Poste Italiane celebra successi finanziari ma la consegna della corrispondenza affonda sotto il peso dei tagli organizzativi

Unire bilanci economici e rendicontazione sociale è da tempo una consuetudine nel mondo delle aziende. La direzione provinciale di Massa Carrara di Poste Italiane si è allineata a questa prassi, tesa ad incrementare la propria reputazione presso l’opinione pubblica, rendendo noti un mese fa alcuni numeri della propria attività in provincia, sia sul piano economico – 2 miliardi di risparmio gestito tra liquidità e investimenti, 54 mila clienti, l’espansione dei servizi nel ramo delle utility e delle assicurazioni – sia dal punto di vista reputazionale: 421 dipendenti, il record del 70% degli incarichi di responsabilità ricoperti da donne, la cura della formazione del personale e le nuove assunzioni in vista. Insomma, anche nella nostra provincia Poste Italiane, la società per azioni al 61,8% di proprietà dello Stato e al 38,2% quotata in Borsa, desidera mostrare i risultati della trasformazione da ente del parastato, storicamente additato come pachidermico e inefficiente, a società diritto privato, parzialmente privatizzata alla fine degli anni ’90 e fautrice di un modello di organizzazione aziendale capace di bilanci floridi: 10,5 miliardi di fatturato e 1,2 miliardi di utile nel 2020, secondo quanto annunciato dall’amministratore delegato Del Fante a metà febbraio.
Fin qui la narrazione di quella che apparentemente sembra una storia di Cenerentola in versione economico-aziendale. C’è però anche una realtà, sulla cui qualità Poste Italiane tace: è quella del servizio postale universale per l’intero territorio nazionale che dal 1999 – e fino al 2026, quando scadrà l’affido sancito da un decreto legislativo del 2011 – Poste Italiane deve onorare consegnando su tutto il territorio italiano, almeno 5 giorni a settimana, a prezzi accessibili e con adeguata puntualità, posta ordinaria, posta prioritaria, posta massiva (ad esempio bollette e corrispondenza bancaria), raccomandate, assicurate, invii editoriali, pacchi ordinari fino a 20 kg. Quello della corrispondenza, a differenza della raccolta del risparmio e dei prodotti finanziari, è un settore non remunerativo (nel 2020 ha registrato una perdita di 419 milioni), ma compensato da trasferimenti statali: 5,25 miliardi di euro complessivi dal 2009, compresi gli 1,3 che copriranno il periodo fino al 2024, in cambio di prezzi accessibili e requisiti di qualità, che nel corso degli anni sono diventati sempre meno accettabili. Le scelte aziendali, vanificando l’impegno di addetti alla distribuzione e portalettere, sono andate in direzione opposta, agevolate dai governi che si sono succeduti e che hanno concesso a Poste Italiane, all’interno della Legge di Stabilità 2013, la riduzione della velocità di consegna e, con la Legge di Stabilità 2015, il recapito a giorni alterni, che oggi riguarda il 23% della popolazione italiana che vive in 5.125 comuni (compresi quelli lunigianesi, dal 2017).

Ma l’innovazione che ha segnato più di tutti lo scadimento del servizio è stata, nel 2018, la “joint delivery”, cioè la riduzione dei postini addetti alla consegna della posta al mattino per potenziare il più redditizio servizio di consegna pacchi, esploso con l’e-commerce e attivo mattino, pomeriggio e sabato. Il danno all’utenza è stato ovunque palese. In Lunigiana, la riduzione delle zone di distribuzione ha determinato ritardi talvolta di settimane nella consegna della corrispondenza. Ne sanno qualcosa i nostri abbonati vicini e lontani, molti diventati “ex” proprio per questo motivo; il danno che ha subito Il Corriere Apuano si somma a quello di tanti clienti di Poste e soprattutto a quello dei cittadini che come contribuenti sovvenzionano il servizio. A inizio 2016 le azioni di Poste Italiane erano quotate in Borsa 6,97 €. Il primo marzo scorso la quotazione era 9,82 €: una performance azionaria del +40,9%. I successi borsistici sono andati di pari passo con il depauperamento del servizio postale universale: la perfetta rappresentazione delle liberalizzazioni all’italiana e degli effetti benefici del mercato sui servizi pubblici! (d.t.)