Le incertezze che pesano sul calcio professionistico rimbalzano in maniera ancora più esasperante sul settore in quanto anche per i dilettanti le scelte restano appannaggio del Consiglio Federale ed in pratica ai Comitati Regionali non è data facoltà alcuna di intraprendere iniziative, ma solo di attendere quanto verrà deciso, forse ai primi di maggio, a livello nazionale. Nessun risposta, quindi, ai tanti interrogativi che pesano sulla stagione interrotta e sulle prospettive di ripresa dell’attività.
Diventa sempre più difficile, in un quadro carico di incertezze come quello collegato alla ripresa delle attività economiche a livello nazionale, in tutte le loro articolazioni, riuscire a capire cosa accadrà del Calcio, ovvero cosa succederà dei tornei avviati ed interrotti e, soprattutto, come saranno risolti i tanti dubbi che pesano sugli effetti di una stagione che al momento resta sospesa in un limbo senza prospettive. Ma se tanti dubbi restano aperti sul calcio professionistico, logico pensare che la situazione del settore dilettantistico sia ancora più pesante, anche se gli effetti, ovviamente, sono decisamente minori, ma non meno importanti in quanto riguardano una fetta dell’attività sportiva che non ha solo ricadute commerciali ed economiche, ma una chiara ed evidente matrice sociale. In concreto la situazione resta in divenire e forse solo ai primi di maggio, quando si riunirà il Consiglio Federale della FIGC, sarà possibile sapere, come precisa il presidente Mangini nel comunicato ultimo della Comitato Regionale Toscano, quali decisione verranno assunte in ordine alla possibilità di chiudere l’attività e le modalità con cui terminare la stagione sportiva, scelte che restano appunto di competenza esclusiva del Consiglio Federale. Quindi, al momento, e non è un gioco di parole, la palla resta in mano al potere centrale e giustamente i diversi Comitati Regionali, al fine di evitare malintesi e disorientamento fra le società, restano in attesa di quanto sarà deciso dall’alto e non prendono nessuna posizione in ordine a eventuali provvedimenti di chiusura dell’attività dilettantistica e giovanile e alle conseguenti soluzioni attinenti al merito sportivo. Inutile dire che la linea assunta anche dal nostro Comitato regionale sia ampiamente condivisibile e bene ha fatto il presidente a farsi interprete delle necessità del settore presso il presidente nazionale della Lega Dilettanti Sibilia in merito all’incertezza e all’inquietudine che da molti referenti delle Società dilettantistiche vengono manifestate sui destini ultimi della attuale stagione sportiva.
Potremmo dire che ci sembra un po’ poco visto il tempo che è trascorso dal momento dell’interruzione delle attività e che la presa d’atto della sospensione di tutte le attività del settore giovanile, compresi i numerosi ed importanti tornei collegati non solo all’esito della stagione, ma anche per il riconoscimento dei meriti acquisiti sul campo, se non ci ha colti di sorpresa, per lo meno ci ha lasciati abbastanza perplessi, soprattutto in merito ai tornei che coinvolgono atleti già adulti o prossimi alla maggiore età e quindi in grado di comprendere appieno la delicatezza del momento ed in essa gestirsi con la stessa consapevolezza che dovrebbe caratterizzare gli atleti dei tornei maggiori. Conforta nel contempo che, pur nella quasi totale carenza di informazioni di un qualche rilievo per lo meno periodiche, non foss’altro che per fare capire che qualcosa ancora esiste, a livello regionale qualcosa di importante è stato fatto, che si spera possa dare almeno quelle risposte economiche che sono alla fin fine il vero problema di tante società. Come precisa Mangini, il Comitato regionale “si è impegnato per rendere meno incerto il futuro delle Società toscane promuovendo importanti tavoli di lavoro come quello fra ANCI e CONI regionale, sostenendo richieste di supporto economico per l’attività dilettantistica alla Regione Toscana, condividendo importanti proposte economiche e normative, inviate al Governo a favore dell’attività sportiva, stipulando con un istituto di credito, partner del Comitato ormai da diversi anni, un nuovo protocollo relativo ad una linea di credito che potrò rivelarsi utile per la ripresa dell’attività”. Ed ancora, veniamo informati che, a livello nazionale, “il presidente Sibilia è impegnato su due fronti: con il Ministro Spadafora per il rispetto dell’impegno assunto dallo stesso Ministro per la destinazione di 100 milioni di euro per l’attività dilettantistica; con la Federazione per la modifica della Legge Melandri che consentirebbe di avere più fondi dai diritti televisivi a favore delle attività di base della Lega”. Qualcosa, quindi, si sta muovendo e questo conforta non poco specie, proprio per la carenza di informazioni che ha caratterizzato gli ultimi cinquanta giorni di isolamento quasi totale che non hanno fatto altro che incupire ulteriormente le prospettive di chi si trova ad operare in prima linea nella più totale incertezza e senza sapere a quale destino sia votato. Da ultimo, ma non meno importante, l’iniziativa del Comitato regionale che ha richiesto all’Assessore regionale allo Sport Stefania Saccardi la possibilità di autorizzare l’ingresso negli impianti sportivi per i dirigenti e i collaboratori delle varie Società usualmente addetti alla manutenzione per verificarne lo stato e mettere in atto gli interventi necessari, al di là anche dell’eventualità della ripresa dell’attività, ma per un dovere di manutenzione che non vada ad appesantire in prospettiva gli oneri delle Società stesse qualora fossero costrette a ripristini forzati.
La risposta positiva della Saccardi è non solo di conforto ma permette di superare in molte situazioni obiettive difficoltà derivanti dall’applicazione non sempre paritetica delle limitazioni imposte dalle varie realtà comunali. Insomma, direbbe un saggio, qualcosa si sta muovendo, anche se si resta nella più completa incertezza che è poi la cosa che pesa di più, anche perché vivere nel dubbio limita anche la volontà e questa è forse la cosa che pesa maggiormente in un settore come quello dilettantistico dove non sono certo gli interessi materiali a prevalere, ma anche tanti altri valori che non possono e non devono essere disattesi. Inutile dire, infine, che al momento è piuttosto difficile guardare al futuro con ottimismo, almeno in merito alla soluzione attesa dei risvolti dell’attività sportiva ai diversi livelli. Crediamo però possa essere di una qualche soddisfazione, in attesa che vengano prese finalmente delle decisioni chiarificatrici, che ci si sta preoccupando in maniera concreta dei problemi che tante Società si trovano ad affrontare soprattutto a livello economico, perché il risvolto veramente negativo della situazione che stiamo vivendo non sarebbe tanto il fatto che la stagione non vada a concludersi come sperato, ma che nel futuro prossimo proprio il settore del calcio dilettantistico sia quello che pagherà lo scotto più elevato in termini numerici e che quindi molte realtà sociali per difficoltà economiche si trovino costrette a rinunciare ad un momento altamente identitario come quella della squadra locale, intorno alla quale forse si costruiscono sogni non eccelsi, ma per molti altrettanto importanti delle imprese di ben altro livello.
Luciano Bertocchi