Dopo la tragedia sfiorata del pullman precipitato nella scarpata con venti passeggeri a bordo
Spente le luci sul drammatico incidente del 30 maggio scorso, quando un pullman di linea è caduto nel burrone sottostante la strada provinciale per Zeri, ora l’attenzione si focalizza sulle inchieste e sulla situazione della viabilità che collega il territorio comunale delle valli zerasche con il resto della Lunigiana. Sembrava un comune primo pomeriggio di martedì quando il mezzo di Autolinee Toscane, per cause sulle quali si sta indagando, ha scavalcato il guard rail non lontano dalla località Tecchia Rossa non lontano da Codolo, scivolando lungo la ripidissima scarpata che precipita nel torrente Gordana.
Per fortuna la folta vegetazione ha prima impedito che il pesante mezzo si ribaltasse e poi lo ha trattenuto prima che proseguisse la corsa fino al fondo del torrente, fermandosi a circa metà quota. Un centinaio di metri di caduta trascorsi in lunghi secondi di terrore per i venti passeggeri, compreso l’autista; quasi tutti studenti degli Istituti Superiori dell’Alta Lunigiana al rientro nelle proprie case dopo una mattinata trascorsa a scuola. Sono stati gli stessi studenti a lanciare l’allarme, tra loro anche la figlia del sindaco di Zeri. Lunghi minuti di panico tra i genitori che sono stati tra i primi a raggiungere il luogo, distante quasi dieci chilometri da Patigno e Coloretta.
La macchina dei soccorsi è scattata subito e sul posto sono arrivate decine di persone: volontari e mezzi del 118, Carabinieri, Vigili del Fuoco e uomini del Soccorso Alpino che hanno messo in sicurezza il mezzo e proceduto al recupero dei passeggeri, molti dei quali erano feriti e sono stati ricoverati o medicati nell’ospedale di Pontremoli. Per un ragazzo si è reso necessario il ricovero a Pisa nell’ospedale di Cisanello mentre una ragazza è stata ricoverata al NOA di Massa per alcune fratture.
“Tutti i feriti stanno abbastanza bene e anche le condizioni dei due più gravi stanno migliorando – ci dice il sindaco di Zeri Cristian Petacchi – ma dobbiamo anche considerare le ferite psicologiche e sono quelle che si manifesteranno tra qualche tempo. Per questo, in accordo con le autorità sanitarie, ho già attivato un percorso di supporto che sarà avviato non appena si renderà necessario. Per fortuna sta iniziando l’estate e con le vacanze estive sarà più semplice affrontare il problema”. Proprio in questi giorni a Patigno si è svolto un incontro tra l’amministrazione comunale e i genitori dei giovani per concordare alcune iniziative di supporto ai giovani e alle famiglie. Intanto, mentre procedono le indagini coordinate dalla Procura di Massa per individuare eventuali responsabilità, si è riaperto il dibattito sulla pericolosità di una strada che nel passato, anche recente, aveva registrato numerosi incidenti anche mortali.
Il clamore suscitato a livello nazionale dall’incidente di dieci giorni fa metterà in moto una macchina che possa porre rimedio ad una situazione che sembra sempre di più essere un’emergenza? “In realtà non c’è niente di nuovo, sono tutte cose conosciute – commenta il sindaco di Zeri – come dimostra il fatto che già più di sei mesi fa avevo fatto presente punto per punto la pericolosità della strada consegnando un dossier dove segnalo chilometro per chilometro tutti i punti pericolosi e le insidie di quella strada provinciale”. Nelle scorse settimane, come riportato dal nostro settimanale, la Provincia aveva provveduto ad asfaltarne alcuni tratti, ma anche a giudizio del sindaco serve ben altro. “Anche in questi giorni ho avuto altri incontri con il presidente della Provincia, Lorenzetti – continua Petacchi – Capisco che nessuno ha la bacchetta magica, ma qui occorre intervenire in fretta. Sia Lorenzetti che il presidente della Regione Giani si sono dichiarati disponibili a trovare le risorse per finanziare lavori sulla strada: le cose da fare sono conosciute”. Petacchi rivela anche di aver presentato da tempo al Ministero tre progetti predisposti dal Comune di Zeri per interventi sulle strade: una decina di milioni di euro che a Zeri sperano possano essere finanziati sul PNRR. In tal caso molti interventi potrebbero essere realizzati e la situazione migliore in modo considerevole in breve tempo.
Paolo Bissoli
Consegnata dagli abitanti di Grondola al presidente della Provincia
Una petizione per le frane lungo la provinciale del Brattello
Giovedì scorso, 1 giugno, una delegazione di abitanti di Grondola ha incontrato il presidente della Provincia, Gianni Lorenzetti, per sollecitare interventi urgenti sulle frane che da oltre un decennio minacciano la viabilità lungo la strada provinciale per il passo del Brattello.
All’incontro, avvenuto nella sede della presidenza in Palazzo Ducale a Massa, erano presenti anche i tecnici della Provincia; con il presidente dell’Ente anche la vice, Elisabetta Sordi e il delegato alla viabilità Giovanni Longinotti. A Lorenzetti i rappresentanti della popolosa frazione pontremolese hanno consegnato una petizione firmata dai cittadini che contiene l’istanza di ripristino “della viabilità regolare della strada provinciale 39” e sulla quale “persistono da anni” numerose frane “ed in particolare due nel tragitto Pontremoli-Grondola”.
Una richiesta che “riveste carattere di urgenza per evitare improvvise interruzioni della viabilità in caso di peggioramento delle frane suddette”: una eventuale interruzione della circolazione lungo la strada che collega Pontremoli con Borgotaro arrecherebbe infatti gravi disagi per le frazioni di Grondola, Braia, Bratto e del Brattello.
Inoltre viene chiesta maggior attenzione nella segnalazione dei movimenti fanosi e una nuova asfaltatura della strada, urgente “tenuto conto dei continui scivolamenti, buche e usura del manto stradale”. Nel corso dell’incontro in Provincia si sarebbe parlato di possibili finanziamenti disponibili nel 2024 e della possibilità di effettuare un sopralluogo lungo la strada provinciale del Brattello nelle prossime settimane. (p. biss.)