“Salire in montagna” per difendersi dal cambiamento climatico

A Villa Minozzo (RE) la conferenza di Luca Mercalli che ha lasciato la città per la Val di Susa

Il metereologo Luca Mercalli
Il metereologo Luca Mercalli

Il mutamento climatico in corso con l’aumento della temperatura globale potrebbe avere conseguenze potenzialmente catastrofiche per la vita sulla Terra, ma che già ora sta rendendo sempre più difficile la vita nelle aree urbane e metropolitane e la ricerca di luoghi più accoglienti. Non a caso “Prendere quota per sfuggire al riscaldamento globale” era il sottotitolo dell’iniziativa “Salire in Montagna” promossa a Villa Minozzo, tra gli altri, dal Comune e dal Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano con la Gazzetta di Reggio e di Modena. L’aumento della temperatura e la ricerca di mete più ospitali dove trasferirsi potrà essere un’opportunità di ritorno alla vita per tanti paesi spopolati delle Alpi e dell’Appennino? Di questo e di molto altro si è parlato la sera di sabato 24 agosto nella località della valle del Secchia non lontana dalla Pietra di Bismantova che ha avuto il privilegio di ospitare Luca Mercalli, grande esperto di clima e comunicatore d’eccezione.

Vista panoramica di Villa Minozzo
Vista panoramica di Villa Minozzo

A Villa Minozzo il climatologo è partito dal suo libro del 2020 il cui titolo è stato utilizzato per il filo conduttore della serata. Introdotto dal presidente del parco Fausto Giovanelli , dal sindaco Elio Ivo Sassi e dal direttore delle “Gazzette” Cristiano Meoni, in un affollato teatro “I Mantellini”, Mercalli ha spaziato a tutto campo nell’affrontare un tema vitale per l’umanità eppure ancora così poco considerato da chi è chiamato a prendere decisioni strategiche per il futuro del Pianeta. Una delle conseguenze del cambiamento climatico sarà la pressione migratoria, cioè gli spostamenti di donne e uomini indotti da eventi legati alla situazione che già stiamo vivendo, con vicende che riguardano anche tutti noi non solo come Paese di destinazione dei migranti in arrivo, ma anche perché direttamente coinvolti. Tra gli altri esempi Mercalli ha infatti ricordato l’innalzamento di cinque millimetri all’anno del livello del mare, fatto che in alcune regioni del mondo sta già portando alla fuga delle popolazioni dalle aree costiere, ma che in pochi decenni avrà conseguenze anche in alcune aree del litoraneo italiano come, ad esempio, tra la laguna di Venezia e le spiagge della Romagna, “il luogo più vulnerabile d’Italia per l’aumento del livello marino”.

Ma le “migrazioni climatiche”, cioè gli spostamenti di grandi masse di persone obbligate ad abbandonare aree non più abitabili, sono solo un aspetto del problema. Mercalli ha citato anche gli eventi estremi come gli uragani o i tifoni nei Paesi poveri del mondo; se l’Italia è una nazione ricca, con una rete di solidarietà vasta e organizzata – ha spiegato – lo stesso non si può dire per molti altri Paesi. Sono quelli dove la sopravvivenza è già difficile e se arriva un evento estremo non esiste alcuna autorità in grado di intervenire e la popolazione è abbandonata a se stessa e, di fatto, obbligata a trasferirsi altrove. Migrazioni indotte che vedono spostamenti di grandi quantità di popolazione verso le grandi città, ad aumentare il numero di disperati costretti, spesso, a vivere di elemosina in ambienti a loro volta condannati a diventare sempre meno ospitali. Da Villa Minozzo, però, Mercalli ha voluto lanciare anche un messaggio positivo: oltre alle migrazioni obbligate da motivi economici o da cause ambientali, ne esiste anche una per così dire “preventiva”, pianificata. E ha citato il caso che lo riguarda, la propria scelta di trasferirsi a vivere in montagna, in un piccolo paese della Val di Susa, una sorta di “migrazione verticale”. “Rispetto alla pianura la montagna ha molteplici pregi – ha spiegato – proprio di carattere salutare” ad iniziare dal caldo “che non è solo fattore di disagio ma causa di aumento della mortalità soprattutto fra la popolazione anziana”. Insomma la montagna può diventare una delle vie per difendersi dal riscaldamento globale, ma questa possibilità per trasformarsi in realtà necessita di profondi cambiamenti nelle politiche di programmazione e di investimenti.

(p. biss.)