
La situazione delle nuove generazioni nei risultati del sondaggio del clan scout Polvere di Stelle di Pontremoli

Alla fine del 2020 tre giovani su dieci erano senza lavoro. Il 20,7% dei ragazzi rientravano nella categoria di coloro i quali non studiano, non fanno formazione e non hanno lavoro (i cosiddetti NEET). Spesso si sente dire che un paese che non investe sui giovani è un paese senza futuro e noi, nuove generazioni, ci sentiamo sempre più emarginati. Di chi è la responsabilità? Dei ragazzi o delle istituzioni? Il clan scout pontremolese Polvere di Stelle ha provato a portare alla luce questo problema, con un’indagine conoscitiva a cui il 4 febbraio scorso hanno partecipato 670 persone, la maggior parte delle quali sono lavoratori (il 35%) e studenti (41%). Il sondaggio è arrivato in diverse città italiane, ma la gran parte delle risposte raccolte sono di ragazzi lunigianesi: un’inchiesta ad ampio respiro insomma, ma con un focus sul nostro territorio. Lo scenario emerso dai dati raccolti racconta una realtà in cui i giovani si sentono trascurati dalle istituzioni, scalzate dai social networks, sempre più veri e propri datori di un lavoro che i territori locali stentano ad offrire. Il 98% degli intervistati ritiene infatti che, ad oggi, la tecnologia sia uno strumento utile nel mondo del lavoro, ma è interessante notare che, se analizziamo il ruolo dei social in ambito lavorativo, il divario si fa molto più stretto: il 64% pensa che siano una buona piattaforma di lancio, il 36% che illudano le aspettative dei giovani. D’altronde, in rete non ci sono limiti, un ragazzo ha la possibilità di mettere in mostra le proprie qualità e di condividerle con un click, entrando in contatto con persone, aziende e occasioni da tutto il mondo. Ma attenzione alle troppe opportunità: 8 persone su 10 ritengono che esse confondano i giovani. Questo smarrimento non va inteso come pigrizia, ma come mancanza di motivazione (la pensa così il 57% degli intervistati), che la scuola, la politica, le istituzioni ecclesiastiche e le realtà locali non riescono a dare. L’obiettivo è quello di introdurre i giovani nel mondo del lavoro, affinché possano contribuire maggiormente allo sviluppo della società e la prima spinta dovrebbe arrivare dal sistema scolastico.
Il 77% degli utenti sostiene però che la scuola aiuti poco o niente i ragazzi a entrare in un contesto lavorativo e il 72% ritiene che nemmeno il territorio in cui vive possa offrire prospettive. Un dato che ci fa riflettere sulla situazione in cui si trovano gli adolescenti lunigianesi: noi giovani siamo spesso soffocati nelle realtà locali e sentiamo la necessità di uscire e cercare alternative, con la certezza che grande città significhi grandi occasioni. Come sostiene l’83% degli intervistati, fuggiamo perché pensiamo di trovare un posto migliore per il nostro sviluppo e non per la paura di non riuscire a contribuire alle nostre realtà (il 17% delle risposte). La voglia di fare non manca, ma è necessario farla emergere e in un territorio angusto come la Lunigiana il sostegno delle istituzioni è ancora più indispensabile. A partire dalla Chiesa, che 5 persone su 10 ritengono aiuti troppo poco i giovani a trovare la loro strada, e dalla politica, sempre più lontana dalle nuove generazioni. Su quest’ultimo tema la forbice tra chi sostiene che i ragazzi si disinteressino alla politica e chi invece pensa che sia la politica a trascurare i giovani è molto ridotta: 44% i primi, 56% i secondi. In un periodo difficile come questo, anche noi giovani soffriamo. E se davvero siamo il futuro del paese, è necessario considerare le conseguenze della pandemia sul lungo periodo: l’82% delle persone intervistate ritiene che le istituzioni si stiano preoccupando poco o niente del futuro delle nuove generazioni. Un futuro del quale però siamo noi i primi artefici. Troppo spesso lo dimentichiamo e troppo spesso non crediamo nelle nostre qualità. Prendiamo come esempio l’iniziativa del clan Polvere di Stelle, alziamo la testa, rimbocchiamoci le maniche e facciamoci sentire: dimostriamo di essere i primi a credere nel futuro del nostro territorio e dell’Italia.
Andrea Mori
Com’è stata svolta l’inchiesta conoscitiva
Giovedì 4 febbraio 2021 i membri del Clan scout Polvere di Stelle hanno condiviso il sondaggio attraverso i canali social. Il progetto fa parte de Il Capitolo, la modalità con cui il clan affronta le tematiche che sceglie annualmente, e ha coinvolto circa 670 persone provenienti da tutta Italia, raggiungendo anche paesi esteri. Come avvenne due anni fa, quando il tema era la legittima difesa, anche quest’anno l’intenzione è quella di affrontare il tema con personaggi di rilievo politico, culturale e sociale, in una serie di incontri sulle pagine social del clan, a cui tutti potranno partecipare.