In pellegrinaggio da Vignola, Bassone, Casa Corvi e Dozzano per ricordare, rinnovare, ringraziare

Fedeli a Pontremoli nel giorno della solennità di San Giovanni Battista

Il 24 giugno – solennità della Natività di San Giovanni Battista – i fedeli della Pieve di Vignola e della parrocchia di Casa Corvi (con una rappresentanza di Bassone e Dozzano) ogni anno si fanno pellegrini a Pontremoli per rendere viva la memoria del voto alla Madonna del Popolo.
Il pellegrinaggio – che quest’anno causa condizioni meteo avverse non si è potuto svolgere a piedi com’è tradizione – ha significato di ricordare, rinnovare, ringraziare. Ricordare l’evento: una grandinata che circa due secoli fa colpì terribilmente la nostra zona ma risparmiò quella della Pieve di Vignola (all’epoca unica parrocchia di quel territorio). Rinnovare la fiducia: cioè esprimere alla Madre il nostro affidarci totalmente a Lei. Ringraziare per la Sua protezione: riservata non soltanto “ai padri” in quell’occasione ma in ogni giorno della nostra vita.
Lunedì due i momenti centrali del pellegrinaggio a Pontremoli capoluogo. Anzitutto la venerazione delle reliquie della martire Sant’Orsola, presso l’altare omonimo nella chiesa di San Francesco: circostanza importante che ricorda ai cristiani di seguire il Signore, sull’esempio della santa, “fino alla fine” e nonostante ogni avversità. Quindi la tappa in Concattedrale.

La statua della Madonna del Popolo nel Duomo di Pontremoli (Foto Walter Massari)

È questo il luogo in cui il pellegrinaggio diventa sempre emblema per il cristiano che riscopre “per Mariam ad Jesum” cioè come, attraverso l’intercessione della Madre, si può guardare, aspirare, arrivare al Figlio: Gesù. Il breve momento di preghiera sull’ingresso, il canto delle Litanie della Madonna, il gesto dell’offerta dell’incenso e delle dodici libbre di cera votiva (che precedono la celebrazione della S. Messa in Duomo) raccolgono in sé un solco di speranza che esprime il ricordo di chi ci ha preceduto, le mani rugose delle fatiche dei nostri vecchi, il vigore degli adulti e l’innocenza dei bambini, il “sudore” e l’onestà delle giornate, la fatica della malattia e della sofferenza.
Questi simboli riassumono dunque “la storia” e fanno attuare, nel presente, una “dignità” di figli che assaporiamo nella dolcezza materna di Maria. Dall’alto di quella splendida nicchia del nostro Duomo, dove la Madonna del Popolo è intronizzata, è Lei che ci accoglie e ci dà la possibilità di “guardare” non solo a quello che facciamo di buono ma anche ai nostri errori. È così che la Madonna offre “ristoro” facendosi veramente “mea Domina” – mia Signora – per accompagnare i giorni in cui si perde la forza di vivere come quelli in cui la gioia corona i cuori.
Per la prima volta, da quando l’ultimo parroco il can. Sergio Simoncelli ha raggiunto la meritata pensione, questo pellegrinaggio ha fatto respirare un’aria di sinodalità grazie ai sacerdoti dell’Unità Pastorale di Pontremoli.
La S. Messa è stata presieduta dal coparroco don Francesco Sordi (che particolarmente cura le parrocchie interessate al pellegrinaggio). In San Colombano i fedeli sono stati accolti dal coparroco don Pietro Pratolongo mentre in Duomo, a fare gli onori di casa, è stato il parroco moderatore don Graziano Galeotti unitamente al coparroco don Jules Ganlaky e al diacono Giampaolo Montano.

Fabio Venturini