
Il noce è un albero maestoso che produce frutta in Autunno; di origine asiatica, le noci sono sempre state un alimento apprezzato. Esistono testimonianze che dimostrano come, più di 8000 anni fa, i nostri antenati fossero soliti raccogliere le noci trovate a terra per consumarne il seme che chiamiamo gheriglio. Un legame che dura da così tanto tempo non può che sfociare in credenze e miti. Infatti per gli antichi Greci era il cibo degli dei, mentre per il popolo romano possedeva potere afrodisiaco. Col passare dei secoli le leggende, attorno a questa pianta, iniziarono ad accumularsi.
Secondo alcune tradizioni il noce era il luogo ideale dove svolgere riti magici. Si credeva che i suoi frutti avrebbero acquisito poteri straordinari se colti durante la notte di San Giovanni Battista, fra il 23 e 24 Giugno. Il raccolto veniva, e ancora, messo nell’alcool, per un po’ di tempo, per ricavarne quello che, oggi, conosciamo col nome di nocino. Albero caducifoglio che può raggiungere fino a 25 m. di altezza, è alquanto imponente per la chioma espansa. A prescindere dalla varietà messa a dimora in Italia, il periodo della raccolta delle noci comincia a fine Settembre e si protrae fino a Novembre, anche se la maturazione è fortemente influenzata dall’andamento stagionale.
Nel passato, un albero di noce non mancava mai accanto alle case dei contadini. Forniva ombra in Estate, abbondanti foglie in Autunno da usare come lettiera per il bestiame e tante noci da consumare durante l’Inverno. Si usava anche piantare, da parte del padre, un noce quando nasceva un figlio. Un gesto che racchiudeva una data importante e una dote futura per il pregiato legname. Bacchiare le noci, per chi ha l’argento fra i capelli, era una delle cerimonie più liete della campagna.
Quasi un compenso alle fatiche dei lavori più pesanti. Anzi, sul principio del suo grandissimo, famoso romanzo, il nostro Manzoni parla addirittura della consolazione di bacchiare le noci. Parole che “consacrano” un rito consolidato. Sotto la pertica lunga, sbattuta con forza addosso ai rami, le noci cascavano con tonfi umidi e sordi, mentre i loro malli, spaccandosi, emettevano odore di verde e di radici. Mai mancavano i bambini alla festa. Il loro lavoro consisteva raccoglierle e metterle nei cavagni intrecciati dai nonni, quindi nei sacchi che gli adulti portavano a casa.
Le noci, riposte nei solai, costituivano ambito companatico alla lieta merenda. Tanto che un proverbio dialettale lombardo dice che ”pane e noci è un mangiar da sposi…“ A conferma che era gustoso e che le noci erano preziose. Ai giorni nostri le usiamo come frutta secca, in quanto ricche di proprietà salutari, e per la preparazione di dolci molto graditi al palato. Con buona pace del colesterolo!
Ivana Fornesi