Vi sono molte teorie di come sia nata la giornata della donna, ma spulciando testi e siti internet, l’informazione più attendibile porta alla data del 1910, quando delle donne socialiste, in occasione del Congresso internazionale, hanno fissato all’8 marzo la “giornata internazionale di lotta della donna” (come afferma Maria Rollero).
A parte i racconti o le attestazioni di movimenti politici, sindacali, religiosi, che si vogliono appropriare l’istituzione di questa giornata, è in atto una tendenza di basso profilo, che vuol ridurre la donna ad un ingranaggio produttivo o, civilmente, a una statuetta elettorale.
Possiamo di rimando scomodare Mao: “Le donne portano sulle loro spalle la metà del cielo e devono conquistarsela”, oppure “L’altra metà del cielo”, ventiseiesimo disco di Vasco Rossi, oppure citare Goethe, che scrive: “L’eterno femmineo ci attrae e ci porta in alto”. Con queste immagini e pensieri sulle donne, si può riportare la giornata a una dimensione umana sia dal punto di vista filosofico che sentimentale e toglierla da un’ulteriore occasione di esercitare il sovrastante consumismo.
Il dott. Costantino Paolicchi, all’Università del tempo libero di Fivizzano, nella conferenza su “Tessitura, un’antica arte, patrimonio culturale delle donne”, toglieva il velo a un sentire comune, che vede nei secoli la donna passiva rispetto all’evolversi dell’umanità. Al contrario, evidenziava come la donna sia stata attiva e creatrice nel procurare benessere al genero umano, dimostrando con immagini storiche estese a tutte le regioni e popoli del pianeta, che le donne con la scoperta dei fili da canapa o da lana, delle proprietà delle piante, da cui trarre variopinti colori, abbiano di fatto offerto la seconda opportunità di benessere, dopo l’utilizzo del fuoco, creando, tramite la tessitura, stoffe con cui coprire e vestire il corpo umano, sostituendo l’unico utilizzo delle pelli.
Già questa ricerca porta la donna ben oltre la strumentalizzazione, che alcune filosofie hanno fatto delle donne, per far quadrare i loro ragionamenti volti a giustificare una società maschilista supportata da ragionamenti della corrente aristotelica e scolastica, che pongono la donna come passaggio dal mondo animale per arrivare a quello superiore dell’uomo maschio.
Nonostante le umiliazioni imposte da alcune filosofie e religioni, la donna è sempre stata una forza creatrice, sia perché è l’essere umano che riesce a concepire e a partorire una nuova vita umana, sia perché anche nei tempi più bui ha continuato a coltivare la sua abilità nel tessere (ordire), tanto da incorrere nel sospetto di stregoneria per le sue abilità di tessitrice.
Lidia Menapace, nelle sue conferenze, affermava che alle donne fiorentine si debba attribuire la diffusione della partita doppia come risposta al mercanteggiare dei mariti. Esprimeva poi la propria idea sull’emancipazione della donna con il detto popolare: “Non si può essere indipendenti nella testa, se si dipende dalle scarpe”.
Nonostante i pregiudizi, lungo la storia le donne hanno sempre lanciato il cuore e la mente al di là dei confini, fino ad arrivare agli innumerevoli modelli illuminanti odierni: l’astronauta Samantha Cristoforetti, Fabiola Gianotti, direttrice del Cern di Ginevra, Nicole Orlando, l’atleta paraolimpica vincitrice di quattro medaglie d’oro, e tante altre ancora (ciascuno può riflettere cogliendo figure dalla sua memoria e dalle sue conoscenze) quante sono le stelle del cielo.
Corrado Leoni