e buon risultato dell’Alleanza Sinistra e Verdi (6,4%) mentre è in calo il Movimento 5 Stelle (9,0%). Ma la maggioranza assoluta non è andata a votare, solo il 46,8% si è recato alle urne
Duecentocinquanta voti: sono quelli che distanziano Fratelli d’Italia e Partito Democratico nel voto della Provincia di Massa Carrara e che fanno del partito della destra il primo raggruppamento in provincia, con il 25,07% dei consensi. Un risultato che conferma le posizioni maturate alle elezioni politiche del 2022: anche allora il partito della Meloni arrivò primo in provincia, sia alla Camera (26,2%) che al Senato (28,3%). La novità maturata nel voto europeo dell’8-9 giugno sta nella capacità dei democratici di accorciare le distanze rispetto alla fallimentare tornata elettorale di venti mesi fa. Allora il PD racimolò il 20,8% alla Camera, diventato il 24,73% alle europee.
Un risultato, quello del partito di Schlein, a due facce. Da una parte i dem possono confortarsi con l’aumento della percentuale di voti. È però vero che le distanze con Fratelli d’Italia si sono accorciate per un probabile travaso di voti dal partito meloniano a Forza Italia, indotto dalla presenza nelle liste del partito di Tajani dell’unico candidato della provincia per un seggio a Bruxelles, Jacopo Ferri. Forza Italia passa infatti dall’8,9% di due anni fa all’attuale 15,6%. Facile ipotizzare che senza la candidatura di Ferri in FI il voto alla lista della presidente del consiglio avrebbe distanziato maggiormente il PD. Sempre ragionando sulle percentuali, perde quasi quattro punti il M5S, che passa dal 12,7% al 9% mentre la Lega Nord rimane al 7,7% dal 7,8% di due anni fa. Passando alle preferenze, il sindaco di Pontremoli ha ottenuto in provincia 7.865 voti personali, battuto solo da Giorgia Meloni (8.572).
A livello di circoscrizione Ferri ha ottenuto 11.184 voti personali, di cui 10 mila in Toscana, che lo collocano quarto nella lista di Forza Italia, in posizione non utile per l’elezione. I cittadini lunigianesi e apuani, nel voto di preferenza hanno premiato, oltre a Meloni e Ferri, la segretaria PD Elly Schlein con 3.640 voti personali, il sindaco uscente di Firenze Dario Nardella (3.219), anch’esso nelle liste dei democratici, e due leghisti: Roberto Vannacci, con 2.436 preferenze e la già candidata alla presidenza della Toscana Susanna Ceccardi, con 1.733 voti. Un’ultima nota sul voto in provincia riguarda l’affluenza, pari al 46,9%, tre punti al di sotto del dato nazionale. A confermare la tesi che il voto amministrativo ha “trainato” quello europeo, anche qui gli 8 comuni alle prese con l’elezione del sindaco hanno registrato le percentuali maggiori. Ad esclusione di Comano, tutti i comuni coinvolti nelle amministrative hanno superato il 60% di partecipazione al voto (a Filattiera si è raggiunto il 70), mentre in otto dei nove rimanenti comuni della provincia l’affluenza è stata inferiore al 50%, con il record negativo di Zeri, fermo al 28,6%. (d.t.)