Cerimonia senza pubblico, con alcuni rappresentanti dell’Anpi e la sindaca Baracchini
Un mazzo di fiori, con cinque rose rosse: sabato mattina, 25 aprile, la sezione ANPI “Laura Seghettini” di Pontremoli ha ricordato i partigiani che nei venti, lunghi mesi dell’occupazione nazifascista hanno combattuto sulle montagne pontremolesi fino alla Liberazione, avvenuta il 27 aprile 1945. Graziella “Lalla” Tassi, staffetta partigiana, ha deposto l’omaggio in segno di ringraziamento davanti al monumento in piazza Unità d’Italia; con lei la sindaca di Pontremoli, Lucia Baracchini, che ha accolto l’invito dell’ANPI locale all’iniziativa. Una cerimonia simbolica, senza pubblico, senza presidio, senza bandiere, come impone l’emergenza e le disposizioni governative e della prefettura. Comunque una cerimonia che ha voluto sottolineare il significato della giornata, in attesa di poter festeggiare nelle prossime settimane. Lalla ricorda sempre i giorni della Liberazione, quando il padre Mino Tassi, commissario politico della “Beretta” fu tra i primi ad entrare nella Pontremoli da dove i tedeschi erano fuggiti nella notte tra il 26 e il 27 aprile. Quando Lalla scese da Casalina con gli altri sfollati trovò la strada ingombra di cadaveri, di mezzi fumanti, di cavalli agonizzanti: erano le vittime dell’aviazione alleate che nei giorni e nelle notti precedenti avevano bersagliato le colonne tedesche in ritirata. In un momento così è difficile l’ANPI di Pontremoli non poteva non rendere solenne il 75° anniversario della Liberazione, ancor di più in una situazione di emergenza che richiede, oggi come allora, il contributo consapevole di tutti all’impegno sociale. Non va dimenticato quanto alto sia stato il prezzo pagato per la Liberazione: una quarantina i partigiani caduti, pontremolesi o arrivati qui da altri territori, molte decine quelli feriti. Due le medaglie d’oro al valor militare alla memoria: a Fermo Ognibene, “Alberto”, comandante del “Picelli” caduto da eroe a Succisa il 15 marzo 1944 e al giovanissimo Pietro Polesi “Giacosa” di Guinadi, ucciso in azione l’8 aprile 1945 a Casa Corvi; e poi altre medaglie d’argento a cominciare dal sardo Isidoro Frigau e dal pontremolese Remo Moscatelli caduti al fianco di Ognibene a Succisa; e ad altri due pontremolesi: Giulio Bastelli, di Bassone, comandante partigiano morto pochi giorni prima della Liberazione per lo scoppio di un ordigno che stava predisponendo e Luciano Gianello “Mirko”, partigiano protagonista della mitica battaglia del Lago Santo, che dopo la fine della guerra accorreva in tutta la Lunigiana per sminare terreni e disinnescare ordigni, morto nel greto del torrente Taverone nel novembre 1945. Senza dimenticare le tante vittime civili: quelle sotto i bombardamenti (un centinaio nel territorio comunale) così come quelle uccise nei rastrellamenti. Un calcolo, per difetto, ne ha contato oltre sessanta!