Festa della Madonna del Popolo: “Maria non cessa mai  di adempiere la sua missione di Madre”

Nel duomo di Pontremoli il pontificale presieduto dal card. Giuseppe Velardi nella mattinata di sabato 2 luglio festa della Madonna del Popolo

Il card. Giuseppe Velardi ha presieduto il pontificale nel Duomo di Pontremoli

Il solenne pontificale presieduto dal card. Giuseppe Versaldi – presbitero del Sacro Cuore di Gesù a Castro Pretorio, vescovo emerito di Alessandria, prefetto della Congregazione per l’educazione cattolica – affiancato da mons. Mario Vaccari, da vescovi toscani, da sacerdoti e da diaconi provenienti da diversi vicariati della diocesi, ha segnato l’avvio ufficiale dell’attesa giornata di festeggiamenti per i 400 anni del voto alla Madonna del Popolo. Erano presenti mons. Giovanni Paolo Benotto, arcivescovo metropolita di Pisa; mons. Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia e segretario della Cet; mons. Alberto Silvani, vescovo emerito di Volterra; mons. Lino Pizzi, vescovo emerito di Forlì-Bertinoro. 

Numerose anche le autorità civili e militari. Oltre al sindaco Jacopo Ferri – che ha provveduto all’offerta del cero in osservanza al voto – e a componenti della Giunta e del Consiglio comunale di Pontremoli, l’onorevole Cosimo Ferri, la vice presidente della Provincia Elisabetta Sordi, i sindaci Annalisa Folloni di Filattiera e Davide Riccoboni di Albareto; rappresentanze dei comuni di Bagnone, Casola in Lunigiana, Mulazzo e Massa. Tra le autorità militari, le rappresentanze sul territorio dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.
La concattedrale si presentava nella veste tradizionale delle occasioni speciali, addobbata con gli storici damaschi tessuti con la materia prima prodotta a Pontremoli, messi in posa con l’aiuto determinante di alcuni volontari della parrocchia del Duomo. 
Importante la risposta dei fedeli, anticipo dell’imponente partecipazione alla processione serale. All’inizio della celebrazione, il vescovo Mario ha rivolto parole di saluto e di ringraziamento al cardinale per aver accettato l’invito a presiedere la celebrazione, tracciando anche un sintetico ritratto della sua carriera ecclesiastica.
Animata dai canti eseguiti dalla Corale S. Cecilia, è così iniziata la S. Messa che, in particolare con la lettura del brano del Vangelo incentrato sulla visita di Maria ad Elisabetta e la conseguente proclamazione del Magnificat, fa memoria della Visitazione della Beata Vergine Maria, un tempo celebrata il 2 luglio (oggi spostata all’ultimo giorno del mese di maggio). Quella data è all’origine della scelta di stabilire in quel giorno il ricordo del Voto del 1622, mettendo in tal modo in evidenza la premura che la Beata Vergine ha nei confronti del suo popolo, “visitandolo”, cioè standogli accanto e soccorrendolo, nelle situazioni di maggiore pericolo.
Nell’omelia, il card. Versaldi ha sottolineato un versetto del Magnificat particolarmente collegato alla festa del Voto: “D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata!”. È Maria stessa, “una giovane sconosciuta figlia di Israele, che profetizza la futura e interminabile devozione” che l’avrebbe accompagnata nel corso dei secoli. “Dobbiamo renderci consapevoli, ha proseguito il cardinale, che qui e ora voi appartenete ad una di quelle generazioni… Prima che i vostri avi e voi stessi pensaste alla Madonna del Popolo, è lei che con amore materno ha pensato e pensa a voi”. La conferma, ha spiegato, è data dalla stessa effige venerata nel duomo: “Maria seduta che sorregge e porge il Figlio Gesù al popolo di Pontremoli”. 
“Alla vostra fedeltà al voto corrisponde ancor più la fedeltà della Madonna ad essere vicina a voi come Madre premurosa… ogni giorno del vostro vivere”.
“Avere fede, ha precisato il cardinale Versaldi, significa credere che a governare la storia umana non sono gli uomini ma l’amore di Dio, che ha creato il mondo perché fosse cosa buona”. E Maria è una donna di fede perché ha “pronunciato il suo sì all’arcangelo Gabriele pur senza sapere a cosa andava incontro diventando la Madre del Messia, ma accontentandosi di sapere che quella era la volontà di Dio”. E obbediente la è stata anche nei confronti del Figlio morente in croce, che la costituisce “Madre di coloro per i quali Gesù sacrificava la sua vita: Donna, ecco il tuo figlio!… Da allora Maria non ha mai cessato di adempiere la sua missione”. Di Maria, ha aggiunto il cardinale, celebriamo gli interventi straordinari, ma “non dobbiamo dimenticare che il ruolo di una madre si esplica più nelle cose quotidiane e ordinarie”, che per essere più nascoste, non sono meno reali.
Ne abbiamo la conferma alle nozze di Cana: non insiste col Figlio, ma si rivolge ai servitori. Non è lei, quindi, a decidere, perché la salvezza viene unicamente da Dio, ma si avvale del suo titolo di Madre per far presente al Figlio divino le nostre necessità, ancor prima che altri e forse noi stessi ce ne accorgiamo. Quanto dice ai servitori: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela” ci insegna a fare come ha fatto lei: avere una fede che ci fa abbandonare completamente alla volontà del Signore. 
In conclusione, l’auspicio e l’invito a far sì che “al giusto omaggio del rinnovamento del voto… possa aggiungersi la conversione del nostro cuore alla volontà di Dio, imitando la fede di Maria Santissima”.
(a.r.)