Le cinque stazione stanno ritrovando una nuova vita. Ma c’è da segnalare il netto calo degli utenti
Sono cinque le stazioni collocate lungo la linea ferroviaria Aulla-Pisa, che attraversa il Comune di Fivizzano: Rometta- Fivizzano- Soliera, Gassano, Gragnola, Monzone-Monte dei Bianchi-Isolano, Equi Terme. Sono le stazioni, a parte Equi, del primo tratto della ferrovia, aperto nel 1912, che da Aulla arrivava a Monzone. è ad essa che si deve il cambio radicale “dell’economia e del tenore di vita” degli abitanti della Valle del Lucido, perché le cave e la segheria di Monzone dettero lavoro a centinaia di persone, “che, però, non abbandonarono l’agricoltura, il cui reddito si aggiunse a quello dell’industria” (G. Pellegrinetti).
Il 21 marzo del 1959 fu il Presidente della Repubblica Italiana Giovanni Gronchi ad inaugurare il tratto che mise in comunicazione la Lunigiana con la Garfagnana, Equi Terme con Minucciano – Pieve di San Lorenzo e Piazza al Serchio, attraverso la galleria del Lupacino, lunga ben 7.515 metri. I lavori costarono la vita a 7 operai. Queste stazioni hanno avuto, fino agli anni Ottanta, una vita funzionale al trasporto delle persone, in particolare degli operai che si recavano alla Spezia, in Arsenale, all’Oto Melara, alla San Giorgio, al Muggiano, e degli studenti che raggiungevano le Scuole Superiori lunigianesi. Moltitudini di abbonati invadevano i piazzali all’arrivo del treno a vapore, ma i più anziani, e, poi, non tanto, ricordano anche che a Monzone venivano caricati sui vagoni camion di quarzo, bianco o rosso, scavato sui monti che circondano il paese e Aiola, destinazione Saint Gobain, e che lì scendevano dai carri, e poi vi risalivano, greggi di pecore che dalla pianura pisana o dalla Maremma transumavano verso le Alpi di Monzone e i pascoli di Vinca.
Tutto questo oggi non esiste più. Nelle stazioni non è più possibile neppure fare il “biglietto”, in alcune, la littorina Swing neppure ferma. Pochi sono gli studenti che utilizzano il treno (a Monzone se ne sono contati 8), nessun lavoratore. Così vanno le cose, ma le Istituzioni comunali e le Ferrovie non hanno abbandonato al degrado le stazioni, dove un tempo abitava il capostazione. In ognuna, nel Comune di Fivizzano, l’Amministrazione Comunale ha individuato utili forme di recupero, in qualcuna già ultimato, in altre in via di esecuzione. A Rometta, in prossimità della piazza dei Parchi, opera dello scultore Pietro Cascella, sono in corso i lavori per la creazione di un’ampia area Camper, dotata di tutti i servizi, e di alloggi per i pellegrini, che potranno utilizzare biciclette a pedalata assistita, per visitare il territorio. Da segnalare anche che le pareti esterne dell’edificio, in esecuzione del progetto di bioedilizia dell’architetto Stefano Santini, saranno ricoperte da fiori e piantine che creeranno immagini accattivanti con riferimenti alla storia del Comune. A Monzone, da alcuni anni, la stazione, opportunamente ristrutturata, ospita la biblioteca comunale “C. Sisti” e il Centro didattico educativo, frequentato per tutto l’anno da molti ragazzi. La stazione di Equi Terme, nel cui piazzale esterno sta sorgendo un’ampia area Camper, diventerà un centro al servizio del turismo. Gragnola già ospita la sede della Protezione civile per l’emergenza radio, mentre la stazione di Gassano sarà destinata, nei locali non conservati dalle Ferrovie, a centro documentale delle stragi nazifasciste. Giustamente il sindaco Gianluigi Giannetti e la sua Giunta vanno fieri degli accordi di comodato d’uso raggiunti, per quasi tutti gli edifici, con le Ferrovie e di aver individuato, usufruendo anche di finanziamenti delle Aree interne, un utile impiego di un patrimonio edilizio pubblico altrimenti destinato, per l’abbandono, ad un progressivo deterioramento.
Andreino Fabiani