Due sensi unici alternati sulla Statale 62 provocano lunghe code. Ma osservando i precedenti un ripristino della viabilità potrebbe ritardare a lungo
Viabilità lunigianese di nuovo in emergenza. Nonostante l’autunno, fino ad ora, non abbia riservato le precipitazioni prolungate e violente di certi anni, sono due i movimenti franosi che hanno riportato sulla Statale della Cisa, unica arteria di traffico della vallata, i sensi unici alternati regolati da un semaforo. Partendo da sud, il primo si trova al km 20,9, tra Terrarossa e Villafranca, dove la statale sovrasta la piana della Chiesaccia, a poche centinaia di metri dal bivio nord di Fornoli. Qui un movimento franoso sottostrada ha procurato alla carreggiata una deformazione resasi evidente già a fine estate. Da allora l’area dissestata è stata ostruita al traffico che prosegue a senso unico alternato. Di un paio di settimane fa è invece il secondo smottamento, poco più avanti in direzione Villafranca, al km 23,1, in un’area in forte pendenza, periodicamente interessata da frane e smottamenti, dove ha ceduto il versante di collina a monte della Statale. Sebbene i detriti non siano giunti in strada, il fronte della collina appare instabile, cosa che ha raccomandato il restringimento della carreggiata. Fin qui la cronaca di un territorio di cui sono note le sue fragilità idrogeologiche. Ma l’attenzione è rivolta soprattutto al ripristino delle normali condizioni di viabilità su una strada di non facile percorribilità tra traffico, attraversamenti urbani, autovelox e un tracciato da ammodernare in più punti.
Le lunghe colonne prodotte dai semafori nelle ore di punta hanno già prodotto molte polemiche tra gli automobilisti lunigianesi, che hanno l’autostrada a pagamento come unica alternativa per viaggi a medie orarie accettabili. Alla cantierizzazione dei due tratti di strada è chiamato il comparto Anas di Firenze. L’ente nazionale delle strade in questi anni ha mostrato in Lunigiana due modi di operare assai diversi. Da un lato ci sono i grandi interventi straordinari, in cui Anas ha mostrato livelli di efficienza elevatissimi. È il caso della ricostruzione del ponte di Serricciolo, nel 2013: nello scetticismo della popolazione e delle istituzioni che chiedevano un guado per sopperire al crollo del ponte sull’Aulella a causa di un’alluvione avvenuta nel novembre 2012, Anas promise e realizzò il nuovo ponte definitivo in sei mesi. Analoga situazione si sta osservando ad Albiano: dopo la lunga fase di inerzia politica successiva al crollo del ponte di Bettola, Anas è stata posta alla guida di una struttura commissariale e sta realizzando il nuovo ponte, di cui sono già visibili le due pile in alveo, con stadi di avanzamento lavori – la fine del cantiere è prevista per fine marzo – che al momento hanno rispettato le tempistiche previste. Ma l’ente stradale è anche quello che tranquillizzava rispetto allo stato di salute del ponte solo pochi mesi prima del crollo, quando erano già evidenti le crepe nella sede stradale. Ed è anche quello che si è attivato per stabilizzare i movimenti della Statale all’altezza di Stadano solo quando la sede stradale smottò del tutto, nel dicembre 2019, dopo 20 mesi di caos dovuto al senso unico alternato nella zona a rischio frana. Ma tra il 2012 e il 2014 la stessa situazione si verificò tra Fornoli e Villafranca, non lontano dalle attuali frane. E ancora nel 2020, si sono attesi mesi per ripristinare – con pochi giorni di lavoro – la circolazione stradale nel rettilineo a sud di Villafranca, interessato al danneggiamento delle reti di contenimento di un versante particolarmente ripido della montagna. Insomma, se questi sono i precedenti, un rapido ritorno alla normale circolazione tra Villafranca e Terrarossa – ma saremo felici di essere smentiti – appare ancora molto lontano.
(Davide Tondani)
Intanto a Bettola si protesta contro il futuro tracciato della Statale
E mentre nell’alveo del Magra e sulle due sponde del fiume i lavori per la costruzione del nuovo ponte tra Albiano e Caprigliola procedono alacremente, sulla sponda sinistra del fiume sono i cittadini del piccolo sobborgo di Bettola ad essere in fibrillazione rispetto alla nuova viabilità una volta che il nuovo ponte sarà percorribile. Il progetto presentato da Anas a gennaio prevede l’inserzione del ponte sulla Statale della Cisa tramite una rotonda, ricavata utilizzando la vecchia sede ferroviaria e l’area del vecchio casello ferroviario a presidio della galleria, abbattuto pochi mesi fa. Da qui la Statale proseguirebbe laddove una volta passavano i binari della ferrovia e si reimmetterebbe sul vecchio tracciato evitando la problematica curva ad S che passava sotto il ponte ferroviario. Gli abitanti di Bettola hanno però espresso la loro opposizione al progetto, analogamente a quando nel 2017 si dichiararono contrari all’abbattimento della vecchia stazione ferroviaria di Albiano-Caprigliola per fare spazio ad una rotonda davanti all’ingresso del ponte che sarebbe crollato 3 anni dopo. A differenza del progetto ipotizzato 4 anni fa, il fabbricato della stazione non sarà distrutto, ma i cittadini del sobborgo al confine tra Liguria e Toscana continuano a contrapporsi al progetto esecutivo che sarà cantierizzato nelle prossime settimane. I volantinaggi in strada degli ultimi sabati, le dichiarazioni sui social e gli incontri con l’Amministrazione comunale hanno fatto emergere il disagio dei cittadini di Bettola per il traffico che sarà convogliato, dicono, in mezzo alle loro case. Da qui la loro proposta: la rettifica alla Statale corra parallela al fiume, laddove il progetto Anas prevede una strada interna a servizio dell’abitato di Bettola. Una proposta, sostengono i promotori, che tutelerebbe le loro abitazioni, risolverebbe l’annoso problema della curva sotto la ferrovia e che è anche indirizzata a rilanciare l’utilizzo della vecchia sede dei binari, dismessa nel 2005, come pista ciclopedonale che si ricolleghi, poche centinaia di metri dopo, a quella ligure del Canale Lunense: una proposta, al di là dell’accoglienza che le sarà riservata da Comune e struttura commissariale – i tempi per una variazione in corsa del cantiere potrebbero essere strettissimi se non scaduti – che riapre il tema di come riutilizzare il lungo tratto di ferrovia pontremolese lungo il Magra, dismesso con l’inaugurazione della galleria Serena. (d.t.)