Il plesso del “Tifoni” è organizzato in pluriclassi, ma i 33 alunni che la frequentano non sono penalizzati, anzi
Alzi la mano chi ha frequentato i primi anni di scuola in una pluriclasse. Eh, sì: siamo in tanti. Ebbene ancora oggi i plessi scolastici nei quali l’offerta formativa è organizzata secondo un modello verticale non mancano, soprattutto nei Comuni più disagiati, quelli dove il calo demografico ha ridotto il numero degli alunni. Eccezioni dunque, ma non per questo scuole di serie B, anzi esattamente il contrario. Ne è un chiaro esempio la scuola di Zeri, plesso dell’istituto comprensivo “Tifoni” di Pontremoli, dove la pluriclasse è la regola da anni. Perché le alternative non ci sono: già ci vuole tempo per raggiungere Coloretta dalle frazioni di un Comune diviso in tre vallate, figuriamoci poi dover scendere per un’altra ventina di chilometri fino a Pontremoli lungo una strada davvero disagevole. Ma anche perché questa situazione può essere un’opportunità. A Zeri, infatti, dispongono di una scuola nuova, moderna e accogliente, dotata di tutte le attrezzature comprese quelle informatiche, con ogni confort, dove il tempo pieno è una regola. Qui, ogni giorno per cinque giorni la settimana e un totale di 40 ore, trovano spazio, studiano, giocano e imparano 33 alunni, bambine e bambini in quella organizzazione verticale tipica delle pluriclassi.
Sono 7 alla scuola dell’infanzia, 18 alla primaria e 8 alla secondaria di primo grado; elementari e medie sono divise in tre pluriclassi: 10 alunni in prima, seconda e terza elementare; 8 in quarta e quinta; altri 8 nell’unica pluriclasse che unisce i tre anni delle medie. “Si tratta certo di un modo diverso di lavorare – spiega la professoressa Lucia Mancini, referente del plesso di Zeri – con il quale mi confronto da tempo e che garantisce ottimi risultati. Pensiamo ad esempio alla collaborazione che si instaura tra ragazze e ragazzi di età diversa, si aiutano a vicenda, si scambiano esperienze, crescono insieme”. E gli insegnanti. Anche per loro spesso si tratta di un’esperienza positiva e, nonostante il disagio della distanza e della viabilità, c’è chi chiede questa destinazione o che una volta arrivato qui preferisce rimanere anche potendo scegliere sistemazioni più vicine a casa, perché – spiegano – insegnare a Zeri può essere bello e stimolante. Naturalmente c’è anche chi arriva a Zeri, spesso come primo incarico, resta un anno e poi viene trasferito, ma questo accade anche altrove. A Zeri hanno anche steso un decalogo con i “10 buoni motivi” per frequentare questa scuola. Ci sono sedie e banchi regolabili per assicurare una corretta postura, la tinteggiatura delle aule con colori pastello che favoriscono il benessere degli alunni, le biblioteche di classe e anche la biblioteca 0-6 anni per educare alla lettura fin da piccolissimi. In ogni aula c’è una lavagna interattiva multimediale e postazioni informatiche, utili sia per la didattica che per aprire una finestra sul mondo. Gli spazi per il gioco e lo sport possono contare su un parco-giochi, una palestra attrezzata e un campo in erba sintetica.
E che dire della mensa interna dove i pasti si basano su ingredienti al 100% biologici? Un edificio “verde”, con tanto di impianto fotovoltaico che fa risparmiare all’ambiente 12 tonnellate di anidride carbonica l’anno e circa 5000 euro l’anno sotto forma di riduzione di consumi di energia elettrica. Tanti progetti e attività che uniscono storia, ambiente ed educazione civica, spesso anche al di fuori della scuola, dalle lezioni lungo i percorsi della Resistenza agli interventi di pulitura dei sentieri nel territorio per fare dei bambini cittadini consapevoli. Una scuola al centro della società locale, parte di una “comunità educante” visto che centri di aggregazione e associazioni di volontariato operano in sinergia con essa facendo nascere progetti di cittadinanza attiva. “Quella di Zeri è davvero un’ottima scuola – conferma la dirigente Lucia Baracchini – molto ben strutturata e organizzata, anche se i numeri esigui che registriamo anche alla Scuola dell’Infanzia ci indicano prospettive di ulteriore diminuzione di iscritti nei prossimi anni”. Un vero peccato, perché il modello di insegnamento messo in atto a Coloretta permette di ottenere ottimi risultati: quella che si chiama pluriclasse è in realtà un modello che mette insieme alunne e alunni in base alle loro capacità e al loro grado di apprendimento. La collaborazione tra soggetti di età diversa è di grande utilità nella formazione dell’individuo anche per chi, aiutando gli altri, non è più soggetto passivo che si limita all’apprendimento ma diventa soggetto attivo che insegna quanto ha appreso a sua volta. “Zeri è un esempio da guardare con grande attenzione – conferma la professoressa Baracchini – qui i ragazzi diventano tutor e insegnanti, protagonisti degli altri oltre che di se stessi, in un ambiente dove si cresce insieme con mutuo impegno”. E i risultati sono spesso eccellenti. Proprio in questi giorni una giovane uscita dalle “pluriclassi” di Zeri, Camilla Duri, è stata premiata a Carrara fra i 33 studenti più meritevoli della nostra provincia per il suo brillante risultato: si è infatti diplomata all’Istituto Alberghiero di Bagnone con 100 e lode, il massimo dei voti!
Paolo Bissoli