Otto marzo, l’impegno delle donne per un nuovo modello di vita sociale

39donne_agricolturaL’ Otto Marzo ricorda, anche ai più distratti, la festa della donna. Una giornata che, nella cornice della mimosa effimera, resta occasione importante di riflessione seria e concreta sulla condizione femminile. Vogliamo porre l’accento sul lavoro femminile per un nuovo modello di vita sociale.
Le donne bussano, con diritto e in modo determinato, chiedono di partecipare a questa opportunità, sentita come un ambito naturale, in cui investire energie, capacità, intelligenza. Dentro questa legittima aspirazione c’è una domanda di tipo nuovo: sotto le cifre di tante occupate e tantissime disoccupate affiora, in rapporto al lavoro, un mutamento culturale diffuso.
Si cercano condizioni per conciliare l’attività lavorativa con la vita privata e dalle mutate situazioni del mondo del lavoro emergono opportunità dalla crisi del modello di lavoro industriale, strutturato in orari rigidi e forte senso di appartenenza aziendale.
Le giovani generazioni vedono il lavoro non come la vita, ma come un “pezzo” importante di essa, di cui beneficiare, in cui esprimersi, ma che deve essere integrato da altri valori.
Da qui una sfida particolare alla donna: riproporre nel lavoro il “femminile”, sempre considerato elemento debole nel mercato del lavoro. è una grande occasione per far crescere tutti in una più piena umanità. Utopia? Certo, se questa identità originale continua a non essere conosciuta perché “scomoda”. Eppure non è impossibile tenere insieme utopia e realismo.
Sono urgenti scelte nell’ambito dell’economia, in ogni settore. Le donne vogliono partecipare a queste scelte, insieme con gli uomini, in nome della comune dignità e responsabilità. Vogliono dare il loro contributo ad una cultura più completa e finora troppo povera di una importante riserva d’amore.
Non possiamo dimenticare che la nostra società è segnata dalla violenza e la donna rimane, sovente, la prima vittima, strumento nelle mani di coloro che covano odio, anche fra le mura di casa. Il prezzo della disuguaglianza gronda di sangue innocente ed invoca l’affermazione del valore “ persona” ad ogni latitudine. Vogliamo un otto Marzo con meno slogan e concreto impegno per una società più equa. Capace e orgogliosa di rispettare la diversità come simbolo di bellezza e ricchezza.

(Ivana Fornesi)