Partecipazione nella vita civile ed ecclesiale: l’impegno del Meic

Conclusa a Camaldoli la Settimana Teologica dei “Laureati di AC”

dav
dav

Si è chiusa al monastero di Camaldoli la Settimana teologica del Meic, dedicata quest’anno a “Democrazia e sinodalità” e che ha visto la presenza di ospiti autorevoli: tra gli altri Rosy Bindi, Ugo De Siervo, Filippo Pizzolato e Cataldo Zuccaro.
Riscoprire il fondamento etico dell’autorità dello Stato nel rispondere ai bisogni delle persone, mettere al centro la sinodalità come stile nella Chiesa ripartendo dalla comunione sono le sollecitazioni che hanno guidato l’appuntamento annuale del movimento “erede” dei Laureati di Azione Cattolica, fondato nel 1932 su impulso di Giovanni Battista Montini, il futuro Paolo VI.
Nel corso dell’ultima sessione, gli oltre 110 partecipanti hanno lavorato a un breve documento conclusivo che intende essere la pista di lavoro degli oltre cento gruppi territoriali del Meic per il prossimo anno. 
Meic Camaldoli Rosy BindiPositivo, per il presidente nazionale del Meic, Beppe Elia, il bilancio dell’iniziativa: “Da molte parti oggi si parla di crisi della democrazia rappresentativa e noi abbiamo cercato di cogliere gli aspetti più significativi di questa crisi e di individuare anche quali sono le iniziative più importanti che da credenti dobbiamo attuare per essere oggi una presenza rilevante”.
Per Elia “in questo momento la Chiesa ha veramente bisogno di recuperare una presenza di laici credenti che sia significativa e responsabile e che sappia svolgere un ruolo attivo nell’identificazione dei problemi, nella lettura della realtà e anche nell’individuazione di possibili percorsi per affrontare le vere urgenze del Paese”.

Il Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale si è interrogato, in uno stile di ascolto e di dialogo, su come immaginare e realizzare forme di partecipazione nella società e all’interno della comunità cristiana. Democrazia
Guardiamo con forte preoccupazione all’attuale momento storico, caratterizzato da una crisi delle forme democratiche di partecipazione e di governo e, più profondamente, dei principi stessi della democrazia. Prevale l’idea che governare significhi contrapporre interessi, in tal modo esasperando, piuttosto che sanando, le fratture sociali: fra italiani e stranieri, fra nord e sud, fra poveri e ricchi, fra giovani e anziani, fra chi è garantito e chi non lo è, fra esigenze nazionali e responsabilità europee…
Siamo consapevoli, come donne e uomini che hanno a cuore la vita civile e democratica, di avere delle responsabilità nel non aver sempre colto la portata di questo processo di degrado della democrazia. Come cristiani e cittadini riteniamo dunque urgente:
– ritrovare quei valori e quella passione civile che hanno ispirato il momento della costruzione democratica del Paese quando si è saputo coniugare visione politica del bene comune e competenze;
– tornare a partecipare attivamente al dibattito sociale e politico, convinti che, nel confronto fra istanze differenti e nella ricerca di adeguate mediazioni, si costruisce una comunità civile coesa e aperta al futuro;
– impegnarci a costruire itinerari di cultura politica, rilanciando il progetto europeo sul piano popolare e istituzionale per una convivenza inclusiva, fondata sulla solidarietà, nel contesto di un’economia sociale di mercato;
– collaborare con altre associazioni e attivare iniziative di studio per raccogliere le sfide globali del nostro tempo, come il divorzio tra verità e comunicazione e la separazione tra finanza ed economia reale, ricercando soluzioni possibili e favorendo buone pratiche a livello locale (come suggerito anche da papa Francesco nella Laudato si’);
– promuovere l’introduzione di nuove forme di partecipazione nel sistema di democrazia rappresentativa, al fine di informare, discutere e deliberare su questioni fondamentali.
Sinodalità
La sinodalità è una dimensione costitutiva della Chiesa, una dimensione tuttavia ancora da realizzare nell’esperienza ordinaria delle nostre comunità.
Come cristiani riteniamo dunque urgente:
– creare reti di relazioni, contribuire alla elaborazione di un modello di Chiesa sinodale che riconosca e valorizzi i carismi di ciascuno;
– avviare una riflessione sul ruolo del laicato nei processi decisionali della Chiesa, a partire dal livello parrocchiale, valorizzando le competenze di ciascuno in uno stile di corresponsabilità nella pari dignità;
– contribuire al dialogo fraterno tra le Chiese cristiane, promuovendo uno scambio di buone pratiche e sperimentando forme di sinodalità;
– avere percorsi formativi alla sinodalità comuni per laici e presbiteri;
– promuovere il discernimento comunitario su questioni ecclesiali e civili, ed esercitare la corresponsabilità nella decisione, esecuzione e verifica delle scelte operate.

Davide Tondani