
Dopo una difficile udienza concessa dal Santo Padre al porporato

La notizia della rinuncia del card. Giovanni Angelo Becciu “dalla carica di prefetto della Congregazione delle cause dei santi – che ricopriva da due anni su nomina dello stesso pontefice – e dai diritti connessi al cardinalato” resa nota nel tardo pomeriggio di giovedì 24 settembre dalla Sala Stampa della Santa Sede, al termine dell’udienza concessa dal S. Padre al cardinale, è scoppiata come una vera e propria bomba nel mondo dell’informazione.
Becciu era stato tirato in ballo a proposito della compravendita di un immobile di alto valore nel centro di Londra da parte della Segreteria di Stato, una vicenda ancora oggetto di indagini da parte della magistratura vaticana. Pur non essendo il cardinale indagato nell’inchiesta, le dimissioni sono state subito collegate a quell’affare, dato che in quel periodo Becciu era sostituto delle Segreteria di Stato.
Circa un anno fa era stato il segretario di Stato Pietro Parolin a definire “piuttosto opaca” l’operazione finanziaria collegata alla compravendita, il che aveva indotto Becciu a chiarire di avere “la coscienza a posto” e “di aver agito sempre nell’interesse della Santa Sede”.
A questo si è poi aggiunta una segnalazione della magistratura vaticana – all’origine, sembra del colloquio di giovedì scorso con il Papa – secondo la quale il cardinale sarebbe colpevole di reati di peculato per una somma di 100mila euro che, come sostituto della Segreteria di Stato, aveva destinato alla Caritas di Ozieri. Somma che, almeno in parte, sarebbe andata a vantaggio di un fratello del porporato. In sua difesa, il card. Becciu ha tenuto una conferenza stampa nel corso della quale ha fornito la sua versione dei fatti a lui contestati.
“Mi sembra strano essere accusato di questo”, ha spiegato, precisando che i 100mila euro che avrebbe distolto dai fondi destinati alla Caritas di Ozieri, sua diocesi natale, a favore della Cooperativa Spe, diretta da suo fratello, “in realtà sono rimasti lì, come mi ha assicurato e ha poi anche dichiarato il vescovo”.
Quanto ai 300mila euro destinati alla stessa Cooperativa dalla Cei, anni prima, “per aiutarla ad organizzarsi”, il cardinale ha precisato che “quei soldi non erano miei, erano della Cei”.
”Non capisco perché io venga accusato di favoreggiamento per la mia famiglia”, ha proseguito Becciu denunciando anche una campagna stampa sfavorevole da parte di alcuni giornali e annunciando querele per questo: “Chi ha scritto questi articoli, era determinato a far vedere che io ero corrotto”. “Inoltre ha precisato che “con il Papa non abbiamo parlato del palazzo di Londra in Sloane Avenue”.
“Mantengo la mia serenità e rinnovo la mia fiducia al Santo Padre. Non lo tradirò mai, sarò fedele”, ha concluso, “spero che prima o poi il Santo Padre si renda conto che c’è stato un equivoco”.