A colloquio con alcuni primi cittadini sull’introduzione del terzo mandato per i sindaci
Le prossime elezioni amministrative, fissate per l’8-9 giugno, saranno le prime in cui sarà possibile la rielezione per un terzo mandato dei sindaci dei comuni tra 5 e 15 mila abitanti e la rielezione senza alcun numero massimo di mandati per i sindaci dei comuni al di sotto dei 5 mila abitanti, che con la vecchia norma potevano essere eletti tre volte. Una novità di fronte alla quale c’è chi non ha mancato di sottolineare il rischio che, soprattutto nei comuni più piccoli, questo potrebbe ostacolare il dovuto ricambio e instaurare piccole “monarchie” o chi, associando alla riforma l’incremento degli emolumenti decisi dal governo Draghi nel 2021, ha evidenziato come quello del sindaco potrebbe essere interpretato non come un servizio a tempo ma come un mestiere ben retribuito alternativo ad altri sbocchi occupazionali. Ma, in modo speculare, altri non hanno esitato a sottolineare come il terzo mandato possa risolvere il problema di molti piccoli comuni in cui talvolta non è semplice presentare due liste elettorali date le ridotte disponibilità a candidarsi; e come non ha molte giustificazioni un “blocco” dei due mandati che vale solo per sindaci e presidenti di regione.
Sindaci in carica per più di 10 anni non sono una novità, anche in Lunigiana. Ne sono esempi Enzo Monali a Zeri (1960-1985), Paolo Zammori a Filattiera (1975-1999) o Andrea Negrari a Bagnone (1946-1952 e 1956-1980). Ma al tempo il sindaco era eletto dal consiglio comunale e, oltre ai voti di preferenza, erano le dinamiche politiche interne al consiglio e ai partiti a determinare l’eventuale riconferma. Anche Enrico Ferri a Pontremoli, Giannetto Uberti a Tresana e Lucio Barani ad Aulla, sono rimasti in carica per più di due mandati, dal 1990 al 2004: il primo con l’elezione in consiglio, i due successivi con l’elezione diretta.
In Lunigiana alle elezioni di giugno correrà per il terzo mandato il sindaco di Tresana Matteo Mastrini, mentre nelle prossime settimane sarà chiaro se faranno la stessa scelta Annalisa Folloni a Filattiera (quasi certamente) e Camilla Bianchi a Fosdinovo (possibile, ma con più incognite). Tra i sindaci dei comuni non interessati all’ormai imminente tornata elettorale il parere sul terzo mandato è concorde, partendo da un dato importante: a scegliere sono i cittadini.
È questa per esempio l’opinione di Filippo Bellesi, sindaco dal 2015 a Villafranca Lunigiana. «Il terzo mandato è una giusta opportunità nel momento in cui sono i cittadini con l’elezione diretta a confermare il primo cittadino – ha dichiarato il primo cittadino villafranchese – e questo principio è valido indipendentemente dalla grandezza del comune». Secondo Bellesi, è giusto dare l’opportunità al sindaco uscente di ricandidarsi, anche se «la popolarità di un sindaco è fisiologico che subisca una flessione dopo un certo tempo, per cui tre mandati sono un arco di tempo ottimale, ma in linea di principio è l’elettorato a scegliere per cui fin che c’è consenso, un sindaco ha diritto di amministrare».
Favorevole alla riforma è anche Roberto Valettini, sindaco di Aulla dal 2017, che sottolinea soprattutto il tema dei tempi dell’azione amministrativa: «realizzare un progetto richiede tempi molto lunghi e chi amministra vede i frutti del proprio lavoro spesso a distanza di anni. Per questo credo che avere tempo per gestire e seguire le opere che si intraprendono sia opportuno». Ma Valettini sottolinea anche un aspetto più politico: «perché i parlamentari o i consiglieri regionali possono ricandidarsi per decenni, talvolta in liste bloccate e quindi senza voto di preferenza, mentre i sindaci, che passano per il voto diretto dei cittadini, devono avere un limite ai mandati?». E quindi, anche per il primo cittadino aullese «alla fine sono gli elettori ha determinare quante volte un sindaco può essere rieletto».
In linea con quanto espresso da Bellesi e Valettini è il pensiero di Riccardo Ballerini, che il terzo mandato lo ha già sperimentato nella sua Casola, di cui è sindaco dal 2009, in attesa di cedere la fascia tricolore il prossimo giugno, avendo scelto di non correre più nonostante la nuova legge glielo consentisse. «Sono gli elettori a decidere quanti mandati può stare in carica un sindaco» ha dichiarato Ballerini. «Nel mio caso – prosegue – sono stato eletto la prima volta con 5 voti di scarto e nelle due successive rielezioni ho ampliato la distanza dal mio avversario, segno dell’apprezzamento per la mia candidatura, che con il limite a due mandati non avrebbe potuto essre premiata. Come recita la Costituzione, il popolo è sovrano».
(Davide Tondani)