L’anno dei tre vescovi: dalle dimissioni di mons. Santucci all’imminenza del nuovo

Il commento

L’ingresso di Mons. Giovanni Santucci in diocesi a Massa il 29 giugno 2010

Tre vescovi, anzi due più uno in pectore, sono al centro dei pensieri e delle discussioni di molti fedeli.
Il primo dei tre vescovi è mons. Giovanni Santucci. Esattamente un anno fa, il 15 gennaio del 2021, rassegnava le dimissioni da vescovo di Massa Carrara – Pontremoli. Nelle dichiarazioni di quei giorni, nei giornali e nelle riprese televisive, mons. Santucci ribadiva che “la sua scelta è stata dettata da motivi di salute” e che non ha subito alcuna pressione per arrivare a tale determinazione.
Dopo l’iniziale sconcerto – la notizia è arrivata “come un fulmine a ciel sereno”, per usare la metafora che il cardinale Sodano pronunciò, a caldo, dopo la rinuncia di Papa Benedetto XVI – è subentrato un tempo di rasserenamento e di riflessione che è culminato nella celebrazione conclusiva, avvenuta nella chiesa di Maria Mediatrice, a Covetta, il 29 gennaio.
Scriveva nella lettera di commiato: “Vi porto tutti nel cuore con affetto e gratitudine. Volerci bene tra noi, vivere la comunione è la cosa più importante anche se faticosa. Grazie a Dio siamo tutti diversi, ma dobbiamo essere i servi dei fratelli. Per me è un taglio doloroso, ma necessario per il bene della mia persona”. In occasione dei saluti finali, il vicario generale don Cesare Benedetti tracciava un breve “bilancio” del governo pastorale della Diocesi, elencando iniziative e progetti realizzati o messi in cantiere. Inoltre ne elogiava lo stile franco e senza fronzoli, la generosità – non sempre capita – e assicurava la preghiera da parte di tutto il popolo di Dio.
Mons. Santucci si è trasferito a Subiaco, cercando, nel silenzio del chiostro e nel distacco dagli impegni del governo diocesano, la pace e la serenità, indispensabili per recuperare forze e energie. Concludeva la sua lettera: “Manterrò nel cuore e nella preghiera, il ricordo di voi, della vostra gente, del vostro impegno e della collaborazione. Insieme a voi pregherò il Signore perché doni a questa Chiesa che amo un vescovo buono e santo che faccia il bene di tutti. Un fraterno ricordo nella preghiera”. Purtroppo non sono mancati in quei giorni, fuori e dentro la Chiesa, commenti e dietrologie, diffusi con il piglio di chi crede di sapere tutto. Terminata l’esperienza di mons. Santucci che – ricordiamolo – non è stato né il primo, né sarà l’ultimo Vescovo a rimettere il mandato prima della scadenza naturale, il Santo Padre, mosso da sollecitudine apostolica, affidava l’Amministrazione ordinaria della Diocesi a mons. Gianni Ambrosio, emerito di Piacenza.

Mons. Gianni Ambrosio

E così siamo al secondo Vescovo. Appena giunto in Diocesi, mons. Ambrosio ha iniziato a proporre la preghiera come pre-condizione per sostanziare qualsiasi iniziativa, quindi ha iniziato una paziente opera di “ascolto”. Muovendosi con ferma delicatezza, coadiuvato dal Collegio dei Consultori, ha spronato la Diocesi ad aprirsi all’azione dello Spirito.
Nei suoi interventi ha richiamato la centralità di Cristo. “Tutto ruota attorno alla sua persona, alla sua missione, al suo insegnamento, alle sue opere. Senza questo ‘centro’, si rischia di girare a vuoto”. In una intervista ha dichiarato: “Ho cercato di ascoltare, di vedere, di consolare, di orientare, mettendo sempre al primo posto la preghiera. Perché la preghiera ci aiuta a ricordare che il Signore Gesù è il nostro Pastore. Nella preghiera ho chiesto di vedere questa terra e questo popolo con gli occhi del cuore, perché ‘non si vede bene che con il cuore’, ci ricordava Saint-Exupery. La comunità ecclesiale apuana ha bisogno di inserirsi con decisione nel cammino sinodale che coinvolge tutta la Chiesa”. Mons. Ambrosio – e di questo lo ringraziamo – ha poi donato alla Chiesa apuana una intensa Lettera pastorale dal titolo “Se tu conoscessi il dono di Dio”. In essa, delineando i contorni del percorso pastorale che stiamo vivendo, ha fatto anche riferimento ad alcuni eventi che ci attendono: dalle celebrazioni per i 200 anni dell’erezione della Diocesi di Massa a quelle per il voto pontremolese alla Madonna del Popolo, il cammino sinodale e la nomina del nuovo presule.
E siamo così giunti al terzo Vescovo, a colui che dovrà guidare la Diocesi nei prossimi anni. Il 2022 è, come ricordato, un anniversario speciale: tra circa un mese, il 18 febbraio si festeggerà il duecentesimo della fondazione di quella di Massa. Chissà se entro quella data sapremo anche il suo nome e cognome così da portelo pregare ed attendere ancora più trepidamente?

Renato Bruschi