Le testimonianze di Giusi Maggioni (insegnante in Uganda) e Alberto Nardini (medico di Emergency)
Una serata dedicata al volontariato nel mondo, ascoltando le esperienze di chi è partito per prestare aiuto e mettere le proprie capacità al servizio dei bisognosi. Venerdì 15 settembre il Museo Archivio della Memoria di Bagnone ha ospitato la presidente dell’associazione onlus “Donne di Luna”, Giusi Maggioni, e il dr. Alberto Nardini, chirurgo abituato a operare nei Paesi colpiti dalla guerra. Davanti a un pubblico numeroso, Nardini ha spiegato i danni che vengono provocati dalle mine antiuomo, per esempio i cosiddetti “pappagalli verdi”: i colori accesi e l’aspetto curioso di questi ordigni attirano l’attenzione dei bambini, che li raccolgono scambiandoli per giocattoli. La loro forma piatta e aerodinamica ne rallenta la caduta quando vengono gettati dagli aerei e dagli elicotteri, permettendone lo spargimento su di un vasto territorio. L’esplosione provoca ustioni e lesioni gravissime, che spesso portano all’amputazione degli arti e alla necessità di usare protesi. “Ho cominciato a fare volontariato 25 anni fa come medico di Emergency – ha raccontato Nardini – e ora faccio parte della Croce Rossa Internazionale; periodicamente lascio l’ospedale Sant’Andrea della Spezia per raggiungere i colleghi impegnati in Afghanistan, Sudan, Kurdistan… Quando andrò in pensione mi dedicherò al volontariato a tempo pieno”.
Anche Giusi Maggioni ha raccontato la sua esperienza di insegnante volontaria, per due mesi, in una scuola elementare dell’Uganda: “Ho scoperto il progetto sul sito dell’Onu, cercavano persone interessate a lavorare alla Kyabirwa Primary School, l’istituto di un villaggio rurale a una decina di chilometri dalla città di Jinja”. L’Uganda è uno Stato dell’Africa orientale, privo di sbocchi sul mare ma affacciato sull’immenso lago Vittoria, che gli regala paesaggi straordinari, come le sorgenti del Nilo Bianco. Giusi è stata ospite di Moses Owino, il vicedirettore della scuola pubblica, che circa quindici anni fa ha creato il progetto umanitario e ha fatto costruire quattro alloggi per i volontari. Il 40% del denaro versato da Giusi e dai suoi compagni per il soggiorno è servito a sostenere le famiglie che non riescono a pagare l’istruzione dei figli, perché il tasso di natalità è altissimo e lo Stato non può garantire a tutti i bambini l’accesso ai libri. “Ho insegnato l’inglese a classi numerosissime – aggiunge – un giorno addirittura a ottanta bambini. Non c’era la luce elettrica né l’acqua corrente, solo contenitori per l’acqua piovana e una pompa pubblica all’aperto. All’inizio è stato difficile, ma sono molto soddisfatta perché ho incontrato persone meravigliose: nel 2018 tornerò a Kyabirwa”. L’associazione “Donne di Luna” ha destinato i proventi del negozio vintage, gestito da quattro anni in occasione della festa di Bagnone, alla costruzione di un reparto maternità nella diocesi di padre Jacques-Marie Nzira Lukumu, nella Repubblica Democratica del Congo. (Ilaria Tonini)