Risultati inquietanti dal primo turno delle elezioni presidenziali
I risultati emersi dal primo turno delle elezioni francesi di domenica scorsa hanno confermato il ruolo di sfidante assunto da Marine Le Pen nei confronti di Emmanuel Macron, ma con un rapporto di forze diverso dal previsto. Al presidente uscente gli elettori francesi hanno assegnato il 27,84% dei consensi, contro il 23,15 toccato dalla leader di Rassemblement national; i sondaggi davano due punti di differenza, vicini al 2,7 del primo turno del 2017. Jean-Luc Mélenchon (leader del partito di sinistra La France Insoumise) si è fermato al terzo posto con il non disprezzabile risultato del 21,95%. Tutti a una cifra gli altri contendenti: tra i risultati più deludenti si segnalano il 4,7% di Valérie Pécresse (Les Républicains) che sancisce l’attuale insignificanza della destra gollista e l’1,75% dei socialisti della sindaca di Parigi Anne Hidalgo, ormai vicini all’estinzione. Può dirsi soddisfatto il leader dell’estrema destra, Eric Zemmour (Reconquête !), che si attesta sul 7,1%. Gli astenuti sono il 27% dell’elettorato.
Almeno tre sono i punti cruciali sui quali si giocherà la vittoria al secondo turno del 24 aprile. Al primo posto la campagna elettorale, condotta dalla Le Pen sui problemi di chi deve arrivare alla fine del mese con risorse sempre più risicate. È il populismo in Italia portato avanti da Salvini, capace di far breccia nella gente comune. A fronte di questo tutti hanno rimproverato a Macron di aver evitato il confronto diretto con gli elettori per seguire problemi importanti (Ucraina, Unione europea, Covid-19) se inquadrati nella politica “alta” ma che nell’immediato non danno risposte concrete agli elettori di cui sopra.
Poi una diversità nell’orientamento del voto tra grandi città e provincia. Nelle prime sia Macron che Mélenchon sopravanzano nettamente la Le Pen che “pesca” consensi nei centri minori e in provincia.
Ma a fare la differenza, come sempre in un sistema a doppio turno, saranno i passaggi di consensi dai candidati estromessi dal ballottaggio ai due contendenti. Marine Le Pen si trova ad avere prospettive mai registrate prima d’ora dalla destra, visto che parte da una base del 32% di voti, essendole garantiti quelli di Zemmour. Più incerta la scelta degli elettori di sinistra che hanno votato Mélenchon. Nelle prime dichiarazioni il leader di La France Insoumise ha sostenuto che neanche uno di quei voti dovrà andare alla Le Pen ma non ha chiarito se i suoi voteranno compatti Macron o se, almeno in parte, sceglieranno l’astensione.
La posta in gioco è decisamente alta perché, al di là dei meriti o demeriti di Macron, una vittoria della destra comporterebbe un netto cambio di rotta nelle scelte politiche d’oltralpe – prima di tutto nei confronti dell’Unione europea – che avrebbe conseguenze rilevanti non solo per la Francia. (a.r.)