Installazioni antenne 5G in Lunigiana, tra proteste e paure si va avanti

Sono ripresi i lavori a Filetto dopo la Conferenza dei Servizi.

Il centro storico di Filetto a Villafranca
Il centro storico di Filetto a Villafranca

Da qualche mese sono scoppiate in Lunigiana le proteste dei cittadini e degli amministratori locali in merito alla possibilità di installazioni di antenne 5G. Proteste che hanno avuto origine da un dato fisico ben tangibile e concreto, ovvero l’installazione di un’antenna a poche decine di metri dal centro del borgo storico di Filetto.

Un’installazione che partita a dicembre scorso era poi stata sospesa su richiesta dell’amministrazione che aveva sottolineato come negli invio degli incartamenti da parte dell’azienda milanese Inwit (che lavora per conto di Telecom Italia) che aveva richiesto di realizzare l’opera c’erano una serie di errori tecnici, mancando un’adeguata valutazione sismica, urbanistica e di regolamento del terreno interessato dai lavori.

Tutto questo ha avuto il risultato di arginare momentaneamente la realizzazione dell’opera che ha ripreso a marciare dopo la Conferenza dei servizi tra i sindaci e la società milanese, che si è svolta poche settimane fa e che in pratica ha permesso alla società di riprendere i lavori. Insomma non sono servite le circa 1.400 firme raccolte, non è servito il comitato “Sosteniamo Filetto”, non è bastato il dissenso popolare diffuso e non ha avuto effetto nemmeno il tentativo del sindaco, Filippo Bellesi, di provare a dichiarare l’area ad alto interesse paesaggistico ed archeologico, perchè i lavori per la costruzione dell’antenna sono riparti regolarmente.

Non è servito neanche il tentativo di richiesta di spostare l’antenna in un sito meno impattante perchè, si legge nel documento della Conferenza “per Telecom l’unica installazione possibile ed utile per garantire il servizio è quella individuata e che il raggio di azione per eventuali spostamenti sarebbe di 150 metri confermando quindi che non vi è alcun margine per prendere in esame alcun spostamento”.

Ipotesi di realizzazione anche a Bagnone e Caprigliola
Panorama di Caprigliola
Panorama di Caprigliola

Ma la preoccupazione per quanto concerne l’ipotesi delle installazioni sta montando anche a Bagnone e precisamente nella frazione di Leugio dove c’è l’ipotesi di una realizzazione di un’altra antenna 5G.

Così come a Filetto gli abitanti del comune si sono riuniti in un comitato spontaneo ed hanno dato il via a una raccolta di firme. “I cittadini sono preoccupati – si legge nella petizione – per le dirette, immediate e gravi conseguenze per la salute pubblica, umana e animale, derivanti dall’impianto. Tale antenna sarà installata vicino al centro abitato, a ridosso di un bosco, potrebbe essere rischiosa se pensiamo che non si può escludere il rischio di corto circuito. A circa 500 metri dal ripetitore si trova il complesso scolastico che ospita tanti studenti, da più piccoli della materna, ai più grandi delle superiori”.

Anche Aulla è interessata dall’ipotesi di una realizzazione di un’antenna 5G con Caprigliola che è stato individuato come un luogo tra i più adatti. Netta la contrarietà del sindaco Roberto Valettini “L’antenna di cui si parla – ha sottolineato il sindaco – dovrebbe superare i trenta metri ed essere collocata al campetto o al cimitero. L’amministrazione comunale è contraria, visto che si tratta di campi e terreni pubblici. Noi ostacoleremo e faremo il possibile anche con i privati per evitare la sistemazione di un’opera simile, che va tenuta a distanza prudenziale”.

Mentre si parla poco dell’idea di un “piano antenne” per provare ad indirizzarne la collocazione 

Certo che, al di là dei proclami, i singoli comuni possono fare ben poco. Un’iniziativa potrebbe essere quella di dotare i singoli Comune di un “Programma comunale degli impianti” (più prosaicamente di un “piano per le antenne”). Uno strumento che vada a regolare la localizzazione degli impianti di telecomunicazione, con l’obiettivo di minimizzare sia il danno ambientale e paesaggistico, che l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici che questi impianti producono.

Un modo per il Comune per evitare che venga “imposto” un luogo dalla ditta interessata alla realizzazione dell’impianto, ma con l’ente che indica le aree che ritiene più idonee.
Al momento non ci risulta che nessun comune della Lunigiana (sperando di essere smentiti) abbia al momento adattato un piano simile, con l’unica eccezione di Fosdinovo che ne ha discusso nel consiglio comunale del dicembre scorso con una mozione che impegna il sindaco alla realizzazione di questo piano.

Come detto un piano che potrebbe essere utile ma anche in questo caso non dà la certezza di “obbligare” l’azienda ad operare in luoghi ben delineati. Infatti il Decreto Legge 7 maggio 2024 dà la possibilità di bypassare i veti dei sindaci. In pratica, da un lato si riconosce il diritto ai Comuni di adottare un regolamento ma sarà lo Stato che avrà diritto all’ultima parola, ignorando l’eventuale opposizione delle amministrazioni locali sull’installazione delle antenne 5G.

(Riccardo Sordi)