La leale collaborazione resta un sogno

20consiglio_ministri_salaChi si chiedeva quanto sarebbe durata la luna di miele che, scelta o subita, aveva caratterizzato le prime settimane di pandemia ha già avuto la sua risposta: da diversi giorni, infatti, il panorama politico è tornato a farsi sempre più vicino alla normalità, che per il nostro Paese è spesso sinonimo di “tutti contro tutti”, l’esatto contrario dello spirito di collaborazione che sarebbe necessario in presenza di una crisi di una gravità tale da rendere necessaria la consultazione dei libri di storia per trovarne di simili.
Grave è la situazione dal punto di vista sanitario: le morti di migliaia di persone e il dolore dei loro congiunti; l’incertezza delle conseguenze per le persone colpite dal virus in modo grave; lo stress di chi è stato contagiato in modo meno aggressivo, di chi è rimasto terrorizzato dalla paura del contagio, di chi ha subito danni psicologici da mesi di isolamento tra le mura domestiche. Poi il baratro della crisi economica di cui abbiamo scritto più volte e che anche in questo numero trattiamo in terza pagina.
Tutto questo per dire che l’emergenza non è superata, nonostante la gran voglia di avviarci ad una parvenza di normalità. A fronte di tutto questo, a livello istituzionale, si sta assistendo ad una bagarre che non risparmia nessuno, essendo tutte le forze in campo, in modo più o meno attivo, coinvolte.
Ogni attore, infatti, in una società basata sull’apparire fa di tutto per dire la propria ragione (bisogna ammettere che di ragioni ce ne sono diverse, a volte anche di segno opposto) nel modo più eclatante possibile.
Ecco perché le soluzioni alle diatribe tra le forze di maggioranza non sono cercate in colloqui istituzionali riservati ma “sparate” con quanta più voce possibile, nel timore di non essere sentiti dalle rispettive basi elettorali. In tal modo un decreto all’inizio denominato “aprile” diventa “maggio” o “rilancio” e ancora oggi non si sa quando vedrà la luce: il tutto sulla pelle di qualche decina di migliaia di lavoratori “invisibili”, buoni solo quando c’è da sfruttarli.
La stessa sorte tocca ai bisticci tra Governo e Regioni, con i presidenti di queste ultime impegnati a mostrare quanti più muscoli possibili ai loro elettori. Dall’altra parte, l’opposizione appare da settimane incapace di andare oltre il “ben altro”, dimenticando tutto quello che è stata incapace di fare quando era al governo e limitandosi ad alimentare uno stato di tensione di cui non si sente di certo il bisogno.
Cadono così nel vuoto gli inviti di figure super partes come la presidente della Corte Costituzionale, Marta Cartabia, o il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che più volte hanno richiamato le forze politiche ad uno stile di solidarietà e di leale collaborazione che, già auspicabile in tempi normali, diventa irrinunciabile in tempi di profonda crisi.

Antonio Ricci