Immigrazione: rallenta il ritmo di crescita del numero di stranieri in Italia

Presentato il Rapporto Caritas-Migrantes 2020 “Conoscere per comprendere” 

39migrantesProprio nei giorni in cui il governo stava mettendo a punto il decreto legge di modifica delle misure in tema di sicurezza varate dal precedente esecutivo giallo-verde, Caritas e Migrantes hanno presentato a Roma il XXIX Rapporto Immigrazione 2020: Conoscere per comprendere.
Un titolo, quello scelto quest’anno, che esprime un invito ma anche una speranza, fino ad oggi andata abbastanza delusa: che una informazione corretta e onesta, basata su dati certi, possa contribuire a far uscire il tema ‘immigrazione’ dal dibattito ideologico, basato sulla paura dell’invasione, per trasferirlo in quell’ambito sociale che dovrebbe rappresentare la sua collocazione naturale. L’analisi dei numeri può e deve essere campo di discussione della politica ma i numeri in sé non possono essere utilizzati in modo disonesto, esasperandone alcuni e nascondendone altri.
Gli stessi mezzi di informazione contribuiscono a questa confusione, dedicando molto più spazio al dibattito politico sul tema (47% secondo il Rapporto) che ai protagonisti reali, siano essi migranti o semplicemente cittadini stranieri (7%). Il documento parte da una analisi del panorama internazionale, dalla quale appare chiaro che l’aumento delle persone migranti nel mondo è confermato anche per il 2019 (anni di riferimento della ricerca). In percentuale, sono giunte ad essere il 3,5% della popolazione, poco più di 270 milioni. A livello di Stati, è l’India (17,5 milioni) a guidare la classifica, seguita da Messico (11,8) e Cina (10,7): migrazioni che, comunque, presentano caratteristiche diverse tra di loro.
24Migranti3Tra i Paesi di destinazione prevalgono nettamente gli Stati Uniti, dove sono giunti 50,7 milioni di migranti, poi l’Arabia Saudita (13,1) e la Russia (11,9). La maggior parte dei migranti (164 milioni) si sposta per motivi di lavoro, circa 80 milioni sono, invece, i migranti “forzati”, quelli, cioè, che si spostano per motivi legati a guerre, persecuzioni o discriminazioni.
Nel corso della presentazione, Oliviero Forti, responsabile immigrazione di Caritas Italiana ha segnalato, tra questi aumenti, quello degli sfollati interni, ai quali, quest’anno, il Papa ha dedicato la Giornata dei migranti e rifugiati. A livello europeo, risulta che le persone migranti residenti nel nostro continente sono salite a 82 milioni, per metà nate nel Paese dove risiedono. Anche qui c’è una “classifica”: a guidarla è abbondantemente la Germani (13 milioni), seguita dal Regno Unito e Francia, rispettivamente con 9 e 8 milioni. Seguono, distanziate, Italia e Spagna con 5 milioni.
30migrantiNello specifico, in Italia nel 2019 i migranti sono cresciuti di 47mila unità, di cui appena 2.500 con permesso di soggiorno. In tutto, gli stranieri residenti nel nostro Paese sono 5 milioni e 300mila (8,8%), un quinto provenienti dalla Romania. Le nuove regole introdotte nel 2019 dai “decreti Salvini” hanno reso ancora più precari i già complessi percorsi di inserimento e integrazione, favorendo lo scivolamento nell’irregolarità: diversi studi arrivano a parlare di oltre 650.000 persone che si trovano in quella condizione.
Riguardo ai più giovani, il 64,4% degli alunni stranieri è nato in Italia, ma – torna ad emergere il tema dello jus soli – non ha la cittadinanza”. Da qui la richesta di Caritas e Migrantes “di intervenire a modificare una vecchia legge, superando gli ostruzionismi politici, che legano i minori ad un fenomeno a sua volta ostaggio della politica”.
Il contributo dei migranti al Pil – riferisce il Rapporto – si quantifica, per il 2018, in139 miliardi di euro, pari al 9% del totale. I circa 2,3 milioni di contribuenti stranieri hanno dichiarato 27,4 miliardi di redditi e versato 13,9 miliardi di contributi, 3,5 miliardi di Irpef e 2,5 miliardi di Iva. Dati che, per chi voglia considerare la questione solo dal punto di vista dei costi, esprimono l’idea di un potenziale economico dell’immigrazione capace di esprimere benefici indiscutibili.
Appare chiaro che i costi per la gestione delle emergenze, saliti a 4,4 miliardi nel 2017, potrebbero essere ammortizzati nel tempo; si calcola, infatti, che una regolarizzazione di tutti i lavoratori stranieri presenti in Italia avrebbe garantito ulteriori entrate superiori ai 3 miliardi di euro. Nel Rapporto si mette anche in risalto come “i cittadini stranieri siano fra le principali vittime di reati collegati a discriminazioni”. Si avverte dunque “la necessità di migliorare la normativa italiana in materia di reati legati alla discriminazione razziale e, con essa, le procedure di denuncia e quindi di riconoscimento della violazione.

(a.r.)