Il falò di San Geminiano ha mandato una luce ancora più bella

Nonostante le restrizioni imposte dal momento

Il falò di San Geminiano (foto Walter Massari)
Il falò di San Geminiano (foto Walter Massari)

Nella chiara intenzione di non fare dell’inutile retorica, possiamo affermare, senza tema di smentita, che al falò di San Geminiano anche quest’anno non è mancato assolutamente nulla. Lo stesso clima tipicamente invernale tale da tenere aperti tutti i dubbi; la stessa verve competitiva che aleggiava ovunque al di là del possibile frastuono; lo stesso entusiasmo che cresceva insieme alla fiamma, destinata comunque a salire, al di là della dimensione della pira e di un refolo insistente, per portare più in alto possibile il desiderio che tutto quanto stiamo vivendo possa finire al più presto. Certo, non c’era la solita ressa, quella che fa dell’evento un unicum irripetibile, mancava forse qualcosa alla catasta, ma non è parso così importante, perché in fondo a contare era solo l’effetto dovuto all’esplodere della fiamma e poco conta che non fosse sovradimensionata.

Il momento dell'accensione del falò di San Geminiano (foto Walter Massari)
Il momento dell’accensione del falò di San Geminiano (foto Walter Massari)

Quello che, invece, è e sarà sempre parte integrante di questo incredibile spettacolo c’era tutto e se non era nel possibile confronto con la parte avversa, era nel valore che il momento ha saputo assumere nel suo significato, perché dietro a quanto proposto c’erano comunque i pomeriggi consumati alla ricerca esasperata dei “bochi”, le incredibili sfacchinate per non fare mancare non solo l’indispensabile, ma anche il superfluo, le scorribande festose della “banda”, consapevole del valore dell’impegno e della volontà di tenere comunque vivo lo spirito di gruppo, meglio di “parte”, perché altrimenti il gioco perde il suo vero valore. Se è valso per noi, credo sia valso anche per i non pochi presenti, ovvero nulla è mancato di quello che doveva essere goduto per l’occasione, anzi alla fine il sapore era ancora più gustoso perché sapeva, allo stesso modo, di coraggio e di fatica ma, questa volta, anche di coerenza e responsabilità che sono doti che emergono proprio in frangenti difficili come questi. E siamo sicuri che quanto assaporato resterà a lungo nella nostra memoria proprio per la sua eccezionalità che viene a farsi, nella speranza di tutti, ulteriore punto di partenza verso un futuro che non voglia dire solo normalità, ma poter essere comunque se stessi, in quella costante ricerca di identità e di appartenenza che proprio certe occasioni riescono a rinsaldare. (lb)