
Domenica scorsa lo sbarco dalla nave Ocean Viking dell’ong Sos Méditerrannée. I 34 minori non accompagnati sono ospitati a Marina di Massa.

Domenica 29 gennaio, dopo un viaggio di 1.500 chilometri che li ha condotti, sia pure dopo varie traversie, ad un porto sicuro, 95 migranti di diverse nazionalità hanno potuto posare il piede in Italia alla banchina «Taliercio» del Porto di Carrara. A scendere dalla nave della Sos Méditerranée – l’Ocean Viking, battente bandiera norvegese – persone provenienti dall’Africa subsahariana, Nigeria, Mali Ghana, Ciad e Costa D’Avorio. Il sentimento più ricorrente nei loro volti era lo spavento. “Sono tutti Paesi per i quali la richiesta di asilo politico è scontata, in quanto non vengono ritenuti sicuri”, precisa Sara Vatteroni della Fondazione Migrantes della nostra diocesi. I primi controlli sanitari a bordo della nave sono stati svolti dagli addetti dell’ufficio di sanità marittima di frontiera (Usmaf). A Carrarafiere, poi, le visite da parte dei medici preposti e la presa in carico da parte dei volontari di Croce Rossa, Anpas e Misericordie – già attivi sulla banchina – al lavoro per l’accoglienza, ma anche per rassicurarli.
Al comune di Carrara, in coordinamento con la prefettura di Massa Carrara, è stata riservata l’organizzazione degli aspetti successivi all’accoglienza con i servizi sociali. Già prima dello sbarco, l’assessore regionale alla protezione civile Monia Monni, presente a Carrara insieme al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e all’assessore al sociale Serena Spinelli, aveva espresso la convinzione che “l’accoglienza di questa terra saprà rendere orgogliosi tutti noi di essere toscani”.
Parole simili aveva pronunciato poche ore prima, nell’accoglienza nel porto della Spezia dell’altra nave dell’ong Geo Barents con 237 migranti a bordo, Mario Sommariva, presidente dell’Autorità di sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, che comprende sia il porto di Marina di Carrara che quello della Spezia: “Siamo prontissimi, abbiamo un compito difficile […] siamo consci di partecipare a un’operazione di solidarietà dando il nostro contributo”. Il presidente Giani ha affermato che “l’accoglienza è nel dna dei toscani, qualche mese fa con gli ucraini ed oggi con chi arriva dal mare”.
Quanto alla scelta del porto sicuro di Carrara operata dal governo, ha sottolineato che “per troppi anni si è lucrato consenso politico sull’immigrazione… mi limito a dire che ad ogni mano innocente tesa la Toscana aprirà sempre il suo cuore, accogliendo chi ha bisogno”. Tra coloro che hanno dato disponibilità per l’accoglienza anche Migrantes e l’associazione Casa Betania, soprattutto con i propri mediatori culturali, che hanno reso più semplici le operazioni di raccolta dei dati personali dei rifugiati, ed il servizio legale. Carrara, dunque, ha risposto con un generoso abbraccio verso chi, fuggendo da fame e guerra, cerca nel nostro Paese un rifugio.
Il primo cittadino, la sindaca Serena Arrighi ha confermato il grande spirito di squadra – a partire dalle istituzioni e fino ai singoli cittadini – e le tante offerte di aiuto e sostegno giunte da più parti. In particolare ha voluto precisare che “i minori di quattordici anni sono sotto la responsabilità del servizio sociale del comune […] una volta ultimate le procedure di accoglienza e di identificazione potranno partire verso le destinazioni individuate”.
A questo proposito, in un comunicato della Prefettura si legge che, “a conclusione delle complessive attività di prima accoglienza, i 34 minori stranieri non accompagnati sono stati trasferiti e ospitati in una struttura individuata a seguito di un avviso esplorativo appositamente pubblicato, mentre tutti gli altri migranti (tra cui vari nuclei familiari con bambini) sono stati analogamente trasferiti presso le località di destinazione individuate dal Ministero dell’Interno e dalla Prefettura di Firenze, situate in Toscana, Marche e Lazio”.
Non c’è stato l’annunciato presidio di protesta della Lega. Quando il coordinatore del partito, Nicola Pieruccini, è arrivato davanti alla sede dell’Autorità portuale, la folla, che portava gli striscioni con la scritta “Nessuno è straniero”, si è agitata. Pieruccini ha voluto, comunque, chiarire il suo pensiero: “non sono contro i migranti ma sono per l’accoglienza equa… non ho voluto portare di proposito trecento persone in piazza per evitare problemi… noto solo la passerella politica del Pd, che ha strumentalizzato lo sbarco”.
Posizioni diverse che, però, si devono misurare con lo spavento, il dolore e la sofferenza espressi nella maniera più umana da un bambino, tra i primi a scendere, che mandava cuori e baci verso la banchina; appena dietro la madre, che stringeva tra le mani un orsetto di pelouche. Un segno, forse, ma che porta in sé tutta l’aspettativa di una vita che rinasce, cui viene accordata una nuova opportunità. (A. B.)