Dalla “Life Support” sbarcati 55 migranti a Marina di Carrara

Dopo soccorsi e controlli, il trasferimento nei centri di accoglienza

È la mattina del 19 aprile e alle 8 lanave “Life Support” della ong Emergency entra nel porto di Marina di Carrara scortata dalla vedetta della Capitaneria di Porto. Sulla fiancata di prua dello scafo rosso campeggia la scritta “i diritti umani devono essere di tutti, altrimenti andrebbero chiamati privilegi”.
Un biglietto da visita significativo, dal momento che dalla pancia della nave – che alcuni giorni prima aveva soccorso i migranti in mare recuperandoli da un barcone partito da Zwara, città nella costa nord-occidentale libica distante meno di due ore di macchina da Tripoli – a breve scenderanno 55 migranti appartenenti a diverse nazionalità di Africa e Asia.
Tutti accomunati da un pensiero: la fuga dalla guerra, dalla carestia, dalle crisi umanitarie sparse per il mondo, in ricerca di migliori condizioni di vita, soprattutto per ricominciare a costruire un futuro. Completato lo sbarco alla banchina “Taliercio”, da lì a breve i migranti sono stati trasferiti presso il complesso fieristico di Carrara Fiere per le operazioni di identificazione e gli accertamenti medici del caso. La macchina dell’accoglienza, che già lo scorso 30 gennaio, in occasione dell’arrivo della “Ocean Viking”, aveva funzionato alla perfezione, anche in questa occasione ha svolto con efficienza il protocollo disposto dalle autorità.

Un gruppo di volontari a Marina di Carrara

Anche i rappresentanti delle istituzioni, a cominciare dal prefetto di Massa Carrara Guido Aprea, e dal presidente della Provincia Gianni Lorenzetti, hanno espresso soddisfazione per la sinergia messa in campo per questa operazione di soccorso e accoglienza, grazie a un coordinamento tra tutti i soggetti: Questura, Provincia, Capitaneria di Porto, Autorità Portuale, Croce Rossa, personale sanitario del Distretto delle Apuane della ASL, Protezione Civile e Comune di Carrara.
Dalla sindaca, Serena Arrighi, arrivano parole di ringraziamento per tutti coloro che nei giorni precedenti hanno lavorato perché tutto funzionasse, dicendo inoltre che, vista la situazione internazionale, queste emergenze potrebbero ripetersi. Parole di riconoscenza anche dal vicario foraneo di Carrara, don Leonardo Biancalani, presente a Carrara Fiere; in un comunicato ha dichiarato che “è doveroso ringraziare le istituzioni e le organizzazioni che si sono spese per l’accoglienza e il primo soccorso a queste persone che, dopo tanti giorni difficili di navigazione, hanno raggiunto un porto sicuro attraccando nella terra apuana”.
I 55 migranti provengono dall’Egitto, dall’Eritrea, dalla Somalia, dalla Nigeria, dalla Costa d’Avorio, dal Ciad, dall’Etiopia, dalla Palestina e dal Bangladesh: ci sono anche sei minori, di cui 3 non accompagnati. Una “babele” di lingue e culture che la Questura affronta avvalendosi dell’opera degli interpreti e dei mediatori culturali messi a disposizione da “Casa Betania”, la cooperativa che opera in collaborazione con la Fondazione Migrantes diocesana.
Le attività di mediazione culturale, infatti, sono necessarie come supporto ai controlli medici, eseguiti dal personale sanitario, e alle operazioni di identificazione della Questura, al fine di rendere l’accoglienza di queste persone più completa: sentire infatti parlare la propria lingua in terra straniera, dove non si conosce nessuno, dopo una “fuga dall’inferno”, è un segno importante di solidarietà e di comprensione.
Le operazioni nella struttura di Carrara Fiere sono terminate verso la metà del pomeriggio, quando i migranti sono ripartiti, destinati ai vari centri di accoglienza della Toscana. Un’altra tappa del loro viaggio si è conclusa, in fuga dalla fame, dalle guerre e dalle tante crisi umanitarie sparse nel mondo. (df)