Luoghi e volti del movimento cattolico nella Diocesi apuana

150 anni dell’Azione Cattolica diocesana: presentati a Massa i primi risultati della ricerca storica

Le vicende del movimento cattolico rappresentano una parte non trascurabile della storia nazionale dall’Unità d’Italia all’epoca contemporanea, in cui i grandi avvenimenti nazionali si intrecciano inevitabilmente con le cronache a livello diocesano e parrocchiale. Un contributo alla riscoperta di questa storia nell’area apuana e lunigianese sta provando a darlo l’Azione Cattolica diocesana, che nel 2022 celebra i suoi 150 anni di vita nell’allora Diocesi di Massa.
Con l’obiettivo di riscoprire il ruolo dei laici nella Chiesa e nella società apuana dell’ultimo secolo e mezzo, l’Azione Cattolica ha offerto la settimana scorsa, in occasione di uno degli eventi di carattere storico culturale organizzati per i 200 anni dell’erezione della Diocesi (ne parliamo in cronaca ecclesiale a pagina x), un primo prodotto della ricerca, finalizzato soprattutto alla riscoperta di eventi, luoghi e volti significativi per la vita associativa, che potrebbe stimolare la curiosità di ricercatori locali su un tema che merita nuovi approfondimenti.
L’originale narrazione scenica con la quale giovedì 7 aprile l’Azione Cattolica ha deciso di presentare in Cattedrale a Massa i primi risultati della ricerca, che a lavoro ultimato diventerà una mostra, riguardano il periodo storico che va dal 1872 agli anni ’30 del Novecento e riguarda la parte massese dell’attuale Diocesi di Massa Carrara – Pontremoli, in quanto devono ancora essere esplorate le testimonianze e gli archivi della ex Diocesi di Pontremoli. Un lavoro parziale quindi, che si arricchirà di ulteriori elementi, ma che già in questa prima fase ha offerto risultati interessanti.
Non è stato facile, per Chiara Pieroni e Dino Bertelloni, che nei mesi scorsi hanno curato le ricerche presso l’archivio diocesano di Massa con la preziosa collaborazione dell’archivista Paola Cervia, selezionare le informazioni salienti nella mole di documenti sull’Azione Cattolica. Notizie certe fanno risalire al 1872 la fondazione dei primi circoli dell’associazione in area apuana, tra le quali Massa, Casette, Fossola e Forno.
Ma è del 1876 il documento più antico ritrovato, una circolare firmata, in stampa da Giovanni Aquaderni, cofondatore con Mario Fani dell’AC: una missiva indirizzata al Vescovo Giovanni Battista Tommasi per invitare i fedeli a recarsi a Roma per una Particolare Udienza. Il riordino dell’Azione Cattolica del 1906, organizzata in Unione Popolare, Unione Economico Sociale, Società della Gioventù Cattolica Italiana, Unione Elettorale fa da preludio all’organizzazione politica dei cattolici: l’Unione Elettorale confluirà nel 1919 nel nascente Partito Popolare. Figura determinante fu quella del vescovo Giuseppe Bertazzoni, che nel suo episcopato (1917-1933) sostenne lo sviluppo dell’associazione tanto da essere definito “l’apostolo dell’Azione Cattolica”, ma facendo attenzione a separarla dalle attività politiche.
In un suo intervento sul Bollettino Diocesano, nel 1922, il presule rimarcò la necessità “di non confondere il movimento giovanile cattolico e l’azione cattolica puramente detta coll’azione del partito politico (…) anche per non dare un’arma in mano agli avversari dell’Azione Cattolica, i quali, cogliendo pretesto da certe confusioni, ci accusano di fare politica”. L’episcopato del presule emiliano rappresenta uno dei filoni più interessanti della ricerca anche alla luce degli eventi nazionali che in quegli anni segnarono la storia del movimento cattolico.
Uno di questi fu la I guerra mondiale; per favorire lo sviluppo dell’associazione negli anni in cui i giovani erano in gran parte al fronte, Bertazzoni puntò sulle donne: l’Unione Donne Cattoliche nel 1918 contava 130 socie. Da lì l’Azione Cattolica si consolidò fino ad avere, nel 1927, 300 iscritte nell’Unione Donne, 600 aderenti alla Gioventù Femminile e i 400 alla Gioventù Maschile.
La crescente ostilità del fascismo nei confronti dell’associazionismo cattolico raggiunse il culmine nel 1931 con la chiusura dei circoli e l’occupazione delle sedi a cui seguirono sequestri, interrogatori e vigilanza per gli esponenti più in vista.
A Massa il vescovo chiese in segreto ai circoli di portare in Episcopio vessilli e documenti associativi (“Dovranno venire a prenderle qui” affermò Bertazzoni, secondo una testimonianza scritta di don Bernardino Togneri). La narrazione scenica si è conclusa con un ponte verso le ricerche dei prossimi mesi, rappresentato da due figure simboliche del cattolicesimo del Novecento italiano e massese: quella del giovane Aldo Moro, che da segretario centrale della Sezione Laureati di AC, nei mesi successivi alla Liberazione invia al vescovo di Apuania una missiva autografa invitandolo a costituire in diocesi un gruppo di laureati e laureate e quella di Alberto Bondielli, un giovane geometra massese, che negli anni ’20 mise a disposizione e energie e risorse personali per lo sviluppo dell’AC e il cui impegno ecclesiale e politico attraverserà 60 anni di storia della provincia apuana. (d.t.)

Sul canale youtube della Diocesi di Massa Carrara – Pontremoli è possibile rivedere la lettura scenica con cui il 7 aprile è stata presentata la ricerca sulla storia dell’AC apuana.