Nel duomo di Pontremoli il pontificale presieduto dal card. Giuseppe Velardi nella mattinata di sabato 2 luglio festa della Madonna del Popolo

Il solenne pontificale presieduto dal card. Giuseppe Versaldi – presbitero del Sacro Cuore di Gesù a Castro Pretorio, vescovo emerito di Alessandria, prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica – affiancato da mons. Mario Vaccari, da vescovi toscani, da sacerdoti e da diaconi provenienti da diversi vicariati della diocesi, ha segnato l’avvio ufficiale dell’attesa giornata di festeggiamenti per i 400 anni del voto alla Madonna del Popolo. Erano presenti mons. Giovanni Paolo Benotto, arcivescovo metropolita di Pisa; mons. Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia e segretario della Cet; mons. Alberto Silvani, vescovo emerito di Volterra; mons. Lino Pizzi, vescovo emerito di Forlì-Bertinoro.


Importante la risposta dei fedeli, anticipo dell’imponente partecipazione alla processione serale. All’inizio della celebrazione, il vescovo Mario ha rivolto parole di saluto e di ringraziamento al cardinale per aver accettato l’invito a presiedere la celebrazione, tracciando anche un sintetico ritratto della sua carriera ecclesiastica.
Animata dai canti eseguiti dalla Corale S. Cecilia, è così iniziata la S. Messa che, in particolare con la lettura del brano del Vangelo incentrato sulla visita di Maria ad Elisabetta e la conseguente proclamazione del Magnificat, fa memoria della Visitazione della Beata Vergine Maria, un tempo celebrata il 2 luglio (oggi spostata all’ultimo giorno del mese di maggio). Quella data è all’origine della scelta di stabilire in quel giorno il ricordo del Voto del 1622, mettendo in tal modo in evidenza la premura che la Beata Vergine ha nei confronti del suo popolo, “visitandolo”, cioè standogli accanto e soccorrendolo, nelle situazioni di maggiore pericolo.


“Alla vostra fedeltà al voto corrisponde ancor più la fedeltà della Madonna ad essere vicina a voi come Madre premurosa… ogni giorno del vostro vivere”.

Ne abbiamo la conferma alle nozze di Cana: non insiste col Figlio, ma si rivolge ai servitori. Non è lei, quindi, a decidere, perché la salvezza viene unicamente da Dio, ma si avvale del suo titolo di Madre per far presente al Figlio divino le nostre necessità, ancor prima che altri e forse noi stessi ce ne accorgiamo. Quanto dice ai servitori: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela” ci insegna a fare come ha fatto lei: avere una fede che ci fa abbandonare completamente alla volontà del Signore.
In conclusione, l’auspicio e l’invito a far sì che “al giusto omaggio del rinnovamento del voto… possa aggiungersi la conversione del nostro cuore alla volontà di Dio, imitando la fede di Maria Santissima”.
(a.r.)