La festa di San Pietro tra solennità e devozione
La chiesa di Avenza e la sua piazza in una cartolina degli inizi del ‘900
La chiesa di Avenza e la sua piazza in una cartolina degli inizi del ‘900

La solennità dei Santi Pietro e Paolo è una delle più care alla tradizione cristiana dei lunigianesi. Lo testimonia la festa in loro onore in tutte le chiese dove si trovano statue di varia fattura. In realtà questi due apostoli, colonne della Chiesa, meritano speciale devozione.
Pietro, il capo, la pietra fondamentale, la radice e il centro dell’unità della Chiesa, alla quale apre ed indica il cammino nel mondo. Paolo, il folgorato e il trasformato. Il testimone e l’apostolo delle genti; il cantore impareggiabile del mistero del Cristo reale e del Cristo mistico.
Per l’uno e per l’altro la scelta non suppone e non trova la realtà che la giustifichi, ma la crea.
Pietro è un semplice pescatore, generoso e facile all’entusiasmo, ma anche codardo e persino spergiuro. Il cristianesimo è fatto di antitesi, qualche volta di apparenti paradossi, affinché più chiara possa mostrarsi la potenza operante di Dio.
Paolo è il giudeo Saulo. Giudeo nell’anima, nella cultura, nella fedeltà alla tradizione. É il feroce persecutore dei seguaci di Cristo. Sulla via di Damasco, una luce e una voce “Saulo, perché mi perseguiti? Io sono quel Gesù che tu perseguiti”. Ricevuto il battesimo, in lui si opera la conversione più rapida e completa, la più vertiginosa che registri la storia. La Chiesa, fondata da Gesù, ha bisogno di un capo che la regga e di chi, come Paolo, faccia espandere il respiro della cattolicità.
Pietro e Paolo: figure, dunque, che trascendono la limitatezza dell’uomo ricordandogli che “Christus vivit”. Pietra miliare nel cammino della Storia.

Ivana Fornesi