Mons. Benotto: una Chiesa capace di trasmettere il dono della fede

L’arcivescovo metropolita di Pisa ha presieduto il pontificale in onore di S. Geminiano in concattedrale a Pontremoli nel giorno della festa del Patrono

06Pontificale-SanGeminiano1L’invito da parte del Vescovo Giovanni – “amico carissimo” – a celebrare la festa di S. Geminiano a Pontremoli è un modo per dire la fraternità tra vescovi e fra Chiese particolari: così l’arcivescovo metropolita di Pisa, mons. Giovanni Paolo Benotto, ha iniziato l’omelia del pontificale in onore del Santo patrono di Pontremoli celebrato nel duomo cittadino nel tardo pomeriggio di mercoledì 31 gennaio.
Presenti alla celebrazione confraternite, numerose autorità militari e civili; tra queste, oltre alla rappresentanza cittadina, le delegazioni dei comuni di Modena e di S. Gimignano, che hanno presentato al celebrante l’offerta dei ceri e dell’olio. Numerosi anche i sacerdoti che hanno concelebrato assieme ai due presuli il pontificale, animato nei canti dalla Corale S. Cecilia.
06mons_Benotto“Evangelizzatore, difensore della fede, testimone di fede in Cristo Gesù in un momento di passaggio epocale, come è il nostro tempo, da quelle che erano le ultime rimanenze del culto pagano a una vita cristiana, impostata secondo il Vangelo, alla sequela di Gesù”: così mons. Benotto ha delineato la figura del santo. Ha poi sottolineato alcuni elementi che sono propri di chi ha la responsabilità dell’annuncio ma riguardano anche tutti coloro che accolgono il dono della Parola di Dio.
Non sono responsabili dell’annuncio del Vangelo soltanto coloro che il Signore ha scelto e inviato a guidare il popolo cristiano: “C’è una responsabilità che sta prima di questa chiamata e che è legata in maniera intima alla chiamata battesimale che abbiamo ricevuto”. L’esperienza di fede deve essere condivisa con tutti, con modalità diverse secondo la vocazione e la missione ricevute, ma nessuno dei discepoli del Vangelo può dire: “Non sta a me”.
Nella seconda lettura l’apostolo Paolo dà la sua testimonianza: “Per me annunciare il Vangelo non è un vanto, qualcosa di cui mi glorio, è un dovere che mi si impone: ‘Guai a me se non annuncio il Vangelo!’, scriveva ai Corinzi. Perché tutte le volte che la nostra esperienza di fede diventa chiusa su se stessa la mia stessa fede si impoverisce”. La fede cresce, fruttifica soltanto quando io la annuncio, la testimonio, la condivido. “Geminiano passò gli Appennini per annunciare il Vangelo in queste zone. Oggi, credo, dobbiamo passare montagne molto più alte: la montagna dell’indifferenza, della approssimazione nelle cose che riguardano Dio, di una individualizzazione esasperata dell’esperienza della fede”.
06Pontificale-SanGeminiano2Paolo si dichiara servo di tutti per guadagnarne il maggior numero: debole per i deboli, tutto a tutti per salvare a ogni costo qualcuno; tutto questo solo per il Vangelo, per diventarne partecipe. Ne deriva una Chiesa che non tiene per sé il tesoro prezioso ricevuto dai padri, ma lo porta là dove sono i luoghi della vita di tutti i giorni, “cominciando da casa nostra perché a volte la montagna più ardua da superare nell’annuncio della fede, paradossalmente, sta proprio all’interno delle nostre famiglie”.
“Una Chiesa che non diventa capace di questa condivisione, di questo annuncio rischia di rimanere incapace di generare, soprattutto nel mondo dei giovani, questo stesso incontro col Signore che noi abbiamo fatto, incapace di estendere il percorso del Regno di Dio a tutti i fratelli e sorelle che incontriamo”. Se ciò è stato possibile per Geminiano, è possibile anche per noi perché tutti noi: “Non siamo noi, per bravura nostra, a realizzare efficacemente la trasformazione del cuore delle persone: è Dio; ma un Dio che vuol servirsi anche di noi, che chiede a ciascuno di mettersi in gioco per questo cammino di evangelizzazione che ci riguarda tutti… per animare cristianamente il mondo. Il Signore ci chiede di metterci in gioco, lui ci assicura la sua fedeltà: il Signore è fedele per sempre”.
Il Signore era fedele ai tempi di Geminiano, è stato sempre fedele attraverso i secoli e continua ancora oggi ad essere fedele all’uomo, al suo amore, “a questa capacità di far sì che l’amore di Dio possa incontrare il cuore di ciascuno perché possa fruttificare tutti quei doni che il Signore si attende da noi”.
“Chiediamo allora per l’intercessione di S. Geminano, non solo per Pontremoli ma per tutte le nostre Chiese, questa capacità di accogliere con entusiasmo la pienezza dell’amore di Dio che ci viene attraverso la sua Parola per poterla condividere con tutti perché tutti possano sperimentare la forza trasformante del Vangelo”. (a.r.)