Trascorsa un’altra settimana molto calda, anche se non ai livelli inizialmente previsti (le condizioni più roventi, infatti, sono rimaste confinate al Sud Italia con effetti parossistici in Sicilia e in Sardegna), va instaurandosi una fase di calo termico grazie al flusso di più fresche correnti occidentali di provenienza atlantica.
Oltre a qualche grado di temperatura in meno, finalmente venuti a dare sollievo, sarebbe stata assai gradita una serie di rovesci di pioggia: le molte nubi che hanno solcato il cielo, invece, hanno concesso solo deboli piovaschi.
Tuttavia, se l’enorme energia in gioco deve fare scatenare furibondi temporali accompagnati da nubifragi tropicali in mezz’ora, devastanti grandinate e raffiche di vento indiavolato, come capitato per più giorni a nord del Po e persino in alcune valli prealpine ed alpine, molto meglio che la quiete torni… sulle ali di una graduale rinfrescata asciutta.
Analizzando l’andamento del periodo da martedì 18 a lunedì 24 luglio, si nota la S del cielo prevalentemente sereno solo il primo giorno, mentre gli altri sei si sono distinti per una nuvolosità variabile.
Il 19 e il 20, complici la parziale nuvolosità, l’aria un po’ umida e il vento, sempre vivace nelle ore diurne, le temperature massime non sono salite oltre i 32-33°C, contrariamente alle indicazioni dei modelli di previsione che le davano fino a 35-36°C. Si sono, d’altro canto, tenute un poco più elevate le temperature minime per le stesse motivazioni.
La decade centrale di luglio si è chiusa con uno scarto dalla norma trentennale di 3°C in eccesso, risultando la sesta più calda della serie storica ormai quasi secolare.
Il 21, le nubi in continua processione hanno recato un debole piovasco intorno alle 11:30; un bubbolìo di tuoni lontani è parso sentirlo verso le 18.
La sensibile ventilazione ha favorito l’ulteriore moderazione delle temperature massime sotto i 30°C. Molto simili i due giorni successivi, sabato 22 e domenica 23, per la parziale nuvolosità più presente fra l’alba e la mattinata e le ore pomeridiane più sgombre, salvo gli addensamenti di stratocumuli orografici.
Nelle ore tardo-serali del 19, 20 e 21, il balenìo dei lampi lontani aveva puntualmente segnalato i temporali in corso tra Lombardia, Veneto e Friuli, mentre sia sabato che domenica tali fenomeni, dalle conseguenze anche devastanti, si sono rinnovati in ore diurne.
Pure lunedì 24, giornata da ricordare per il caldo afoso crescente e attutito soltanto dalla gagliarda ventilazione da S-SE, fenomeni di una violenza estrema con danni e vittime si sono ripetuti nelle medesime regioni e l’eccezionale calura ha raggiunto picchi localmente senza precedenti nelle Isole Maggiori.
Una estemporanea celletta temporalesca, nata dal nulla, ha interessato anche la Lunigiana di primo mattino, intorno alle 6. Isolati piovaschi si sono poi notati verso le 10 a macchia di leopardo.
La ventilazione di ostro-scirocco ha recato aria decisamente calda e umida verso l’Appennino e le Alpi: la nottata del 25, perciò, è trascorsa su livelli termici assolutamente inconsueti per le nostre contrade, facendo registrare ai termometri valori di 25-26°C ancora dopo la mezzanotte e portandosi sui 22°C solo tra le 6 e le 7.
Fra l’alba e la prima parte della mattinata, il cielo minaccioso ha dato l’ultima impressione di voler ‘caricare’ qualcosa di grosso, ma poi la miccia si è spenta dopo il minimo sfogo di un rovescetto avvenuto alle 11 circa.
È andata bene così e c’è solo da ringraziare.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni