
La nascita del piccolo Pietro, nella frazione fivizzanese, riporta di attualità la riflessione sulla decrescita demografica e sull’abbandono delle piccole comunità

Fosse avvenuta 50 anni fa la nascita di un bimbo a Fazzano, piccolo paese del Comune di Fivizzano, situato su una altura che domina la Valle del Lucido da cui si può ammirare un panorama mozzafiato, sarebbe stata un evento di festa per i genitori e per i paesani, ma non ne avrebbero data la notizia giornali nazionali e tutta la stampa locale, come è avvenuto in questi giorni per la nascita di Pietro, che ha interrotto un periodo di 50 anni senza nascite.
C’è addirittura chi fa risalire l’ultima nascita a 71 anni fa, “quando da poco c’era la tv e al governo c’era Mario Scelba”. I genitori, Alessandro Cagnasso e Rachele Malavasi, non son originari del paese, ma vi si sono trasferiti quasi venti anni fa, perché innamorati del luogo e di una vita a contatto con la natura, lasciando le loro attività per creare una azienda agricola, “La Bucolika”, oggi ben avviata, specialmente nella produzione di farina di castagne e dei derivati ciàn.
Lo stesso nome dell’impresa, di virgiliana memoria, richiama all’amore della vita campestre, alla quale i due sposi si dedicano con ammirevoli passione e rispetto, come è avvenuto anche nella nascita di Pietro.
La venuta al mondo di Pietro, in un paese i cui abitanti si contano ormai sulle dita di una mano, ha riproposto il tema dello spopolamento dei borghi, fenomeno che riguarda ormai tutta l’Italia, in particolare quella della fascia appenninica. Si legge, infatti, che ”entro i prossimi 40 anni spariranno 12 milioni di italiani e ci saranno 2 milioni di ultraottantenni”.
Come ripopolare i piccoli paesi?
Cifre spaventose, di fronte alle quali vengono studiate e fatte proposte per combattere lo spopolamento, come è avvenuto anche recentemente in un convegno a Pontremoli. Basteranno per aumentare le nascite i sostegni alla natalità o per ripopolare i piccoli paesi il miglioramento dei servizi? (Certo che se uno percorre la strada per raggiungere Fazzano, probabilmente perde la voglia di tornarci una seconda volta).
Ed è ancora più triste vedere che sia un paese come Fazzano coinvolto nell’impoverimento di abitanti: lì si vedono belle case padronali, magari da recuperare, abitazioni riportate all’antico splendore, l’oratorio di San Giuseppe ristrutturato con i fondi europei, l’edicola della Madonna, nel secolo scorso ricostruita grazie all’intervento del notaio del comune di Fivizzano Silvio Adreani, a cui sono dedicate due epigrafi in marmo di elogio, per aver ricostruito il sacellum distrutto, per il suo amore per quella terra e per l’attaccamento al lavoro ed ai suoi affetti.
A Fazzano, inoltre, si può ammirare l’abitazione che ospitò Carlo Del Prete, eroe di guerra e trasvolatore, ricordato recentemente in un convegno a Monzone, dove, di ritorno dal Brasile, nel 1928, gli fu organizzata una grande festa. C’è anche chi ha rinnovato e sta curando i propri vigneti, memore del lavoro svolto per molti anni, dopo essersi fatti onore altrove, dai fratelli Baiocchetti. Un paese così merita un’altra sorte rispetto a quella dell’abbandono.
Andreino Fabiani