Pontremoli: passati in una settimana da 10 a 19. In provincia meno del 30% ha avuto almeno una dose di vaccino
Troppo presto per dire se sia l’effetto di un rilassamento nelle precauzioni o se si tratti di piccoli focolai isolati, certo è che l’aumento dei contagi a Pontremoli e in Lunigiana registrato nell’ultima settimana non è un segnale incoraggiante. Come si può vedere dai grafici qui a fianco, mentre a livello provinciale l’andamento mostra un calo costante del numero dei tamponi positivi, nel nostro particolare le cose vanno meno bene. Un andamento che andrà verificato giorno per giorno, ma che comunque richiede attenzione, soprattutto in vista degli allentamenti nelle misure di contenimento della pandemia annunciati per la prossima settimana. A Pontremoli si è passati dai 10 casi costanti dell’ultima settimana di aprile e della prima di maggio ai 19 conteggiati dall’Asl in quella scorsa, questo anche per il contributo di un piccolo focolaio accesosi in una classe prima delle scuole elementari con alunni e insegnanti posti in quarantena. Anche in Lunigiana nel suo complesso dopo una netta flessione dei tamponi positivi a cavallo tra aprile e maggio i casi sono tornati a salire mentre nel totale della provincia apuana la discesa non ha subìto inversione di tendenza. Un altro segnale da osservare arriva da Massa e riguarda il numero dei ricoveri al Nuovo Ospedale delle Apuane: nonostante la fase discendente dell’infezione lunedì 26 aprile erano ancora 48 i degenti nel reparto Covid, 13 dei quali in terapia intensiva; una settimana dopo erano scesi a 41 con ancora 13 pazienti in rianimazione. Lunedì scorso, 10 maggio, i ricoverati sono tornati a salire fino a 49 persone anche se quelle in terapia intensiva sono scese a 8; dunque casi meno gravi ma, a quanto pare, più numerosi. Intanto dal fronte dei vaccini si conferma un certo ritardo nelle somministrazioni rispetto ad altre regioni: nella nostra provincia all’inizio della settimana erano infatti 19mila le persone immunizzate con la seconda dose, appena il 10% della popolazione residente; una percentuale che sale ma non va oltre il 29% se si prendono in esame i soggetti che hanno ricevuto almeno la prima dose. Risultati che mostrano come per la platea dei vaccinati siamo ancora molto lontani da percentuali “di tranquillità” e che impongono a tutti, giovani e meno, regole di comportamento improntate alla massima prudenza. (p. biss.)