Seminario: una targa in ricordo dei martiri di Valmozzola
Il momento della scopertura della targa dedicata ai partigiani fucilati a Valmozzola, alla presenza di Franco Marano, e del rettore del Seminario Vescovile, don Pietro Pratolongo.
Il momento della scopertura della targa dedicata ai partigiani fucilati a Valmozzola, alla presenza di Franco Marano, e del rettore del Seminario Vescovile, don Pietro Pratolongo.

Una targa da oggi al Seminario di Pontremoli ricorda l’ultima notte trascorsa da otto giovani patrioti prima di venire fucilati oltre 80 anni fa. Si tratta di giovani antifascisti della Spezia e della bassa val di Magra (ma con loro erano anche tre militari sovietici che avevano disertato dall’esercito tedesco) che nei primi mesi di organizzazione delle formazioni partigiane erano stati inviati nella località dell’alto bagnonese dove il 14 marzo del 1944 vennero sorpresi dai militi della XMas.

Nello scontro a fuoco che ne era seguito tre erano morti, mentre altri nove erano stati catturati e imprigionati nel sottotetto del Seminario di Pontremoli che da pochi giorni era stato requisito dai fascisti per farne base della “Decima”.

La targa, collocata al Seminario di Pontremoli, che ricorda i partigiani fucilati a Valmozzola
La targa, collocata al Seminario di Pontremoli, che ricorda i partigiani fucilati a Valmozzola

Interrogati, picchiati e torturati, nonostante l’intercessione di mons. Giovanni Sismondo (vescovo di Pontremoli che venne a far visita ai prigionieri e tentò fino all’ultimo di far revocare la sentenza) all’alba del 17 marzo vennero caricati su un treno e condotti a Valmozzola, nell’appennino parmense, per essere fucilati: in questo modo i fascisti volevano vendicare i propri caduti nell’assalto al treno compiuto dalla “banda Betti” pochi giorni prima proprio nella stazione lungo la linea La Spezia – Parma.

Uno dei nove partigiani ebbe salva la vita proprio mentre il plotone d’esecuzione si stava schierando: giovanissimo, venne salvato dai compagni che dichiararono di averlo obbligato a seguirlo.
Oggi questi ragazzi sono ricordati dal “Centro studi di informazione ed iniziative sociali” di Carrara, rappresentato da Franco Marano, che ha voluto porre una targa all’ingresso del seminario dove, secondo alcune testimonianze, i nove avrebbero passato la notte in attesa della fucilazione. In particolare, secondo questa ricostruzione, i giovani sarebbe stati chiusi nel sottotetto del seminario e avrebbero lasciato anche una testimonianza scritta a carboncino, una dicitura per ora mai ritrovata.
Presente alla cerimonia di scopertura della targa anche il rettore del Seminario Vescovile, don Pietro Pratolongo. (r.s.)