8 marzo, una giornata per progredire nella civiltà: una differenza che è ricchezza per l’umanità

festa della donnaL’8 Marzo ricorda anche ai più distratti la festa della donna. Una giornata che, nella cornice della mimosa turgida ed effimera, resta un simbolo importante per una riflessione seria e concreta sulla condizione femminile. A partire dal nostro Paese, dal quale emerge la figura della donna “acrobata”, impegnata a districarsi, con intelligenza e determinazione, tra il lavoro fuori casa e quello all’interno delle mura domestiche, dedicato in particolare alla cura dei figli e dei genitori anziani. Una persona, dunque, dalle grandi potenzialità che l’Italia non sa valorizzare se non in parte.
Nonostante il profondo cambiamento avvenuto, soprattutto, nel corso della seconda metà del secolo scorso, molto rimane da fare in ogni angolo del mondo per rendere reale la parità tra le due componenti del genere umano. Pur celebrata da artisti e poeti, la donna permane un soggetto troppo debole, soggetta, come risulta dalle cronache quasi quotidiane, al vergognoso fenomeno, mai sconfitto anzi in aumento, della violenza e della discriminazione. Il campanello dell’abisso segnato da atti violenti suona sempre più spesso.
Troppe donne di ogni età ferite, umiliate, soppresse per aver pronunciato un “no” di fronte a pseudo amori: malati, sbagliati, assassini. Donne che in simili orrori non sono inciampate per caso, ma che – e questo fa ancora più male – spesso quella violenza l’hanno scelta e sposata. Soprattutto l’hanno amata, pensando a progetti da realizzare, ad un futuro da vivere in pienezza col sostegno ed il conforto del compagno del cuore. Che dire, poi, del dolore delle spose bambine vendute come oggetti: sorrisi stampati su corpi fragili, con la morte nell’anima.
Non lontano da questa realtà c’è la grossa fetta dell’altra “metà del cielo” posta ai margini delle strade, costretta a vendere giovinezza, intimità e sentimenti. Il prezzo della disuguaglianza è ancora troppo alto da pagare e sprona ciascuno di noi al recupero ed alla affermazione del valore “persona”. Un recupero radicale, capace di sconfiggere i retaggi del passato con una azione educativa forte, fin dai primi anni di vita. La femminilità non costituisce solo una variante sessuale dell’umanità, bensì l’eterna misura della dignità della donna senza scordare che nel suo grembo si è compiuto l’evento più grande della storia: l’Incarnazione.
Un 8 Marzo, quindi, per costruire insieme una società più equa. Capace di rispettare la diversità come simbolo di ricchezza.

Ivana Fornesi