
Presentato il nuovo volume di Studi Lunigianesi

Un buon ricordo di Nicola Michelotti, un pontremolese che si ammalò di ricerche storiche tanto da non uscirne più ma ne fu ben lieto, è venuto dalle relazioni del convegno in suo omaggio tenuto il 4 giugno a Pontremoli. Nell’incontro, presenti molti amici e la figlia Anna, è stato diffuso anche il volume 52-53 della rivista Studi lunigianesi monografico su Nicola assiduo ricercatore di documenti e notizie che hanno allargato molto le conoscenze di storia di Pontremoli e di Lunigiana.
L’Associazione “Manfredo Giuliani” ha curato l’edizione e il presidente Giuseppe Benelli già nell’introduzione ricorda i contributi di ricerca e la speciale amicizia fraterna col fondatore Germano Cavalli. Collaborò anche con articoli sulla rivista”Archivio storico per le province parmensi”, su “Cronaca e storia di val di Magra”, su “Studi lunigianesi”, su “Memorie” dell’Accademia Giovanni Capellini.
Lunga è stata la collaborazione col Corriere Apuano con articoli di storia locale e resoconti delle attività degli “Amici del Campanone” costituita nel 1957 per iniziativa di Giancarlo Dosi Delfini per radunare tanti pontremolesi della diaspora a Milano e sempre legati alla terra d’origine. Nicola ne è stato presidente per 45 anni, fu buon organizzatore delle iniziative culturali e di vita di relazione tra i soci aggregati non solo a Milano e non solo pontremolesi, come ha ricordato Tosca Bertolini vicepresidente portando il saluto a nome dei soci.
Riconoscenza per l’immensa mole di pubblicazioni è stata espressa anche dal vicesindaco Clara Cavellini e dal sindaco Jacopo Ferri in un secondo tempo. Marco Angella, dopo un ricordo personale che riconosce in Nicola il suo mentore suscitatore di passione per le ricerche storiche locali, ne ha esaltato le notevoli competenze relazionali: sapeva ascoltare, minuzioso divulgatore.
Sono più di 200 i titoli di argomenti pubblicati, fondamentali i 10 volumi di Genealogie pontremolesi, vi sono rintracciate le discendenze di dieci famiglie di “siuri”, come erano detti dalla gente, scrutando documenti soprattutto privati; ma non è privata la loro importanza: Benelli ha opportunamente ricordato un pensiero del suo maestro Geo Pistarino: la storia delle famiglie è la storia materiale di tutta una comunità.
Nicola Michelotti fu avviato alla passione per le notizie già in famiglia, dallo zio Giuseppe Brunero, ne ha continuato l’impresa in dimensione esponenziale. Ha raccolto dati su personaggi che hanno governato in Lunigiana a cominciare dai Malaspina con le loro divisioni spesso litigiose. Ha scritto di librai, editori incontrati nelle giornate del Bancarella, pittori estemporanei, banda musicale, teatro, feste, monumenti, chiese, tipografi, lapidi, associazioni culturali, Nicola come segretario firmò il 31 gennaio 1976 lo statuto atto di nascita dell’Associazione culturale pontremolese, poi “V. Bianchi”.
Fu promotore con gli Amici del Campanone dell’edizione di Pontremoli dalle origini all’unità d’Italia di N. Zucchi Castellini, due volumi di All’ombra dei cipressi di Verdeno, della Cronaca di Antonio da Faie. La rivista porta la bibliografia completa, curata da Giuseppe Benelli in ben 33 pagine. La rivista riporta il testo integrale di un manoscritto inedito di Giuseppe Damiani del 1584.
Nicola ne aveva possesso, cominciò a copiarlo per la stampa, ma la malattia gli impedì di proseguire e affidò a Paolo Lapi trascrizione e pubblicazione. Ne viene una testimonianza viva di Pontremoli dal 1547 al 1584. Emerge una contrapposizione tra l’autonomia residua del Comune e il ruolo del commissario governativo che rappresentava il potere su Pontremoli del re di Spagna Filippo II.
Scoppiavano guerre per i confini, un esempio è il conflitto tra Pontremoli e Borgo Taro che si contendono il limes dal Borgallo al Brattello, che allora scendeva al di sotto della linea spartiacque. In conclusione tutti gli intervenuti hanno osservato che l’archivio e Biblioteca “N. Michelotti” donati dalla famiglia alla “M. Giuliani” è molto importante anche per le potenzialità che offre di ulteriori ricerche.
A chiusura una scenetta ambientata nei mesi dell’ultima guerra resa con la spontaneità istrionica e mimesi linguistica di Andrea Baldini: quando Uggeri primario chirurgo e un Baldini stavano nascosti in cascina sotto il fieno.
Maria Luisa Simoncelli