Massa conferma sindaco Francesco Persiani con il 54,3% dei voti
In una Toscana sempre meno “Rossa” anche il nostro capoluogo sceglie di dare fiducia al centrodestra. Il candidato PD Ricci si ferma al 45,6%

 

Francesco Persiani (al centro con la camicia bianca) festeggia il successo con la sua squadra e alcuni supporter
Francesco Persiani (al centro con la camicia bianca) festeggia il successo con la sua squadra e alcuni supporter

In una Toscana sempre più a destra e sempre meno “rossa” (anche se il Pd resta il primo partito, ma paga la difficoltà nel creare le alleanze), anche il nostro capoluogo, Massa, premia il centrodestra confermando il sindaco uscente, Francesco Persiani. Un risultato che non è mai stato in discussione sin dalle prime fasi dello scrutinio e che ha visto Persiani prevalere nettamente sull’avversario del ballottaggio, Romolo Enzo Ricci, candidato di centrosinistra sostenuto dal Pd. Alla fine la differenza tra i due candidati è stata di 2.524 voti, con Persiani che vince con il 54,36% (15.719 voti) delle preferenze contro il 45,64% (13.195) di Ricci. Uno scarto superiore rispetto anche alla differenza del primo turno che era stata di 1.835 preferenze (11.872 a 10.037) pari ad un divario percentuale appena superiore al 5%.

Andando all’analisi del voto Persiani ha vinto in 57 sezioni su 80, Ricci la spunta in 22 mentre in un solo caso (una delle tre sezioni di Casone) è finita in parità. In particolare, il confermato sindaco ha trovato ampio consenso nella zona costiera (Marina di Massa, Ronchi, Bondano, Poggi, Stazione, Bergiola ecc..) e, anche se in maniera meno schiacciante, nel centro cittadino mentre Ricci ha prevalso (anche se non dappertutto) nelle aree più interne e montane.

Il risultato del voto del ballottaggio di Massa
Il risultato del voto del ballottaggio di Massa

Insomma Persiani torna da vincitore a palazzo civico, poco meno di tre mesi dopo esserne stato estromesso con un voto di sfiducia trasversale pilotato soprattutto dal suo allora assessore, Marco Guidi, di Fratelli d’Italia che ha rappresentato il terzo incomodo nel primo turno del 14 – 15 maggio. E proprio il rapporto che si andrà a creare tra la maggioranza, composta da Lega e Forza Italia, che sostiene Persiani e il partito della presidente del consiglio, Giorgia Meloni, è una delle incognite dei prossimi mesi. È vero che da Roma, contrariamente alle attese della vigilia, è arrivato un chiaro segnale di appoggio a Persiani in occasione del ballottaggio (e nelle urne questo si è visto con quasi 4.000 voti in più rispetto al primo turno per il confermato sindaco) ma allo stesso tempo sembra evidente che sarà difficile cancellare completamente lo “sgarbo” maturato solo pochi mesi fa. Persiani, dal canto suo, assicura che non ha nessun desiderio di rivalsa ed anzi si augura che “Fratelli d’Italia entri in maggioranza e che si possa iniziare a dialogare sui progetti, sulle cose serie. E soprattutto che si possa ricompattare il centrodestra: in Toscana è stato dato un segnale importante, io sono convinto che si debba ripartire da qui”. Per adesso Guidi garantisce che per il momento in consiglio (dove oltre a lui siederanno altri tre consiglieri della sua lista) resterà all’opposizione ma in maniera dialogante con l’amministrazione “abbiamo capito che, dopo il primo turno, era una sfida tra centrodestra e centrosinistra; in una situazione così netta non potevamo venir meno ai nostri obblighi. Adesso il nostro obiettivo è di rianimare una situazione di unità, cercando di eliminare le scorie della campagna elettorale”.

Nel campo avverso, il Pd e in generale il centrosinistra paga le divisioni e i gravi ritardi della scelta del candidato. Il tutto acuito anche dalle frizioni interne con il partito massese collocato quasi tutto con Bonaccini quando invece ha prevalso la Schlein alla guida della segretaria nazionale. Tensioni che si sono inasprite nella ricerca del candidato con divisioni e fratture che hanno fatto sì che nell’ambito del centrosinistra ci fossero, al primo turno, sei diversi candidati. Insomma è evidente che il Pd non è riuscito a riconquistare i suoi tanti elettori delusi e allo stesso tempo non è stato capace di riunire il variegato mondo del centrosinistra. Ricci, alla fine, è riuscito nel non facile impresa di tenere unito il partito e comunque di attrarre voti nel ballottaggio (aumentando di oltre 3.000 preferenze rispetto al primo turno). Ma è chiaro che per i Democratici si prospetta ora una nuova “traversata nel deserto” con soli sei consiglieri comunali (a fronte dei 21 della maggioranza) e potendo far sponda solo con la consigliera Daniela Bennati, candidata sindaca e unica eletta del Movimento Cinque Stelle. Andando ai votanti, si sono recati alle urne poco più della metà degli aventi diritto (51,33%) in calo rispetto al primo turno (60,29%).

(Riccardo Sordi)