
Martedì somministrate le prime dosi negli ambulatori. Ma ciascun medico ha a disposizione solo 6 dosi a settimana

Sono iniziate martedì le prime vaccinazioni negli ambulatori dei medici di famiglia: in Lunigiana i primi a partire sono stati quelli di Pontremoli, Aulla e Villafranca dopo gli incontri che si sono svolti lunedì e indetti dall’ASL per mostrare le modalità di diluzione e preparazione delle dosi da iniettare. Per ora è una partenza poco più che simbolica perché la quantità di vaccino a disposizione è davvero molto piccola: ogni medico, infatti, ha dosi per vaccinare soltanto sei pazienti a settimana! “La speranza è che al più presto la disponibilità del vaccino possa aumentare – spiega il dott. Paolo Arrighi – altrimenti si impiegherebbero mesi solo per vaccinare i pazienti con più di ottant’anni visto che in media ciascuno di noi ne assiste circa duecento”. Si spera nel futuro, dunque; ma per il momento e dopo settimane di annunci e di grande aspettativa le sei dosi di vaccino Pfizer a settimana per ciascun medico è quanto oggi c’è disponibile. Il prezioso farmaco utilizzato questa settimana è arrivato a Pontremoli lunedì con un corriere, mentre i medici si sono dovuti procurare in farmacia siringhe e kit per la vaccinazione. Una procedura, quest’ultima, che nel futuro dovrebbe diventare la norma e probabilmente i medici dovranno procurarsi anche il vaccino nelle farmacie esterne.

Ma al momento ci si è concentrati sulla partenza di una campagna di vaccinazione sulla quale c’è tantissima aspettativa e un’attesa crescente; eppure servirà tanta pazienza: bisogna aspettare la chiamata dei medici perché sono loro a contattare i pazienti via via più anziani a scalare fino ad arrivare a coloro che a “quota 80” arrivano quest’anno. Per ora è tutto semplice visto che vengono coinvolte poche persone a settimana, ma con l’auspicabile aumento delle quantità di vaccino tutto potrebbe diventare più complesso, anche perché per ciascun paziente oltre alla firma del consenso alla somministrazione bisogna riempire dieci pagine di scheda ministeriale. “Doveroso farlo, ma a noi medici che dei nostri pazienti sappiamo tutto e dei quali abbiamo già ogni informazione utile questa procedura forse poteva essere risparmiata visto che richiede molto tempo” spiega il coordinatore di Lunigiana Medica, che chiarisce anche come per la vaccinazione a domicilio dei pazienti che non possono raggiungere gli ambulatori dei medici si dovrà aspettare l’arrivo di un tipo diverso di vaccino. “Al momento abbiamo a disposizione il farmaco di Pfizer – dice – che possiamo somministrare solo in ambulatorio. Potremo iniziare la vaccinazione a casa dei pazienti solo quando arriveranno altri vaccini come ad esempio quello prodotto da Moderna”. Appena avviata la “fase 1” (persone con più di 80 anni) si comincia comunque già a pensare alla “fase 2” quella per i pazienti più fragili: una scelta molto delicata tutta sulle spalle dei medici di famiglia che, in proposito, chiedono a tutti pazienza. “Ci sono molte persone con varie patologie anche molto serie – spiega ancora il dott. Arrighi – alle quale dovremo dare la precedenza indipendentemente dall’età, ma nessuno si deve sentire scavalcato: con l’aumentare della disponibilità dei vaccini estenderemo la campagna a tutti”. (Paolo Bissoli)
Contagi in calo a Pontremoli e da lunedì scorso lezioni in presenza in tutti gli istituti cittadini
Riaperte le scuole. Ma per quanto?

Tutti a scuola! Lunedì mattina sono tornati a sedere dietro i banchi alunni e studenti delle scuole di Pontremoli dopo una sospensione che in alcuni casi si è protratta per quindici giorni: nello scorso fine settimana la sindaca Lucia Baracchini ha infatti firmato l’ordinanza di ripresa delle attività didattiche in presenza per tutti gli istituti scolastici cittadini, dalla scuola dell’infanzia agli istituti superiori. Un provvedimento emesso dopo la comunicazione con la quale la Società della Salute aveva ufficializzato i risultati della “campagna tamponi” effettuata il 13 e 14 febbraio a Pontremoli e il 15 a Filattiera: 5 persone trovate positive su quasi mille test nel primo caso, appena 1 su oltre cinquecento nel secondo. Un vero e proprio sospiro di sollievo dopo giorni di preoccupazione con il numero dei contagi che – come si vede nel grafico – era balzato così in alto da far temere il peggio. La riapertura delle scuole è avvenuta dunque in presenza di dati incoraggianti che mostrano una flessione in atto della curva che ora punta con decisione verso il basso: appena 10 casi nel periodo 16-22 febbraio. Unica limitazione rimasta quella della mensa, sospesa ancora per una settimana e che dovrebbe ripartire il 1° marzo. Si guarda ora con attenzione al fine settimana nel quale tutta la Toscana potrebbe tornare in “zona Rossa”: a livello regionale, infatti, i contagi sono in netto aumento (anche se non in modo uniforme su tutto il territorio) e potrebbe scattare l’inserimento nella fascia più restrittiva. Se questo dovesse succedere da lunedì alcuni istituti scolastici potrebbero chiudere di nuovo i portoni di ingresso e passare ancora una volta alla didattica a distanza. (p. biss.)