San Rocco in Vallescura, l’oratorio dimenticato

Costruito per devozione al Santo passato da qui all’inizio del XIV secolo, reca la data 7 maggio 1489 ed è da tempo in rovina. Un Comitato per salvarlo, ma è un’impresa difficile quanto urgente!

L’oratorio di San Rocco sullo sfondo delle Alpi Apuane
L’oratorio di San Rocco sullo sfondo delle Alpi Apuane

L’Oratorio di San Rocco in Vallescura attira l’attenzione di chi transita lungo la strada tra Virgoletta e Monti di Licciana. La sua facciata chiara contrasta con i colori dei vigneti e delle colline, sullo sfondo di Alpi Apuane che si mostrano in tutta la loro maestosità: una visione di rara bellezza.
Eppure l’edificio, costruito sul finire del XV secolo, da tempo abbandonato è ormai in rovina. La facciata, forse unica superstite della costruzione originaria, è fatiscente; muto e in precario equilibrio il campanile a vela privo delle due campane; divelta gran parte del tetto con ampie aperture tra la muratura e il tavolato ricostruito una quindicina di anni fa con tanto di carta incatramata ma mai ultimato.
L’interno svela particolari architettonici interessanti, ma versa in condizioni tali da metterne a rischio la stabilità. Eppure l’oratorio, una delle testimonianze più antiche e struggenti della devozione della nostra gente, potrebbe ancora essere salvato dalla rovina: i proprietari, la famiglia Bertozzi – che vive a Carrara ma ha origini a Corvarola – sarebbero ben disposti a trovare una forma di cessione pur di vederlo restaurato.
11Oratorio_Vallescura2Il cav. Vanni Bertozzi ha bussato senza esito a tutte le porte: neppure il Comune, la Curia diocesana o altri Enti, hanno accettato di farsi carico del possesso e di finanziare un recupero che richiede un investimento ingente.
Due anni fa i Bertozzi hanno anche costituito il “Comitato dell’Oratorio di San Rocco” (www.sanroccooratorio.com) per favorire il recupero dell’immobile, magari con una raccolta fondi e hanno commissionato un progetto preliminare predisposto dall’arch. Enrico Cibei. Ma in questo lasso di tempo non è stato fatto alcun passo avanti e le condizioni dell’antico oratorio si sono fatte ancora più precarie.
Ed è un vero peccato per una cappella che “fu oggetto di grande considerazione da parte della popolazione e ogni anno vi si celebrò con grande solennità la festa in onore del grande eroico pellegrino il 16 agosto, per onorarlo e ringraziarlo dei benefici ricevuti” si legge nella scheda del censimento di don Borrotti che ci informa come nel 1927 l’oratorio, pericolante per i danni del terremoto del 1920 “venne chiuso al pubblico dal vescovo diocesano mons. Angelo Fiorini. Ora restano solo i muri perimetrali”.
11Oratorio_Vallescura7Ancora don Borrotti ricorda come il Gerini parli del passaggio “verso il 1315 di un pellegrino di Montpellier di nome Rocco, proveniente da Roma ove si era recato dalla Francia per curare gli effetti della peste” e che “giunto all’altezza di Terrarossa intraprese la strada Romea o Francesca e giunse in una località a un chilometro da Corvarola, nel versante del Merizzo, ove sorgeva un camposanto in cui venivano sepolti i morti del Merizzo e quelli di Corvarola, perché questi due paesi formavano in quel tempo una sola parrocchia. Qui si fermò il pellegrino per riposarsi e per ristorarsi, perché la strada che doveva condurlo a Piacenza era ancora molto lunga”.
In memoria del passaggio del santo venne dunque costruito l’oratorio che ancora oggi (ma per quanto?) vediamo e che reca la data “7 maggio 1489”; una devozione a San Rocco tramandata nei secoli se ancora a cavallo tra Otto e Novecento ci furono aspre dispute per lo svolgimento della processione del 16 agosto, in particolare tra le parrocchie di Corvarola e di Gabbiana.

(Paolo Bissoli)