Questo articolo non appare sul settimanale cartaceo visto che l’incontro si è tenuto dopo la chiusura del giornale per la pausa estiva. Per questo abbiamo deciso di rendere l’articolo accessibile e fruibile da tutti.
Incontro alla Rosa con l’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli
Ripartire dall’ascolto dei cittadini per capire la strada da intraprendere per ridare slancio al partito dopo le dure e clamorose sconfitte maturate nelle urne. Questo è stato il messaggio che è emerso dall’incontro che si è tenuto alle stanze del teatro della Rosa e che si interrogava sul ruolo del Partito Democratico in Lunigiana, in Provincia, ma in senso generale su come il Pd deve metabolizzare e trovare nuova linfa per rilanciarsi sia localmente che a livello nazionale. Ne hanno parlato il segretario comunale del Pd, Francesco Mazzoni, il segretario provinciale, Enzo Manenti, e poi due prestigiosi ospiti, Mauro Taurino, responsabile nazionale del lavoro e l’assessore regionale Vincenzo Ceccarelli. I saluti introduttivi di Mazzoni sono stati anche l’occasione per fare un bilancio della situazione del partito che necessità ora di “un bagno di umiltà. Che questo non vuol dire dimenticare le cose buone fatte ma ripartire dall’ascolto e dalla partecipazione democratica che è sempre stata una ricchezza del nostro popolo”. L’impegno per il Pd è quindi quello di diversificarsi dai populisti (“anche perchè in quella tipologia di proposta l’elettore andrà sempre a preferire l’originale”) non semplificando le soluzioni ai problemi ma attuando una serie di riflessioni profonde e condivise “che devono necessariamente passare dalla fase di confronto e di ascolto”.
Concetti condivisi da Manenti che ha ricordato come a livello locale il Pd abbia perso la guida delle prime due città: Massa e Carrara, storicamente roccaforti rosse, “sono stati fulmini a ciel sereno. Ora bisogna ripartire e questo lo si deve dare dando spazio ai giovani, andando circolo per circolo per proporre idee nuove. E poi c’è bisogno di ricreare un asse di collegamento tra le varie forze che si richiamano al centrosinistra. Non dimentichiamoci che tra un anno si va al voto in otto comuni di Lunigiana e dobbiamo essere pronti ad affrontare questa nuova sfida”.
Molto appassionata la riflessione di Taurino il quale ha evidenziato la difficoltà di leggere il presente (citando come esempio la crisi dei cosiddetti “corpi intermedi”) e che il Pd deve svolgere uno sforzo supplementare per interpretare la realtà attuale. Tanto che secondo Taurino la crisi del Pd non si trova riflessa solo nel risultato del 4 e nelle ultimi amministrative ma arriva da più lontano. Perchè c’è stato “difficoltà nel rapporto con i cittadini. Per questo ora bisogna ripartire dal basso con cose semplici” E secondo Taurino il primo punto da mettere al centro dell’agenda è il lavoro “ritornando a dialogare con sindacati ed associazioni”, ma soprattutto cominciando a dare risposte concrete e per questo sostiene la necessità di “creare nel partito un vero e proprio dipartimento che parli di lavoro. Perchè la modernità del lavoro ci pone di fronte a sfide incredibili: la sicurezza sul posto di lavoro, la formazione, la legalità sul luogo di lavoro. Sono tematiche su cui i populisti non sono in grado di dare risposte al di là degli slogan e su cui invece il Pd deve essere in grado di fornire idee e andare incontro ai bisogni di un popolo che in questi ultimi anni ha perso”.
“non c’è dubbio il Pd in questo momento non va più di moda” è stato l’amaro incipit della riflessione dell’assessore Ceccarelli “in questo momento il Pd governa solo in tre comuni capoluogo nella rossa Toscana. E sempre in Regione in dieci anni ha perso il 19% dei consensi”. Quindi secondo Ceccarelli “c’è bisogno di ripartire dall’ascolto” ma va anche ripensato il partito che deve tornare ad essere orizzontale “e coinvolgere il più possibile i vari circoli, gli iscritti” e meno verticale. Suggerendo anche una netta distinzione negli incarichi in politica e nel partito “chi fa il segretario nazionale non può essere presidente del consiglio come chi fa il sindaco non può essere segretario comunale. Sia per permettere un maggiore concentrazione del proprio impegno sia per garantire una maggiore autonomia del partito che si può permettere di criticare l’azione del governo o dell’amministrazione”. Ma soprattutto è fondamentale “ripartire dal basso. E, a mio avviso, il compito principale che un partito come il Pd dovrebbe porsi è quello di ridurre le diseguaglianze. In parte lo abbiamo fatto, ma potevamo farlo meglio e soprattutto comunicarlo meglio perchè, comunque, ci deve essere un’identificazione tra il Pd e il proprio popolo”. (r.s.)