Migliaia di migranti spinti dai turchi e respinti dai greci

Lacrimogeni e proiettili di gomma sui migranti al confine tra Grecia e Turchia: è emergenza umanitaria

10Turchia_Grecia“Circa 10mila migranti sono ammassati nella terra di nessuno tra la Grecia e la Turchia, mentre gli scontri con la polizia greca diventano sempre più feroci, è una crisi umanitaria in corso”. Lo racconta in prima persona al Sir l’inviato speciale della televisione nazionale bulgara “BNT” Ivo Nikodimov, dopo la decisione del governo turco di denunciare gli accordi con l’Unione europea e non fermare più chi tenta di arrivare in Europa.
Dal 29 febbraio migliaia di persone si sono dirette verso il varco greco-turco tra Kastanies in Evros e Pazarkule in Adrianopoli. “Le autorità turche che hanno portato con le ferrovie di Stato una gran parte dei migranti, cercano di smistarli lungo tutta la frontiera turco-greca. C’è una differenza nei numeri, secondo Ankara sono 75mila persone mentre le stime dell’Onu parlano di circa 15mila”, continua Nikodimov: “Quando hanno visto i giornalisti, hanno iniziato a gridare ‘basta guerra’, e mentre la gran parte dei rifugiati sta cercando di proseguire in modo pacifico, tra di loro ci sono anche giovani aggressivi che sfidano le forze della polizia greca. I poliziotti greci lanciano ondate di lacrimogeni e proiettili di gomma ogni 20 minuti, e si sentono le urla strazianti dei bambini”.
10Grecia_TurchiaLa provenienza dei migranti è diversa, non tutti arrivano dalla Siria ma anche dall’Africa e dall’Asia. Numerose le famiglie con bambini. “Comunque, nonostante il freddo e le temperature notturne prossime a zero gradi, la gente è decisa a rimanere perché non ha dove tornare”. Negli ultimi due giorni ci sono stati tentativi dei migranti di passare il fiume Evros o a piedi o con imbarcazioni improvvisate. Nikodimov ha visto che “sulla frontiera le autorità greche hanno schierato l’esercito e la polizia, installando anche il filo spinato. In pratica in questo varco, la frontiera è completamente chiusa. Sulla terra ci sono resti di razzi segnaletici e lacrimogeni”.
L’inviato racconta che “la Mezzaluna rossa e la Croce rossa hanno iniziato a fornire acqua e pane per evitare veramente un’emergenza umanitaria”. Rimane alta la tensione anche nelle isole greche, dove in poche ore stanno arrivando centinaia di persone mentre la popolazione locale sta schierando i trattori e altri mezzi improvvisati per aiutare l’esercito a fermarli.
10vignettaNel frattempo il governo greco ha annunciato che per il periodo di un mese Atene non accetterà richieste di asilo da persone che hanno attraversato illegalmente il confine. Ieri sera, su Twitter, il premier greco Kyriakos Mitsotakis ha affermato che “Atene invoca l’articolo 78, paragrafo 3 del Trattato di funzionamento dell’Ue, a causa dell’emergenza migranti alle frontiere”, un meccanismo mai usato finora da nessuno Stato membro. Il rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, è stato al confine per vedere di persona la situazione. Purtroppo, denuncia Nikodimov, è “un contesto drammatico dove i migranti sono pedine nella scacchiera dei politici”.
La situazione è precipitata da venerdì scorso, quando il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva annunciato che avrebbe permesso il transito dei migranti verso i Paesi dell’Ue a seguito dell’intensificarsi del conflitto armato a Idlib, in Siria, dove combattono anche militari della mezzaluna, a fianco dei miliziani islamisti, oppositori del regime di Assad. Una scelta, quella di Erdogan, motivata dalla richiesta all’Ue di mantenere gli accordi stipulati nel 2016, quando i Paesi membri promisero 6 miliardi di euro di aiuti ad Ankara per finanziare l’accoglienza non solo dei siriani, e non solo, in fuga dalla fame e dalle guerre.
“La pressione di questa massa di povera gente è enorme” commenta mons. Sevastianos Rossolatos, arcivescovo di Atene e presidente della Conferenza episcopale di Grecia, cercando di fare il punto della situazione. “I rifugiati – afferma – si scontrano da un lato con le Forze greche che cercano di impedire loro l’ingresso nel nostro Paese e dall’altro con quelle turche che invece li spingono, anche con la forza, ad entrare dopo averli portati gratuitamente in bus e taxi a ridosso dei nostri confini. Vivono in condizioni disperate, dormono all’aperto e non hanno nessun aiuto”.
“Si tratta – aggiunge l’arcivescovo di Atene – di profughi arrivati da tanto tempo in Turchia, in larga parte ospitati nell’area di Istanbul. Tra loro, secondo quanto appreso dai media, anche dei detenuti liberati dai turchi. Non sono rifugiati che provengono da Idlib dove adesso si combatte”.
“Per facilitare l’ingresso in Grecia – spiega mons. Rossolatos – i militari turchi starebbero tagliando il filo spinato al confine. Il progetto turco è quello di spingere i profughi verso la Grecia per far pressione all’Ue”. Nella giornata di martedì i presidenti di Commissione Ue, Eurocamera e Consiglio europeo, Ursula von der Leyen, David Sassoli e Charles Michel hanno compiuto un sopralluogo alla frontiera terrestre tra Grecia e Turchia con il premier greco Kyriakos Mitsotakis che ha commentato: “Un’importante manifestazione di sostegno da parte delle tre istituzioni, in un momento in cui la Grecia sta difendendo le frontiere Ue con successo”.

Agenzia Sir