
Ci si passi la facile battuta: “si è alzato un polverone sulla ex Cementi”. Un polverone “double face”, da un lato letterale, con numerosi pulviscoli che si alzano in cielo, e dall’altro metaforico, legato alla preoccupazione (anche se qualche rappresentante dell’amministrazione parla di allarmismo) dei cittadini, soprattutto, come è logico, quelli che vivono nelle vicinanze della fatiscente struttura che si trova in località Porta Fiorentina. Tutto ha avuto inizio con il recente avvio dei i lavori di abbattimento della struttura che dovrebbero durare circa tre mesi. Un atto importante visto che segna un passo fondamentale per il recupero di quest’area dismessa e che da decenni attende una soluzione. E che sembra aver preso la “dritta via” dopo che la ditta Aura Manghi di Fontanellato ha acquistato l’area nel novembre del 2014 con un’offerta di 158.534 euro. Dopo un lungo iter burocratico e un sopralluogo svolto da Arpat lo scorso aprile – dalle analisi effettuate in quell’occasione non avrebbero rilevato problemi particolari – si è passati ora alla fase di demolizione. Ma da alcuni cittadini e dai rappresentanti del Comitato “No Biomasse” (entrato nella “storia” cittadina per la sua battaglia contro la realizzazione dell’impianto a biomasse a Novoleto) emergono alcune perplessità e paure. La prima chiama in causa il silenzio con cui si è dato il via all’opera: “Non siamo stati informati di niente. Né quando sono partiti i lavori, né, per il momento, quando si conta di concluderli”. La domanda successiva riguarda la polvere: è possibile che sia in qualche modo nociva? “Oggi nel realizzare il cemento si usano materie non dannose per l’uomo. Ma una volta non era così e non era infrequente che il cemento contenesse il cromo esavalente (elemento che può causare tumore al polmone). Sono state fatte analisi al cemento della struttura per conoscerne con esattezza la composizione?”. Ma non c’è solo il cemento: gli abitanti della zona vorrebbero essere tranquillizzati anche sulla salute dell’aria: “L’Arpat ci ha rassicurati dicendo che tutto andava bene. Ma crediamo che sarebbe opportuno che si pensasse a realizzare dei controlli sulla qualità dell’aria anche durante i lavori e ad opera finita, così da essere davvero tranquilli sull’aria che respiriamo”. Ritornando invece alle polveri, gli abitanti sottolineano come i cannoni nebulizzatori non riescano a pieno nel loro compito di limitare l’alzarsi di nubi di polvere perché “ne usano uno o due, in realtà ne servirebbero quattro o cinque per essere davvero efficaci. Spesso si alza un polverone che crea dei rischi per la circolazione delle vetture visto che la struttura affianca proprio la strada statale”. Altre domande sorgono sulla questione dell’amianto: “Sappiamo che l’area è già stata bonificata ma anche in questo caso nessuno ci ha comunicato niente. Quando sono stati fatti i lavori, chi ha portato via l’amianto? chi ha proceduto allo smaltimento? Ci sarebbe piaciuto che il sindaco, che è la massima autorità sanitaria, ci avesse informato in via preventiva anche su questo aspetto”. Tematiche a cui, in parte, aveva già risposto il capogruppo di maggioranza, Jacopo Ferri, nel corso dell’ultimo consiglio comunale, assicurando che gli interventi dell’impresa sono regolarmente autorizzati e indicati anche dalla Conferenza dei Servizi sotto il controllo ed il monitoraggio di Arpat e Provincia oltre che del Comune. Il vicesindaco Manuel Buttini, sul suo profilo facebook scrive: “Si tratta di un’opera privata e non pubblica; la demolizione di questo ecomostro è un risultato storico; sono state rispettate tutte le procedure previste dalla normativa in vigore per la demolizione; le procedure sono state vagliate in sede di Conferenza dei Servizi (riunione congiunta tra Enti) da Comune di Pontremoli, ARPAT e ASL, mentre le procedure di smaltimento dei detriti sono seguite dalla Regione Toscana”. Inoltre, “a parte qualche legittimo timore di alcuni cittadini residenti nelle zone limitrofe, credo sia davvero di basso livello lo sciacallaggio politico che stanno mettendo in atto alcuni (fortunatamente pochi) esponenti politici locali”. Intanto i rappresentanti dei cittadini e del Comitato un primo risultato lo hanno ottenuto con un confronto con l’amministrazione, l’ufficio tecnico del Comune e i rappresentanti della proprietà. (Riccardo Sordi)