Ad Adelano si attende il ritorno del suono delle campane

All’Eremo di S. Maria Maddalena. La “lettera” di fra’ Cristiano ad amici e fedeli

La chiesa di Adelano in una foto dell’autunno scorso alla vigilia dell’inizio dei lavori di restauro

Come tradizione, fra’ Cristiano il custode dell’Eremo di Santa Maria Maddalena, informa i fedeli e gli amici delle iniziative prese e di quanto accaduto ad Adelano. “Purtroppo, anche quest’anno, l’accoglienza all’eremo è stata limitata dalla pandemia – spiega fra’ Cristiano – ma spero che in primavera si possa riaprire l’accoglienza ai pellegrini del Cammino d’Assisi, ai gruppi e alle persone che chiedono ospitalità per vivere qualche giorno all’eremo, condividendone la vita”. Una quotidianità scandita dai tempi lenti di una valle comunque ancora popolata; all’Eremo la vita scorre con i tempi della preghiera e del lavoro che certo non manca.
Uno degli interventi messi in calendario per questo anno che si chiude era il ripristino del manto stradale che porta all’Eremo e la piazza antistante la chiesa. L’opera è stata eseguita a fine agosto: pur essendo le aree interessate di proprietà comunale, come da accordi, la spesa è stata sostenuta per due terzi dalla Parrocchia di Adelano e dal “Progetto Eremo”, mentre il Comune di Zeri ha pagato la parte restante.
Degno di nota il fatto che nel corso dell’anno è iniziato anche il lavoro per il nuovo impianto delle campane. Come si ricorderà, infatti, il fulmine che il 5 novembre 2017 aveva colpito la torre campanaria aveva provocato danni ingenti alla cuspide e al tetto della chiesa, non risparmiando gli impianti elettrici ed elettronici, compreso proprio quello delle campane, oltre al salone dell’accoglienza. Finiti gli interventi murali, necessari alla messa in sicurezza della struttura del campanile, e completata l’installazione del nuovo parafulmini, grazie ad una colletta straordinaria partita da alcuni parrocchiani, si sono potute avviare le operazioni per il ripristino del “concerto”.
“Il desiderio di tutti noi – continua il custode dell’Eremo – è quello che nella nostra piccola valle si possa tornare a sentire il suono tanto caro delle campane, un suono che scandisce il tempo, accompagna gli eventi della vita e, come scriveva San Francesco, serve a ricordare a tutti che di ogni cosa bisogna rendere grazie a Dio”.
Questa volta fra’ Cristiano ha intitolato “E io lavoravo con le mie mani…” la sua Lettera dall’Eremo. “Sono trascorsi più di 25 anni dal mio ingresso nell’Ordine dei Frati Minori – esordisce – e undici dal mio arrivo all’Eremo di Santa Maria Maddalena di Adelano, il 27 ottobre 2010, per iniziare in questo luogo a vivere religiosamente la vita dell’eremo”.

I gravi danni alla cuspide del campanile provocati da un fulmine nel novembre 2017

“La vita dell’eremo francescano è una vita essenziale, vissuta tra la gente in modo discreto e nascosto – continua fra’ Cristiano – alterna la preghiera al lavoro, il silenzio all’annuncio, la solitudine all’incontro. È il tentativo di operare una sintesi tra vita contemplativa e vita apostolica, nella costante itineranza del vivere l’incontro con il Signore e lo stare tra i fratelli in semplicità, una silenziosa proclamazione del Regno, sostenuta e illuminata dall’ascolto, sull’esempio di Francesco d’Assisi che considerava la testimonianza della vita la prima e più efficace forma di evangelizzazione”.
Il lavoro, stabilisce la Regola di vita eremitica, “sia per l’eremita il principale e primario mezzo di sostentamento, un impegno quotidiano che egli possa eseguire all’interno del romitorio o nelle sue immediate vicinanze. Infatti dice il profeta: Mangerai il frutto del tuo lavoro. Il lavoro sia scelto in modo da non spegnere lo spirito della santa orazione e devozione al quale devono servire tutte le altre cose temporali, un elemento di equilibrio esistenziale che, per la sua manualità, faciliti l’osservanza del silenzio e l’esercizio della preghiera continua”.

(p. biss.)