Prima ondata di Covid: a Pontremoli e Fivizzano i maggiori decessi di anziani

Tra marzo e agosto un’impennata di decessi in tutte le aree della provincia, in confronto ai dati dei 5 anni precedenti.

CORONAVIRUS

Un’impennata delle morti degli over 65 del 16,4% nella provincia apuana, con un picco del 29,3% nella Lunigiana Orientale. Per chi ancora avesse dubbi sull’incidenza del Covid nella mortalità nella nostra provincia, i dati parlano da soli. E in molti casi sono impietosi. A fornirli sono stati i ricercatori dell’Istituto di Studi e Ricerche (ISR) della Camera di Commercio, che li hanno pubblicati nel Rapporto intermedio sull’economia provinciale presentato lo scorso 17 dicembre. I ricercatori hanno confrontato, comune per comune, la mortalità media dei cittadini ultrassessantacinquenni (ulteriormente suddivisi nelle categorie 65-74, 75-84 e over 85) del periodo 1 marzo – 31 agosto 2020 con i dati medi dell’analogo periodo dei cinque anni che vanno dal 2015 al 2019. I 6 mesi presi in considerazione includono tutto il periodo della “prima ondata” e della fase estiva prima che l’epidemia di Covid-19 riprendesse in tutta la sua gravità. Per rendere più significativo anche il dato dei comuni più piccoli, abbiamo rielaborato i dati aggregando i comuni in 4 zone: Alta Lunigiana, Media Lunigiana, Lunigiana orientale e comuni della Riviera Apuana (compreso Fosdinovo, la cui popolazione, in maggior parte, insiste sulla bassa val di Magra). L’assenza di decimali nel numero medio di decessi 2015-2019 pubblicati dall’ISR rende le percentuali non precisissime ma comunque più che accurate. Dalla necessaria premessa metodologica, passiamo ai dati: Pontremoli (+42,4%), Fivizzano (+37,9%) e Licciana (+35,5%) sono i comuni che hanno visto salire maggiormente la mortalità della popolazione anziana nei 6 mesi considerati.

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Vi sono anche comuni con il segno negativo, cioè con meno morti che negli anni precedenti. Ma anche nelle pieghe di questi “meno” si osservano aumenti di mortalità nelle singole fasce: a Villafranca, per esempio, i morti nella fascia 65-74 anni sono aumentati del 12,2%, pur in un contesto complessivo di calo della mortalità tra gli anziani. In altri casi (Zeri, o Casola, ad esempio) il calo della mortalità è fortemente influenzato dalla popolazione numericamente ridotta di questi comuni. È per questo che abbiamo riaggregato i dati per macroaree geografiche. Si osserva così che la Lunigiana Orientale ha assistito ad una impennata delle morti del 29,3%, con punte del 37% nella fascia degli over 85. In Alta Lunigiana la mortalità tra gli anziani è aumentata del 17,6% complessivamente e del 24% nella fascia 75-84 anni. Anche la Media Lunigiana (+9%) e la zona di Costa (+16,1%) pagano un sensibile tributo alla prima ondata dell’inedita fase sanitaria che il mondo intero sta sperimentando. In generale, a livello provinciale, nei sei mesi presi in esame, sono 189 i morti over 65 in più rispetto alla media 2015-2019 (+16,4%). Un supplemento di lutti importante e tragico – e stiamo parlando solo della popolazione con più di 65 anni! – che ha colpito soprattutto il pontremolese e il fivizzanese ma che, nella seconda ondata (non presa in considerazione in questa analisi) non ha risparmiato il resto della provincia. I freddi numeri, potrebbe obiettare qualcuno, non ci dicono se i deceduti in più siano morti di covid o di altre patologie. è vero: tra quei decessi vi sono sia le morti direttamente o indirettamente collegate al contagio da Covid-19 virus, sia quelle direttamente o indirettamente legate all’emergenza sanitaria che ha imposto pesanti stop o rallentamenti alle attività di prevenzione o cura ordinarie. È anche per rispetto a quelle vittime che lo sforzo di tutti – singoli cittadini e istituzioni – per contenere la diffusione dell’epidemia deve essere massimo. (Davide Tondani)

La tabella con i dati dei decessi nella Provincia di Massa Carrara (Fonte dati comunali: Istituto di Studi e Ricerche, Rapporto Economia intermedio 2020)
La tabella con i dati dei decessi nella Provincia di Massa Carrara (Fonte dati comunali: Istituto di Studi e Ricerche, Rapporto Economia intermedio 2020)